Opera Lussemburgo, "Tristan und Isolde" di Wagner per la regia di Simon Stone. La recensione di Fattitaliani


Grande evento al Grand Théâtre di Lussemburgo con la messa in scena del capolavoro di Wagner "Tristan und Isolde" che ha debuttato ieri sera e resterà in cartellone per altre due serate, il 2 e il 5 marzo, per la regia di Simon Stone e l'Orchestra diretta dal Maestro Lothar Koenigs
La celeberrima storia in questa versione prende corpo fra realtà e immaginazione, mito e realtà, in un continuo interscambio di dimensioni che danno una lettura diversa e attuale rendendo ancora più universale l'amore dei due protagonisti.
La musica ha trovato nelle trovate del regista il perfetto controcanto: ogni movimento e attesa sembravano accompagnati e scanditi dal ritmo e dagli strumenti. 
La messa in scena veramente originale con tre scenari diversissimi per le tre parti: un appartamento che diventa anche cabina della nave, un ufficio di architetti dove il re Mark è il capoufficio, una metropolitana con il viavai di passeggeri che dà un tocco di dinamicità in più e riporta alle intenzioni di Simon Stone.
In realtà, Tristan e Isolde non sono altro che la raffigurazione mitologica di una coppia dove lei soffre per le disattenzioni e le inclinazioni al tradimento di lui, che quindi in una sorta di transfert diviene l'eroe che si tiene lontano dall'eroina prima dell'innamoramento reciproco causato dal filtro d'amore.

Dei duetti fra i due protagonisti Daniel Frank e Ann Petersen nulla da eccepire: entrambi all'altezza della situazione, hanno mostrato una tenuta costante della voce nel raccontare le varie fasi, dall'iniziale lontananza al totale coinvolgimento.
Ci preme sottolineare altri tre momenti che ci hanno particolarmente colpito nella performance degli artisti.
In ufficio, il re Mark canta la delusione profonda non del tradimento della futura sposa in sé, quanto piuttosto di quello dell'eterno fedele amico, portavoce dei più profondi valori, in primis l'amicizia e la lealtà. Un'interpretazione intensa quella di Franz Josef Selig, intrisa di sentimento e convincimento che è arrivata dritta al cuore.
In "metro" il duetto fra Tristan (Daniel Frank), prossimo alla morte e l'amico Kurwenal (Josef Wagner) che cerca di consolarlo e convincerlo della venuta imminente di Isolde che lo salverà con uno dei suoi unguenti: lo esorta dunque a resistere e sperare ancora. Anche qui un tasso altissimo di drammaticità sincera, mai stucchevole, coinvolgente.
E alla fine, ancora il re Mark, che giunge tardi e non può che confessare la sua immensa tristezza per aver saputo troppo t

ardi che il filtro era stata la causa di tutto.
Quasi quattro ore di rappresentazione che il pubblico ha seguito e recepito con interesse ed entusiasmo a giudicare dagli applausi finali.
Una bella produzione che permette ancora una volta di riscoprire l'opera di Wagner con pensate innovative che ne aiutano la comprensione. Giovanni Zambito.
Foto: © Philharmonie Luxembourg/Eric Devillet
Fattitaliani

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