Roberto Tarallo: quando il giallo si tinge di umanità. Fattitaliani intervista l’autore de “Il gatto col fiocco e il cappuccio”

 


di Giovanni Zambito - Con un passato da esperto di comunicazione e una vita professionale intensa, Roberto Tarallo esordisce nella narrativa con un romanzo giallo fuori dagli schemi, Il gatto col fiocco e il cappuccio. Un titolo enigmatico, un protagonista complesso e un’indagine che scava nei recessi dell’animo umano. Nell'intervista di Fattitaliani Tarallo ci guida nel suo processo creativo, tra ironia, introspezione e una sorprendente velocità di scrittura.

Roberto, da esperto di comunicazione al debutto narrativo: com’è nato Il gatto col fiocco e il cappuccio?

Sono sempre stato abbastanza attivo, e così, quando sono andato in pensione, ho iniziato a scrivere. Cosa che peraltro ho sempre fatto, visti i ruoli ricoperti nella mia carriera lavorativa. Tuttavia non è stato facile. Credo di avere “incubato” questo giallo in varie nottate passate insonni, a fantasticare. Così è nato Il gatto col fiocco ed il cappuccio, basato su letture di cronaca, esperienze personali, su vari tentativi di scrittura, ripensamenti, e corse notturne al computer per redigere capitoli o passaggi immaginati nell’oscurità della notte… prima che cadessero nell’oblio.

Cosa ti ha spinto a scegliere il genere giallo per il tuo esordio letterario?

La realtà quotidiana ci offre spunti continui ed è proprio il caso di dire che supera ogni fantasia. Avrei voluto scrivere un romanzo diverso, forse, e le idee non mi mancavano. Ma la mia passione per i gialli ha prevalso. Sono cresciuto leggendo Edgar Allan Poe, guardando Maigret con Gino Cervi, Nero Wolfe con Tino Buazzelli, e sono sempre stato affascinato dalla loro capacità di penetrare nell’animo umano. Senza dimenticare Montalbano di Camilleri. Credo che anche nel giallo, considerato spesso un genere minore, si possano raccontare temi importanti.

Il titolo è curioso ed evocativo. Cosa si cela dietro Il gatto col fiocco e il cappuccio?

Ovviamente non posso dire niente al riguardo, neanche con una P38 puntata alla testa… tanto per restare in tema di gialli. Ma leggendo il romanzo, dopo pochi capitoli, si comprenderà il senso del titolo. Non aggiungo altro.

L’ex commissario Zoiro è un personaggio originale, lontano dai cliché dell’investigatore. Come lo hai costruito?

Zoiro è un uomo, prima di tutto. Con fragilità, dubbi, pensieri intrusivi, ma anche con risorse personali che gli hanno permesso di uscire da un periodo buio. In parte l’ho costruito attingendo da me stesso e dalle persone che conosco meglio. Ha un’empatia fuori dal comune, ed è forse la sua dote più grande… e più pericolosa.


Il romanzo alterna ironia, malinconia e introspezione: quanto di Zoiro c’è in te?

Una buona parte di me è riflessa in lui, ma ci sono anche tratti che non mi appartengono e che mi piacerebbe avere: forza d’animo, resilienza, capacità di risorgere. Zoiro si pone molte domande, spesso si autoaccusa, ma riesce sempre a ritrovare equilibrio. E ha questa capacità di immaginare le situazioni, di entrare nei panni degli altri… una forma di empatia che sento anche mia, ma che in lui è portata all’estremo.

Il suo sguardo disincantato è una lente potente sul mondo. Che visione ne emerge?

Una visione fatta di sentimenti, emozioni, atteggiamenti che si ricombinano continuamente. Zoiro osserva con malinconia ma anche con distacco, il che gli consente lucidità. Le dinamiche umane sono sempre le stesse, ma mutano forma ogni volta. Con pazienza ed empatia, si possono sciogliere anche le trame più intricate.

Il romanzo è ambientato tra masserie pugliesi e mare: perché questa scelta?

Ho legami affettivi e familiari con la Puglia. Ci ho passato vacanze, ho vissuto lunghi periodi lì, ho comprato casa a Polignano vent’anni fa. È una terra che invita alla narrazione, ideale per ambientare una serie di gialli: è ricca di storia, natura, cultura e sapori.

