Il soprano Anna Princeva a Fattitaliani: "Se riesco a cantare Norma, posso cantare tutto!". L'intervista


Il soprano Anna Princeva si appresta ad affrontare una bella sfida: domani all'Opera di Anversa ci sarà la prima della "Norma" di Bellini con la direzione musicale di Alejo Pérez (in scena dal 26 al 30 gennaio 2025). Nella nostra intervista, l'artista offre un'esplorazione profonda delle sfide e delle emozioni legate a uno dei ruoli più iconici dell'opera lirica. Condivide il suo approccio personale alla complessità emotiva di Norma, il peso delle aspettative del pubblico e l'attualità delle tematiche esplorate nell'opera. La conversazione evidenzia anche il valore della collaborazione tra interpreti, rivelando una visione intima del mondo operistico.

Cosa significa per Lei interpretare un personaggio iconico come Norma? Come si inserisce questa opera nel tuo percorso artistico?

Norma è, secondo me, uno dei ruoli più difficili mai scritti per soprano. Per me, è molto appagante pensare: "Se riesco a cantare Norma, posso cantare tutto!" Come personaggio, è molto diversa da tutti gli altri ruoli che ho interpretato nella mia carriera. È - se posso dirlo - a volte persino scomodo e spaventoso sentire ciò che sente lei.

Norma è un personaggio complesso, pieno di contrasti emotivi. Come affronta la sfida di incarnare la sua natura sfaccettata, dalla sua forza ai suoi conflitti interiori?

Quasi tutto è nella musica. Bellini crea perfettamente l’atmosfera giusta e mostra, attraverso la musica, ogni cambiamento di umore. Mi sto divertendo molto a interpretarla dal mio punto di vista. Mi chiedo: Come reagirei se fossi in questa situazione?

Norma incarna temi universali come il sacrificio, l’amore e il conflitto interiore. Quale di questi temi La colpisce di più?

Non sono d’accordo sul fatto che Norma incarni l’amore. In lei sento tutto, tranne l’amore. Non ha mai saputo cosa fosse l’amore da bambina. È sempre stata adorata, ma mai veramente amata. Così, nel suo mondo, immagina che l’amore sia uguale a possesso, obbedienza e sacrificio. Ecco! La sua tragedia personale di non sapere cosa sia l’amore vero risuona profondamente con me. Ho incontrato molte persone nella mia vita - da quando ero bambina fino a oggi - che vivono con idee simili sull’amore. Questo mi ha influenzato, distorcendo i miei sogni e i miei obiettivi di vita all’epoca.

Qual è il suo momento preferito nell’opera? C’è un passaggio che rappresenta meglio la sua connessione con il personaggio?

Adoro l’inizio del secondo atto. Musicalmente, è geniale. La melodia pura e semplice e l’orchestrazione evocano una reazione emotiva intensa, dal profondo della mia anima. È anche l’unico momento in tutta l’opera in cui Norma sembra abbassare la guardia e permettersi di essere ciò che è veramente. Ma solo per un secondo…

Norma esplora anche dinamiche sociali e di potere. Come pensa che il suo messaggio possa essere interpretato in un contesto contemporaneo?

Penso che Norma non sia molto diversa da molti moderni capi di stato. Usa la sua posizione, il suo potere e la sua capacità di persuasione per risolvere questioni personali, senza curarsi minimamente delle migliaia di vite che sacrifica per questo.

Il pubblico ha grandi aspettative per Norma. Come affronta la pressione di interpretare un ruolo così leggendario?

Beh… Sono emozionata di mostrare la mia Norma. Penso che la pressione venga dal cercare di essere come qualcun altro, o almeno non peggiore. Per me, si tratta di mostrare come io la percepisco.

Quali sono gli elementi più difficili del duetto con Adalgisa, e come crea una connessione autentica con il mezzosoprano?

La tecnica è fondamentale in un pezzo così complesso. Il lavoro è intenso e la concentrazione deve essere al massimo per tutta la durata dello spettacolo. Per i duetti con Adalgisa, è essenziale avere una connessione autentica con il mezzosoprano. Con Josy ci capiamo molto bene, e sono felicissima che lo stiamo facendo insieme. A questo punto, i duetti sono diventati un momento di gioia e di supporto reciproco sul palco. Giovanni Zambito.


English version

What does it mean to you to portray an iconic character like Norma? How does this opera fit into your artistic journey?

Norma is, in my opinion, one of the most difficult roles ever written for a soprano. Personally, it’s very satisfying to think, "If I can sing Norma, I can sing anything!"

As a character, she is very different from all the other roles I’ve sung in my career. It’s—may I say—sometimes even uncomfortable and scary to feel the way she feels.

Norma is a complex character, full of emotional contrasts. How do you approach the challenge of embodying her multifaceted nature, from her strength to her inner turmoil?

Almost everything is in the music. Bellini perfectly sets the right atmosphere and shows, through the music, every change in her mood. I’m really enjoying interpreting her from my point of view. I ask myself: How would I react if I were in this situation?

Norma embodies universal themes such as sacrifice, love, and inner conflict. Which of these themes resonates with you the most, and why?

I don’t agree that Norma embodies love. I feel everything in her—except love. She never knew what love was as a child. She was always adored, but never truly loved. So, in her world, she imagines that love equals possession, obedience, and sacrifice.

This! Her personal tragedy of being unaware of what real love is resonates deeply with me. I’ve met many people throughout my life—from childhood to now—who live with similar ideas of love. It affected me, distorting my dreams and life goals at the time.

What is your favorite moment in the opera, and why? Is there a passage you feel best represents your connection to the character?

I love the beginning of the second act. Musically, it’s genius. The pure, simple melody and orchestration evoke the most intense emotional reaction from the very bottom of my soul.

It’s also the only moment in the entire opera where Norma seems to let her guard down and allows herself to be who she really is. But only for a second…

Norma explores social and power dynamics as well. How do you think its message can be interpreted in a contemporary context?

I feel like Norma is not far removed from many modern heads of state. She uses her position, power, and persuasion to regulate her personal issues, completely disregarding the thousands of lives she sacrifices in the process.

Audiences have high expectations for Norma. How do you handle the pressure of performing such a legendary role?

Well… I’m excited to show my Norma. I feel like the pressure comes from trying to be like someone else, or at least not worse. For me, it’s about showing how I feel about her.

What are the most challenging elements of the duet with Adalgisa (Josy Santos), and how do you create an authentic connection with the mezzo-soprano?

The technique is fundamental in such a difficult piece. The work is intense, and concentration must be at its peak for the entire duration of the show.

For the duets with Adalgisa, it’s crucial to have a genuine connection with the mezzo-soprano. Josy and I understand each other very well, and I’m super happy we’re doing this together. At this point, the duets have become a moment of joy and mutual support on stage.

Foto di ©Tania-Bonnet

Fattitaliani

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