Altrove Teatro Studio: in cartellone 21 spettacoli per la stagione 2025-26

 


In cartellone 21 spettacoli, tra nuova drammaturgia, debutti assoluti, grandi ritorni, concerti e un ampio spazio alla formazione

 

L'Altrove Teatro Studio, nel cuore del quartiere Prati, si riconferma isola felice in cui tenere in vita il sentimento della meraviglia con una inedita stagione proiettata verso la qualità e il confronto tra generazioni diverse di artisti, tutti uniti sotto il segno della nuova drammaturgia. La bellezza artistica, il talento, il confronto, la ricerca e la sperimentazione trovano modo di esistere e vivere in scena anche e soprattutto in una realtà “piccola”, ma in continuo dialogo con il pubblico; un “Altrove “che si pone come riferimento ormai noto nel panorama teatrale romano.  

Nello spazio piccolo c’è il teatro buono” è, infatti, il claim della nuova programmazione 2025-2026, che prevede un cartellone che riconferma l’eccellenza dell’offerta artistica, dando voce  non solo ai nuovi talenti della scena contemporanea ma anche a interpreti dalla grande esperienza.  Tutti insieme sono impegnati in progetti attuali che parlano del nostro tempo, della nostra società, con le sue ansie, preoccupazioni, gioie e storie; tra prosa, musica, drammaturgia contemporanea e formazione. Artisti che si riconoscono nell’anima e nello spirito creativo di questo “piccolo-grande” luogo, abitato proprio come una “casa” da chi il teatro lo fa, lo studia, lo vede.

 

L’Altrove Teatro Studio, fin dalla sua fondazione nel 2017, ha voluto essere, per il pubblico romano, un’occasione di cambiamento. Nel nome dell’eccellenza artistica, della qualità degli spettacoli offerti e della didattica accademica, i direttori Ottavia Bianchi e Giorgio Latini hanno fatto sì che i migliori artisti della scena contemporanea nazionale e internazionale riconoscessero “Altrove” come riferimento imprescindibile nel panorama teatrale romano. Questo spazio ha visto fiorire, negli anni, la nascita di splendidi spettacoli che hanno poi dipanato i loro percorsi in vari modi e con riconosciuto successo. L'obiettivo raggiunto in questi anni, e che si intende confermare, è che l’ Altrove sia per il pubblico, ancora di più: una casa da abitare, tutto il giorno, tutti i giorni. Uno spazio aperto ai giovanissimi, non solo per l’ottima offerta didattica che di anno in anno si rinnova, ma come spazio pulito, dedicato allo studio, al piacere della lettura (attraverso la biblioteca a disposizione dei soci) e un’oasi del confronto reciproco, in nome del benessere dell’anima. Di conseguenza gli spettatori hanno confermato, con partecipazione crescente, il patto di fiducia stretto con il teatro che è stato, inoltre, il luogo prescelto dai più giovani per dare uno schiaffo alle lusinghe dei social, in favore della scoperta del sé e dello studio serio e appassionato di una professione. Altrove è, infine, lo spazio privilegiato dove coltivare le passioni che rendono la vita meno dolente, dove incontrare anime affini seppur nella diversità di ognuno, tutti uniti, adulti e giovanissimi, artisti e spettatori, nel desiderio di trovare una consolazione e forse, talvolta, persino un rimedio, alla terribile ansia, dovuta a questi tristi tempi.

 

Attraverso il sentimento condiviso della gioia che, come una scarica di elettrica esaltazione, attraversa l’animo di chi varca la soglia di questo luogo magico, il teatro ci insegna che la sofferenza del vivere ci accompagna ogni giorno, tranne che in alcuni brevi momenti nei quali riusciamo a mettere in pausa l’inquietudine, occupandoci d’altro o di altre persone, agendo fuori dalla nostra realtà che è poi, nel bene e nel male, la nostra zona di comfort. In questi momenti possiamo ritrovarci uniti in una comunità che non si riconosce nella “vacuità della fuffa” o in un teatro autoriferito e incurante dei bisogni del pubblico. Gli abitanti dell’Altrove non si lasciano abbindolare dall’inganno del nometto televisivo ma fanno una scelta in favore del talento attoriale e di temi innovativi perché sanno che “nello spazio piccolo c’è il teatro buono” _ annotano i direttori artistici Ottavia Bianchi e Giorgio Latini.  

