Una breve intervista allo scrittore Claudio Demurtas, autore di Carillon

Intervista a cura di Francesca Ghezzani.

Lo scrittore sardo Claudio Demurtas è da febbraio scorso in libreria con il suo terzo romanzo Carillon, edito da Dialoghi per la collana Intrecci.

Protagonista di queste nuove pagine è Severino, professore tormentato da conflitti interiori che toccano l’assoluto sentimentale, vagheggiato come connubio perfetto di spirito e di corpo, cercato e mai trovato. La sua ricerca lo trascina in una fantasmagoria di avventure uccise dal sesso, che lo piombano in un tedio baudeleriano. Caduto in forte depressione, tenta il suicidio. A questo punto, Bebo, il suo amico pittore, gli offre una via di fuga, rappresentata da una ballerina da lui conosciuta in Spagna: Estrella, fiore bellissimo ma stregato. Una improvvisa vaghezza punge Severino: deve andare a cercarla! Ma è inverno e, in quella stagione, lei si trasferisce in America. Inizia così un vagabondaggio surrealista e vagamente dadaista, dove la ricerca di Estrella diventerà ossessione e incubo.

 

Claudio, cosa ti ha ispirato a scrivere "Carillon"? Ci sono stati eventi o persone che hanno influenzato la creazione di questa storia?

Nulla. La penna ha cominciato a scrivere da sola e non ho dovuto affrontare alcuna sfida.

Severino è molto complesso e tormentato. Come sei riuscito a sviluppare un personaggio con tali profondità emotive e psicologiche?

Non lo so. Severino non ha avuto nessuna levatrice. È nato da solo.

I personaggi di Bebo e Estrella giocano ruoli cruciali nella vita di Severino. Quale significato portano nella trama?

Spetta al lettore individuarli.

Il tema della ricerca di un amore assoluto è centrale nel romanzo. Cosa rappresenta per te questo "amore con la A maiuscola" e, inoltre, perché pensi sia importante esplorarlo in letteratura oggi?

Perché spesso l’amore viene fagocitato e ucciso dal sesso. Bisognerebbe, credo, puntare i riflettori sul quadro e tenere in sottofondo i colori della cornice, ma io non ho nulla da insegnare a nessuno.

Hai dichiarato che il finale del romanzo ti ha sorpreso durante la scrittura. Puoi raccontarci di più su come il processo di scrittura ha preso forma e come sei arrivato a quel finale?

Non ne ho contezza. A volte, quando pensi che la penna debba andare a destra, ti accorgi che, sua sponte, invece svolta a sinistra; perché io non ho la visione anticipata di come deve procedere la storia, lo scopro solo in itinere.

Cosa speri che i lettori traggano dalla lettura di "Carillon"?

Emozioni colorate e positive, senza visioni tempestose o angoscianti.

Hai altri progetti letterari in cantiere? Se sì, puoi darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci in futuro?

L’ultimo mio romanzo, ancora nella fase di editing, si intitola “La vibrazione dei corpi”.


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