Oltre al mistero da risolvere, emergono temi profondamente umani. Come li hai intrecciati alla trama?

In modo spontaneo. Ogni persona ha un vissuto nascosto, spesso doloroso. Il giallo, per me, è un pretesto per raccontare queste storie, fatte di silenzi, depressioni, risalite. La vita vera è un intreccio di mille realtà, ambienti e relazioni.

Possiamo dire che il vero “giallo” del libro sia la condizione umana, più che il delitto?

Assolutamente sì. La trama investigativa si intreccia con la vita del protagonista e degli altri personaggi. Zoiro ha un passato doloroso, che si intuisce ma non si svela del tutto. Tatiana, un altro personaggio, vive una condizione ancora più difficile. E poi ci sono gli sfruttati, gli invisibili… realtà che spesso ignoriamo, ma che esistono.

Lo stile narrativo è molto cinematografico. Da dove hai tratto ispirazione?

Ho cercato uno stile scorrevole, con capitoli di media lunghezza, dialoghi equilibrati, e scene dinamiche. Molti autori mi hanno ispirato: italiani, ma anche americani come Follett e Grisham (con cui ovviamente non oso confrontarmi). L’obiettivo era tenere il lettore incollato alla pagina, senza pause forzate.

Cosa ti è sembrato più difficile nello scrivere questo romanzo?

La caratterizzazione dei personaggi. Ho dovuto attingere a ricordi e incontri di una vita. Anche intrecciare due storie parallele ma convergenti non è stato semplice, ma credo di aver trovato un equilibrio.


E cosa ti ha sorpreso di più? Hai già in mente nuove indagini per Zoiro?

La velocità. Pensavo ci volesse molto più tempo, invece in tre mesi ho scritto tutto, frutto anche di notti insonni passate a immaginare e documentarmi. E sì, Zoiro tornerà. Ho già in mente una serie di 8-10 romanzi. Il secondo uscirà in autunno-inverno, il terzo in primavera. Voglio accompagnare questo personaggio nella sua rinascita e costruire trame sempre diverse.

Come speri che venga accolto questo esordio dai lettori?

Questo libro è innanzitutto una mia sfida personale. Aver trovato un editore che ha creduto nel progetto è già una vittoria. Ma spero che i lettori trovino in queste pagine qualcosa di reale, attuale, vicino alla loro vita. E che apprezzino anche i riferimenti culturali, storici ed enogastronomici disseminati nel racconto.

Ecco il testo riformattato in modo chiaro, fluido e professionale:

C’è una reazione che temi o che sogni?

Sì, certo. Temo che qualche lettore possa trovare lo stile bolso, arzigogolato, la trama poco credibile o i personaggi poco plausibili. Eppure, dietro questo semplice racconto c’è documentazione, ricerca del dettaglio, riscritture e ripensamenti. Non è un romanzo improvvisato, né frutto di una semplice ispirazione.
L’ispirazione c’è, ovviamente, ma non basta a fare un romanzo. Lasciatemi dire che tutto ciò che sta intorno alla storia – l’ambientazione, l’atmosfera, i riferimenti – diventa forse più importante della trama stessa: è ciò che dà respiro, originalità e realismo al giallo. Credo che ogni scrittore la pensi come me.

Infine: se potessi scegliere un attore per interpretare Zoiro in una trasposizione cinematografica o televisiva, chi potrebbe essere?
Ero certo che sarebbe arrivata questa domanda, anche perché – non posso nasconderlo – me la sono posta io stesso durante le fasi finali della scrittura.
E non posso esimermi dal confessare che alcuni tratti fisici dell’ex commissario Zoiro sono ispirati a un grande attore italiano. Non so se posso, o se ho davvero il diritto, di fare il suo nome...
Vi do qualche indizio: è pugliese, di Andria; è considerato un “bello” a tratti maledetto; ha due occhi verdi e penetranti. Una delle sue ultime interpretazioni è stata quella di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio – non a caso, un pittore “maledetto”, ma anche affascinante e geniale.
È stato a lungo legato a un’altra grande attrice, di nome Valeria. È padre di una bambina. Si chiama Riccardo… Avete indovinato chi è?

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top