 

Ventuno spettacoli, tra debutti assoluti, progetti inediti, prosa, musica, con un’attenzione particolare rivolta alla drammaturgia contemporanea, alle nuove scritture, a tematiche fortemente attuali, alle nuove voci e ai nuovi volti della scena teatrale, e non solo.

Un’offerta che punta alla qualità, più che alla quantità, con l’obiettivo di sorprendere e stimolare il pubblico più diversificato e soddisfare i più svariati gusti, sottolineando come lo spettacolo dal vivo sia un punto fermo per la crescita e il benessere sociale, e il teatro un luogo da vivere nella sua totalità, in cui poter crescere, divertirsi, imparare, confrontarsi.

 

Tanti i nomi in cartellone, tra interpreti e registi,  volti noti del panorama teatrale italiano e giovani promesse: Ottavia Bianchi, Giorgio Latini, Martina Paiano, Roberto Fedele, Valentina Illuminati, Andrea Trovato, Marco Di Stefano, Daniel Dwerryhouse, Federico Giaime Nonnis, Fabio Pisano, Maria Assunta Calvisi, Francesco Stella, Nicola Pistoia, Federico Malvaldi, Alice Casagrande, Federico Lombardo, Giacomo Pressi, Gianluigi Fogacci, Carlo Valli, Natalia Pina, Gabriele D’Angelo, Giacomo Ronconi, Gino Binchi, Stefano Poeta, Giovanni Conti, Andrea De Luca, Gabriele Enrico, Michele Montironi, Gianluca Scaccia, Luca Zaffanella, Cristina Aubry, Alessia Sambrini, Franco Mannella, Mario Massari, Piera Russo, Nicola Maiello, Domenico De Meo, Francesca Florio, Diego Giangrasso, Chiara Boscaro, Chiara Claudi, Marcello Seregni, Dimitri D’Urbano, Riccardo Maggi, Sara Roscetti, Andrea Balzola, Beatrice Schiaffino, Carmen Di Marzo, Federico Caprarese, Chiara Colangelo, Claudio Pisicchio, Alessandro Rapattoni, Cristina Zoccolante, Lisa Colosimo, Francesca Stocchi, Antonio Bianchi.

Nello spazio piccolo c’è il teatro buono” è una missione, un obiettivo diventato realtà, un microcosmo pronto ad offrire al pubblico una stagione piena di bellezza.

 

LA STAGIONE


Inaugura la stagione, dal 7 al 9 novembreL’AMORE, LA MORTE E LE TASSE di Ottavia Bianchi, liberamente tratto dal soggetto di Zach Helm, con la regia di Giorgio Latini. Come un basso continuo, il ticchettio rapido e insistente di una macchina da scrivere, una voce di donna che racconta la storia di un uomo implicato in una vita apparentemente banale. Un'esistenza scandita soltanto da numeri, infiniti calcoli e da una profonda solitudine. Harold potrebbe trascorrere tutta la sua esistenza in questo limbo senza colore, se un giorno questa voce non cominciasse a perseguitarlo per annunciare la sua imminente morte. Così inizia il viaggio più importante della vita di questo stralunato agente delle tasse, alla ricerca spasmodica di una salvezza.

 

A seguire, dal 14 al 16 novembreDAVID Come quando eravamo felici, testo e regia di Marco Di Stefano, con Andrea Trovato e la voce di Miro Baldini. Lo spettacolo prende spunto dai vari fatti di cronaca che ogni anno avvengono tra Stati Uniti ed Europa. È la storia di un ragazzino di 13 anni, di buona famiglia borghese, figlio di un medico e un’avvocatessa, che prende una pistola dalla cassaforte e compie una strage a scuola. David è la storia di un padre che ci racconta del rapporto con il suo bambino, un rapporto felice fino al giorno della strage.

