Cheese 2025: i Presìdi Slow Food guardano al futuro

 


C’è il Graukäse della Valle Aurina, il Macagn, il caciocavallo Podolico del Gargano, il caciofiore della campagna romana, il miele di alta montagna che copre tutte le Alpi, dalla Liguria al Friuli, il prosciutto del Casentino, la cipolla di Giarratana e tanti altri prodotti che arricchiscono la famiglia dei Presìdi Slow Food e che fino a domani animeranno le vie e le piazze di Bra per la 15esima edizione di Cheese

 

Nato nel 2000, al Salone del Gusto di Torino, con i primi 90 prodotti, il progetto oggi conta 400 Presìdi che riuniscono oltre 2200 produttori in tutta Italia, ponendo al centro la biodiversità nella sua complessità: non solo come varietà di risorse genetiche, ma anche dei saperi, culture, lingue, tradizioni e ha indicato una strada. Un mondo che sembrava fortemente in crisi 25 anni fa, e che negli anni successivi non solo ha valorizzato territori, pratiche e persone ma ha anche contribuito a dare un indirizzo alla produzione agroalimentare di piccola scala.

 

E proprio in occasione della manifestazione organizzata da Slow Food e Città di Bra, è stato presentato uno studio che analizza lo stato di salute dei Presìdi. Grazie al sostegno dell’azienda Guido Berlucchi, e in collaborazione con il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Torino e dell’Università degli Studi di Palermo, Slow Food ha valutato 82 Presìdi italiani, applicando un metodo di analisi che unisce parametri quantitativi e qualitativi, e che prende in considerazione tre livelli: socio-culturale, ambientale ed economico. 

Fattitaliani

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