Libri. Ania Goledzinowska, un'anima in cammino, racconta la sua esperienza "Faccia a Faccia con il Demonio". L'intervista di Fattitaliani

Foto da Facebook


di Giovanni Zambito - Dopo una vita trascorsa sotto i riflettori tra moda, televisione e mondanità, Ania Goledzinowska rompe il silenzio con un racconto che lascia il segno. L’ex modella, compagna per tre anni del nipote di Silvio Berlusconi e volto noto del jet set italiano, pubblica con Sugarco Edizioni Faccia a Faccia con il Demonio, un libro sconvolgente che documenta sei anni di autentici esorcismi attraverso testimonianze dirette, trascrizioni e registrazioni audio originali.

La sua vicenda personale - dalla conversione radicale a Medjugorje al percorso seguito con alcuni dei più autorevoli esorcisti contemporanei, tra cui Don Gabriele Amorth e Don Antonio Mattatelli - si intreccia con episodi inediti della sua vita mondana e con riferimenti inquietanti a casi di cronaca nera.

Già al centro dell’attenzione di testate nazionali e internazionali, il libro si presenta come un atto di coraggio e di denuncia, capace di unire cronaca, spiritualità e introspezione personale in un racconto che mette in discussione certezze e superficialità del presente.

Ania, il tuo percorso di vita è davvero singolare: dal mondo della moda e dello spettacolo a una conversione radicale. Se ti guardi indietro, qual è l'immagine che ti viene subito in mente?

Vedo una ragazza che sorride alle telecamere, ma dentro sente di non essere se stessa. È strano, perché avevo tutto ciò che si desidera, eppure mancava il senso. Forse è questo il paradosso più grande: scoprire che l'applauso del mondo non riempie il vuoto dell'anima.

Qual è stato il momento in cui hai sentito che la tua vita stava per cambiare per sempre?

È accaduto a Medjugorje. Come se qualcuno avesse spento la scena e acceso la verità.

Che emozioni provi oggi nel raccontare pubblicamente vicende così intime e drammatiche?

Ogni volta è un atto di verità, e la verità non è mai comoda. Ma quando lo racconti lo fai perché forse qualcuno, ascoltando, troverà il coraggio di guardare la propria oscurità in un modo diverso.

Perché hai sentito l'urgenza di scrivere questo libro ora?

Perché ogni ferita, se non si trasforma in bene, marcisce. Sentivo che dovevo trasformare il dolore in qualcosa che potesse servire. Il silenzio ha il suo tempo, ma poi arriva il momento in cui tacere sarebbe quasi una colpa.

Il titolo è molto forte: Faccia a Faccia con il Demonio. Cosa significa per te “guardare il male negli occhi”?

Il male non è solo fuori di noi - spesso ci abita, in forme più sottili: l'orgoglio, la paura, la vendetta. Guardarlo negli occhi è riconoscere che può usare anche te, se non sei vigile. Solo quando lo riconosci, puoi smettere di esserne complice.

Nel libro ci sono trascrizioni e registrazioni autentiche di esorcismi. Come hai vissuto la decisione di rendere pubblici materiali così personali?

Con rispetto e tremore. Sono frammenti di verità. Ho deciso di renderli pubblici per mostrare che dietro il male non c'è spettacolo, c'è solo dolore - e una sete disperata di liberazione. E infine la grande potenza della preghiera, che tutti possono adottare nel proprio cammino di guarigione.

Che tipo di reazioni ti stanno arrivando dai lettori? Ti aspettavi un impatto così immediato e potente?

No. Pensavo che sarebbe stato un libro difficile, e invece ha toccato corde profonde. Molti mi dicono che hanno ritrovato la fede, altri semplicemente che si sono sentiti meno soli. Forse la gente ha bisogno di autenticità senza censura.

Sei stata seguita da alcuni dei più importanti esorcisti del nostro tempo, tra cui Don Gabriele Amorth e Don Antonio Mattatelli. Quale insegnamento ti è rimasto più impresso?

Da Don Amorth ho imparato che il demonio odia l'umiltà. Da Don Antonio, che il male si nutre di paura e cattiveria. Ma soprattutto ho imparato che non bisogna scoraggiarsi né avere paura: bisogna continuare a pregare e ad affidarsi, perché alla fine il Bene vince sempre.

Come si vive, concretamente, un percorso di esorcismo lungo sei anni?

Si impara che la libertà è un cammino, non un istante: faticoso e doloroso, ma durante il quale scopri anche veri amici che non ti lasciano mai sola. Sei anni sono lunghi, ma ognuno di quei giorni mi ha insegnato che l'anima si purifica nella resistenza. È un tempo in cui impari a conoscere la tua fragilità e la forza che non sapevi di avere. Impari a mettere ordine nella tua vita: non sei più schiavo, ma consapevole.

Nel libro racconti episodi che coinvolgono fatti di cronaca nera, come il caso Elisa Claps, emersi durante gli esorcismi. Come hai gestito emotivamente esperienze così forti?

Con la preghiera. Ci sono cose che non puoi capire, solo offrire. Ho imparato a lasciare che fosse Dio a dare un senso a ciò che per tanti restava incomprensibile.

Qual è stata la prova più dura da affrontare in questo cammino?

La prova più dura è stata vivere entrambe le realtà - quella umana e quella spirituale - e non impazzire. Ho visto crollare tutto: le certezze, la casa, gli amici, la credibilità. Il demonio mi ha tolto tanto, quasi tutto… ma non la fede.
E con quella, in silenzio e con fatica, ho ricostruito ogni cosa.


Sei stata spesso associata al mondo Berlusconi e al jet set italiano. Quanto è stato difficile liberarti da etichette e pregiudizi mediatici?

Difficile, ma necessario. Oggi il giudizio degli altri non mi interessa. L'unico sguardo che conta è quello di Dio - perché non si lascia ingannare dalle apparenze.

Racconti episodi inediti della tua vita mondana. Come hai deciso cosa rivelare e cosa tenere per te?

Ho scritto solo ciò che aveva senso dire. Il resto appartiene al silenzio, e anche il silenzio è una forma di rispetto. A volte fa più rumore di tante parole.

Guardando alla tua vita “prima” e “dopo” la conversione, qual è la differenza più netta che senti dentro di te?

Prima cercavo di essere vista, volevo piacere. Ora non più. La conversione non è una fuga dal mondo: è imparare a vivere la fede nel mondo.

Spesso oggi si tende a trattare il male e la possessione con scetticismo o superficialità. Cosa rispondi a chi fatica a credere a queste realtà?

Rispondo che l'invisibile non smette di esistere solo perché non lo vedi. L'uomo moderno ha paura di ciò che non può controllare, e il male è una di quelle cose. Ma negarlo non lo fa sparire.

Che ruolo ha avuto la fede in questo percorso?

È stata la mia direzione.

Quale messaggio speri che i lettori portino con sé dopo aver letto Faccia a Faccia con il Demonio?

Che il male è reale, ma non invincibile. Tutto può crollare, ma se resta la fede, hai ancora tutto per ricominciare.
Alla fine, il demonio vince solo con chi smette di lottare.

Ti senti oggi più testimone, più autrice o più “sopravvissuta”?

Mi sento un’anima in cammino. Testimone, sì - di ciò che la grazia può fare quando smetti di resisterle.

Fattitaliani

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