Il 23 novembre è la volta di WET FLOOR (foto), testo del pluripremiato giovane drammaturgo Fabio Pisano, che pone l’attualissima questione dell'informazione e della veridicità delle notizie che, non solo nel giornalismo ma specialmente nei social, vengono amplificate, spesso senza una verifica seria, generando, talvolta, drammi irreparabili. Ben è un giornalista rampante, sicuro di sé; Ruth è un signore delle pulizie intento a pulire il pavimento. Con la scusa del pavimento bagnato, Ruth costringerà Ben ad uno strano confronto fino a mostrare le sue vere intenzioni: sequestrarlo e punirlo per aver diffuso informazioni scorrette sul suo conto che hanno causato il crollo della sua vita (licenziamento, divorzio).

 

Dal 28 al 30 novembre appuntamento con UOMINI O CAPORALI di e con Francesco Stella e la regia di Nicola Pistoia. Un intenso monologo teatrale che affronta il tema del caporalato nell'Agro Pontino, attraverso lo sguardo di Jasnoor, un giovane immigrato proveniente dal Punjab. La storia, riduzione teatrale del podcast omonimo del 2022, porta in scena il viaggio di Jasnoor, partendo dal debito insostenibile contratto per raggiungere l'Italia fino alla dura realtà della schiavitù moderna nei campi agricoli italiani. Il racconto attraversa momenti di dolore, speranza e coraggio, con una narrazione che intreccia il dramma personale di Jasnoor con quello collettivo di migliaia di invisibili che vivono e lavorano in condizioni disumane.

 

Si continua, dal 5 al 7 dicembre con QUANDO ARRIVA BRISEIDE di Federico Malvaldi, con Alice Casagrande, Federico Lombardo, Giacomo Pressi. Un ristorante in una piccola città universitaria. Tre ragazzi immobilizzati nel loro presente. Un tempo fatto di attese, sogni infranti e amori complicati: tutto avvolto dall’incertezza per un futuro che non promette punti di riferimento o ancore di salvezza.  Lo spettacolo narra la storia di chi non ha capito nulla di questa vita, perché tutto sembra andare nel verso contrario. E allora restiamo lì, immobilizzati in qualcosa che non ci appartiene ma che ci facciamo andare bene, cercando comunque di trovare un sorriso, almeno ogni tanto, in un modo o nell’altro.

 

Appuntamento unico il 13 dicembre con TABÙ di Nicola Manzari con Carlo Valli e Natalìa Pina diretti da Gianluigi Fogacci. Carlo Valli, attore, doppiatore e voce storica dei grandi attori americani tra cui quella di Robin Williams, è un magistrato molto dedito al suo lavoro che viene avvicinato, per non dire adescato, da una giovanissima e avvenente donna. Questo rapporto trascinerà l’uomo in un misterioso e manipolatorio gioco di identità fino ad investirlo di una paternità di elezione, in una dinamica ai limiti della patologia. L’epilogo sarà tragico e romantico allo stesso tempo, portando lo spettatore in un gioco di identificazione molto profondo e inquietante.

 

Tornano per il consueto concerto natalizio, il 20 e il 21 dicembreLE MANI AVANTI il coro diretto da Gabriele D’Angelo con il loro repertorio e ovviamente grandi classici natalizi, da White Christmas a Happy Xmas (War Is Over), passando per rivisitazioni originali come Jingle Bells in minore e una Carol of the bells al cardiopalma. Molti i brani in italiano, con grandi nomi del nostro cantautorato come Fossati, il duo Gazzé - Fabi, fino ad arrivare ai 99 Posse e La rappresentante di lista.

 

Apre il nuovo anno, l’11 gennaio, in prima assoluta, NERA A METÀ, di Ottavia Binchi, anche in scena accompagnata dalla chitarra di Giacomo Ronconi e dalle percussioni di Gino Binchi.

