Buon onomastico a Germano Rubbi: vorrei insegnare ai ragazzi la cultura del bello, dell'arte e del rispetto. L'intervista di Fattitaliani

Oggi la Chiesa ricorda San Germano di Capua, vescovo vissuto fino al 541 e Fattitaliani inaugura una nuova rubrica che, partendo dal santo del giorno, punta a conoscere un personaggio che ne porta il nome. Protagonista della prima puntata è Germano Rubbi, regista autore e interprete: "sto scrivendo - ci anticipa - una sceneggiatura di un poliziesco (Dark comedy) che dovrò proporre a qualche produttore tanto incosciente da accettare! Sto lavorando ad alcuni spettacoli di teatro (uno di questi con Edoardo Siravo dal titolo "l'Enferno"). Nel tempo libero, si fa per dire, sto ultimando il mio secondo romanzo che seguirà "I partigiani non c'erano" da cui è tratto lo spettacolo "Quel mattino d'aprile". L'intervista di "Buon Onomastico".
Il nome Germano ha duplice origine: da germanus, "fratello, sorella", o da Germanus, "abitante della Germania". Per quale etimologia opta?
Preferisco fratello per due motivi: il primo è che sono figlio unico ed il secondo è che ho avuto un nonno partigiano, quindi definirmi abitante della Germania mi suona male.
San Germano si spogliò di tutti i suoi beni per darli ai poveri: personalmente di che cosa si libererebbe volentieri? 
Mi libererei della gente opportunista e falsa che, purtroppo,  nel mio mestiere, è facile incontrare (anche se per fortuna la maggior parte delle persone che conosco sono sincere).
San Germano fu mandato a Costantinopoli per cercare di risolvere lo scisma del patriarca: se lei fosse incaricato di una "missione" quale problema vorrebbe risolvere?
Attualmente vorrei essere inviato in missione speciale in tutte le scuole elementari e medie del mondo per insegnare ai ragazzi la cultura del bello, dell'arte e del rispetto verso gli altri.
Le Terme di Agnano nella miniatura dell'opera di Pietro da Eboli. In alto a sinistra vi è l'incontro tra San Germano e l'anima del diacono Pascasio che sconta in queste calde esalazioni il purgatorio, e prega Iddio di liberarlo dalla pena (Fonte: Wikipedia).
Fra le storie su San Germano c'è quella dell’anima del diacono romano Pascasio, che sarebbe apparsa a Germano nelle Terme di Agnano (NA): nei suoi sogni quale personaggio (vivo o defunto) le piacerebbe incontrare?
Mi piacerebbe molto incontrare in sogno un mio amico scomparso per una malattia a 29 anni. Vorrei chiedergli dove ha trovato la forza ed il coraggio per affrontare la sua malattia nel modo che l'ha affrontata lui.
San Germano condusse vita ascetica fino alla morte: c'è un posto dove lei torna volentieri per meditare, riposarsi, recuperare energie fisiche e intellettuali?
Torno volentieri a Ferrara dove ho vissuto da piccolo.  Ogni volta che mi ritrovo fra queste campagne con il profumo di terra e frutta e pulito mi ricarico di energia e serenità
Si legge che San Germano si dedicò alla vita spirituale con sante letture, preghiere, mortificazioni... Lei personalmente - a prescindere da un eventuale credo religioso - fa attenzione alla sua vita spirituale?
L'unica mia fonte di spiritualità la trovo arrampicando.  Pratico costantemente arrampicata su roccia ed ogni volta questa vera e propria ginnastica spirituale mi mette in contatto col mio "io" più profondo
Questa è l'immagine di San Germano: se dovesse commissionare una statua/un ritratto di se stesso quali simboli vorrebbe venissero inseriti?
I simboli che vorrei inseriti in una mia ipotetica statua sono la forchetta, il coltello ed un calice di vino (possibilmente rosso) ed un sigaro toscano.

Grazie per questa intervista. Le posso augurare "buon onomastico"?
Grazie a te sia per l'intervista che per il buon onomastico. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata

Germano Rubbi
Regista  autore e interprete nato a Terni il 21/11/1968,  si occupa di teatro dai primi  anni novanta. Dopo gli studi universitari in lettere (arti e scienze dello spettacolo) indirizza la sua attività di regista verso la rilettura dei grandi autori della commedia italiana come Ruzante, Bibbiena, Machiavelli, Bruno, Goldoni.
A partire dai primi anni del duemila la sua attività di autore si sdoppia rivolgendosi, al contempo,  alla scrittura di commedie (una delle quali dal titolo “la zuffa è servita” nel 2011 viene tradotta in inglese e replicata con la sua regia negli USA), e alla realizzazione di spettacoli di “narrazione” a carattere storico contemporaneo. La sua attività di autore lo porta sovente a giustapporre i documenti ufficiali alle testimonianze dirette per ricostruire i fatti evidenziando, in questo modo,  gli aspetti non contenuti nelle cronache. I partigiani non c’erano (Dalia edizioni, 2015) è un romanzo storico che prende le mosse da un fatto realmente accaduto, e che si avvale di testimonianze dei presenti e di documenti ufficiali: si concentra sul massacro di sedici persone avvenuto il 13 aprile 1944 nella cittadina di Calvi dell’Umbria per mano di un gruppo di SS.
Fattitaliani

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