“Lentiscosa e il Mediterraneo – in una novella di Matteo Bandello” Riccio affronta questa storia non solo con il rigore dello studioso, ma anche con la sensibilità di chi conosce e ama profondamente la terra in cui si svolgono le vicende. L’opera è una ricognizione sapiente che attraversa la storia letteraria, la geografia culturale del Mediterraneo e la memoria collettiva di una comunità, e ci guida in un viaggio che va oltre l’analisi testuale, per restituire spessore e vita a un frammento di storia che – pur narrato da una penna illustre – era finora rimasto ai margini della coscienza culturale cilentana e nazionale. L’operazione che compie Riccio non è soltanto filologica o storica: è un atto di riconoscimento. Attraverso le pagine del libro, Lentiscosa ritrova una sua voce, un suo posto nel grande racconto del Mediterraneo, non come semplice sfondo, ma come protagonista di una vicenda che intreccia la dimensione locale con quella globale. La pirateria barbaresca, le incursioni ottomane, le dinamiche di frontiera che hanno modellato per secoli la vita sulle coste del Sud Italia vengono qui evocate con profondità e precisione, ma senza mai dimenticare la centralità dell’esperienza umana, del dolore individuale, della forza della memoria. GLI OSPITI Ad impreziosire il volume contribuiscono importanti interventi. In apertura troviamo la prefazione del consigliere comunale Giangaetano Petrillo, che con lucidità e passione sottolinea il valore civico e simbolico di questo recupero narrativo, inteso come atto di consapevolezza e di costruzione dell’identità locale. Petrillo invita a leggere il libro non solo come un’analisi letteraria, ma come una proposta di rinascita culturale e spirituale, che parte dalla conoscenza delle proprie radici per proiettarsi verso il futuro. Antonella Cosentino nel suo contributo “Mamma Li Turchi” ricostruisce i fatti di Lentiscosa nel contesto di terrore e terribili vessazioni che le popolazioni del Sud Italia vivevano quasi quotidianamente. Lo scritto mette in connessione storia, antropologia e letteratura sulle incursioni dei pirati lungo le coste del Sud Italia. La parte finale del volume è affidata a don Gianni Citro, sacerdote di Lentiscosa e presidente della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A.. La sua postfazione è un testo commosso e potente, in cui la vicenda di Petriello diventa emblema del dolore umano, della fragilità delle esistenze segnate dalla violenza, ma anche della capacità di resistenza e di riscatto che ogni comunità può e deve coltivare. “Lentiscosa e il Mediterraneo – in una novella di Matteo Bandello” è, dunque, molto più di un libro. È un atto d’amore verso una terra e la sua storia, è una proposta di lettura che unisce la bellezza della narrazione all’importanza della memoria, è un invito a guardare il passato con occhi nuovi per comprendere meglio il nostro presente. In un’epoca in cui il Mediterraneo torna ad essere luogo di conflitti, migrazioni e paure, questa pubblicazione ricorda che esso è anche, e soprattutto, spazio di storie, di incroci, di relazioni che vanno riscoperte e custodite. |