Il trio Bianchi, Ronconi, Binchi, ormai consolidatissimo dopo anni di concerti e spettacoli insieme e dopo la collaborazione per l’album “Ecco il mio cuore”, si ricongiunge stavolta per un viaggio musicale diversissimo dai precedenti. “Nera a metà” non è solo un omaggio alla grande musica di Pino Daniele, attraverso una voce femminile ma è anche il racconto di un ringraziamento, in grande parte autobiografico, e di una scoperta avvenuta in un tempo lontano, quello dell’infanzia, continuata poi per tutta la vita, fino alla sera della morte del grande chitarrista.

 

Dal 16 al 18 gennaio debutta PORNOGRAFICO VAUDVILLE O manifesto sul nulla, scritto e diretto da Stefano Poeta. Due amici vengono invitati a cena da un loro conoscente per incontrare la sua nuova ragazza; il pupazzo di un ventriloquo va al suo primo appuntamento; un uomo ha il sospetto che il suo compagno non lo ami più. Ma questo è solo l’inizio di qualcosa di molto più assurdo, qualcosa di molto più malato e, forse, di irrecuperabile. Tre quadri si intervalleranno l’uno con l’altro, portando avanti un’escalation di assurdità e violenza.

 

Il 24 e il 25 gennaio, Cristina Aubry, diretta da Alessia Sambrini, porta in scena GIOCONDA, una storia profondamente vera. Il racconto di una donna che, guardando suo padre invecchiare e perdere contatto con la realtà, comincia a rimettere insieme i pezzi di una memoria familiare frantumata. Lo spettacolo, pur attraversando temi profondi e dolorosi, è pieno di leggerezza. Non mancano i momenti divertenti, paradossali, persino comici - perché è proprio nel contrasto tra tragedia e quotidianità, che si rivela la verità più umana.

 

Spazio poi, dal 30 gennaio al 1° febbraio, a DESTINATARIO SCONOSCIUTO, liberamente tratto dal romanzo di Katherine Kressmann Taylor, con Franco Mannella e Mario Massari e la

regia di Mario Massari. Novembre 1932. L’ebreo Max Eisenstein e il tedesco Martin Schulse, soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto l’ombra nera della storia: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall’ideologia nazista. Un viaggio alle radici dell’odio razziale nazista che, pubblicato per la prima volta in America nel 1938, rappresentò con lucida chiaroveggenza il clima di spietato razzismo in cui maturarono gli orrori dell’Olocausto.

 

Domenica 8 febbraio è la volta di RESPIRO PIANO di e con Piera Russo: il viaggio catartico nei ricordi di una donna. Attraverso l’utilizzo creativo del corpo e della voce, vengono evocati luoghi fisici e della memoria, all’interno dei quali prendono vita i vari personaggi della storia familiare della protagonista. Siamo in Campania, alla fine degli anni ’50. Mentre Matilde svuota la casa d’origine, ogni oggetto le riporta alla mente ricordi lontani.

In particolare, è il vecchio armadio a custodire la chiave di una verità rimasta nell’ombra: Matilde, a sua insaputa, incarnava il “diverso” in un sistema familiare che pretendeva conformità. Matilde è il frutto dell’eros, di un rapporto extraconiugale tenuto nascosto per non macchiare l’onore della famiglia. La verità celata si intravede nei non detti e si manifesta nella violenza che Matilde, bambina ignara, subisce. Matilde è il simbolo della rivoluzione, intesa come la ricerca coraggiosa dell’autenticità.

 

La stagione continua dal 20 al 22 febbraio, con UN GIORNO DIVERSO, spettacolo scritto e diretto da Domenico De Meo. Uomo e donna si trascinano nel loro tempo immutabile e vuoto. Un giorno trovano un sacco con dei vecchi vestiti, i quali costringono i protagonisti a intraprendere un viaggio nelle profondità del loro passato. I secondi iniziano a scorrere e così la solitudine, l’innamoramento, l’inadeguatezza, la noia, il senso di colpa diventano il combustibile che muove donna e uomo alla ricerca di ciò che sembra essere libertà. Un giorno diverso è uno spettacolo per due attori che rappresentano l’immobilità della negazione e l’esplosività emotiva del ricordo.

 

Il 28 febbraio e il 1° marzo, appuntamento con BABY BLUES, scritto e diretto da Chiara Boscaro, un monologo, o forse un dialogo muto, o forse un dialogo vero e proprio.

Baby Blues è un concerto, o forse la ricerca di un posto dove cantare, o forse ci prendiamo il microfono e basta. Baby Blues è una notte insonne, in una Roma un po’ noir un po’ vintage, tra velluti e mozziconi di sigarette. C’è una cantante che cerca un lavoro, ci sono un sacco di porte

sbattute in faccia, ci sono uomini che non dicono niente e c’è una baby sitter a casa con la bambina, o forse no.

 

Successivamente, dal 13 al 15 marzo debutta BASTAVA LEGGERE di Ottavia Bianchi con la regia di Giorgio Latini. Un sabato di un inverno qualunque di questi anni ingrati, in un teatro di provincia. Una coppia di teatranti in crisi, Marisa e Carlo, apparentemente fermi all’ultimo giro di boa della loro carriera e forse anche del loro matrimonio, si ritrovano rinchiusi per un intero fine settimana in un teatro destinato a chiudere. Con loro due sgraditi ospiti inattesi: il sindaco del paese incaricato di sequestrare loro lo spazio e il suo tirapiedi addetto alla comunicazione. I quattro personaggi saranno costretti a dividere gli spazi tra ostilità, infuocate discussioni, minacce e tentativi di corruzione. I due mondi, quello degli artisti e quello dei burocrati, sembrano apparentemente lonta­nissimi ma le maglie della realtà del nostro tempo sono sfilacciate a tal punto da mischiare le carte fino a mostrare gli aspetti più miserevoli del­l’animo umano, lasciandone in bella mostra il lato più comico.

 

Dal 20 al 22 marzo, Dimitri D’Urbano e Riccardo Maggi dirigono AH.AH.AH o l’innocenza della follia. Peter Pringle era un uomo “normale”, tranquillo e responsabile che, di professione, faceva il clown. Alla fine di uno spettacolo, sul retro di un teatro, Peter sta fumando una sigaretta col volto ancora mezzo truccato. Una fatalità oppure uno scherzetto del destino fanno sì che egli si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato: un uomo uccide due persone in sua presenza e fugge. Peter viene arrestato e condannato all’ergastolo per un duplice omicidio. Un errore giudiziario. Egli è innocente. Ma la condanna diventa esecutiva. Passano quasi dieci anni e l’uomo si trova ancora in carcere. Completamente solo, egli stesso ha smesso di credere alla sua innocenza e si è creato una nuova verità, nella quale invece è colpevole.

 

Spazio poi, dal 27 al 29 marzo, a MIS SMARCO di e con Valentina Illuminati. Dopo una vita costantemente impegnata nei disparati ruoli della brava, divertente, saggia, cazzuta, umile, educata, figlia, sorella, nipote, compagna, sulla soglia degli -anta e ormai donna, Mis Smarco decide di smarcarsi dalle sue ingombranti personalità per “Essere” solo e semplicemente se stessa. In scena un’attrice, molte personalità e altrettanti personaggi. Alternando narrazione, dialoghi e monologhi, la protagonista condivide un percorso, una sfida, una trasformazione. Mis Smarco nasce in una piccola cittadina marchigiana, utilizzando a volte il dialetto d’origine (reso comprensibile a tutti) e trova ispirazione per dipingere la società e al tempo stesso sondare con schiettezza le problematiche di un essere umano alla ricerca di sé.

 

LA PAPESSAun potente inno all’emancipazione femminile interpretato da Beatrice Schiaffino con la regia di Carmen Di Marzo, va in scena dal 10 al 12 aprile. un viaggio iniziatico che intreccia storia, leggenda e spiritualità. Un racconto epico e senza tempo, ispirato a uno degli arcani più enigmatici dei Tarocchi: simbolo di conoscenza profonda, audacia e potere. Per affermare che il diritto alla conoscenza non ha genere, e la fede non conosce confini. Per non tradire se stessa. Simbolo di libertà e disobbedienza, unica Papessa donna della storia, Johanna diventa leggenda - poi carta, archetipo, icona.

 

Le atmosfere del VARIETÀ ‘900 ovvero TINGELTANGEL Intrattenimento di infimo ordine e a basso costo, con la regia di Franco Mannella, scaldano l’Altrove Teatro Studio dal 17 al 19 aprile. Tingeltangel è un termine associato a Karl Valentin, famoso autore e comico tedesco vissuto esattamente un secolo fa, negli anni venti del Novecento. Ma nelle trame del nostro “Tingeltangel Varietà” non c’è soltanto Karl Valentin. Una VARIETÀ di situazioni paradossali e grottesche, nelle quali tutti possiamo riconoscere le nostre debolezze, i nostri difetti, le nostre miserie umane e riderne senza paura e giudizio, perché è questo il potere della comicità! Di qui nasce un mondo surreale e divertente, in cui cinque attori, coadiuvati da un regista “disturbatore” e “disturbato”, daranno vita a una serie di situazioni al limite dell’umana stoltezza. Un’esperienza comica e raffinata in cui il passato incontra il presente e la pancia e le mandibole… perdono il controllo.

 

Dopo il successo della prima edizione, torna in scena il 9 e 10 maggio BLU di Francesca Stocchi con la regia di Lisa Colosimo. Il blu è il colore che, nell'immaginario comune, meno si accosterebbe al Flamenco. Ed è questa, forse, la prima "sfida comunicativa" dello spettacolo. Magari il rosso lo richiamerebbe di più, così com'è anche per il Teatro... ma questi sono solo cliché. In tanti anni dedicati allo studio e alla diffusione del Flamenco, si può dire che sia un baile contemporaneamente noto e sconosciuto.

In BLU, Francesca Stocchi bailaora e coreografa, Lisa Colosimo attrice e regista, esplorano e ricercano il dialogo appassionato che scaturisce dai loro mestieri. La parola serve il gesto, il gesto serve la parola, ed insieme varcano nuovi confini: si trasformano, si mescolano e si colorano nel "rosso" delle loro passioni… ora dipinte di BLU.

 

Chiude la stagione, il 15 maggio, PATETICA MA NON TROPPO Viaggio semiserio nella vita, nella musica e nei malumori di Ludwig van Beethoven di e con Martina Paiano accompagnata al pianoforte da Antonio Bianchi. Tra aneddoti storici, momenti musicali e spunti comici, “Patetica ma non troppo” racconta la vita di Ludwig van Beethoven, genio incompreso e rivoluzionario della musica occidentale, attraverso le note della celebre Sonata n. 8 in do minore Op. 13, detta “Patetica”. Con tono ironico e coinvolgente, lo spettacolo guida il pubblico tra padri alcolizzati e principi mecenati, amori falliti e sinfonie immortali, svelando il lato più umano, contraddittorio e appassionato di un artista che ha cambiato per sempre il modo di ascoltare, e di sentire, la musica.

 

L’Altrove Teatro Studio è, infine, attento alla formazione con l’Accademia di Arte Scenica, i corsi di teatro professionale, i corsi di teatro adulti, corsi di canto, di dizione e linguaggio para verbale e pianoforte.

 

Biglietti: Intero 15 euro - Ridotto 10 euro - Tessera 3 euro

 

Abbonamenti:

MUSICA E DANZA 54 euro (6 spettacoli)

PROSA 144 euro (18 spettacoli)

STAGIONALE 168 euro (21 spettacoli)

CARNET 90 euro (10 ingressi)

 

ALTROVE TEATRO STUDIO
Via Giorgio Scalìa, 53
ipensieridellaltrove@gmail.com
MP 351 8700413
www.altroveteatrostudio.it

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