Intervista a Claudio Cherubini, l'uomo che ama le sfide: Si può crescere fino all'ultimo respiro, ne sono convinto

Fattitaliani



di Laura Gorini
E' un uomo profondo, schietto e sincero Claudio Cherubini oltre che un amante delle sfide. Ha dato alle stampe due splendidi libri e l'ultimo si intitola Uscire da Matrix. Di questo e di molto altro ancora ci ha parlato l'autore in questa lunga e appassionante chiacchierata a cuore aperto.

Da bancario a promotore finanziario, poi a scrittore, mi sembra di intuire che lei ama mettersi in gioco... È così?

Sì, sicuramente amo mettermi in gioco, approfondire e sperimentare nuove cose.

Sono convinto che si possa crescere fino all’ultimo respiro, purché si sia disposti a impegnarsi in nuovi apprendimenti, avere nuove esperienze.

È proprio attraverso l’apprendimento e la pratica che il cervello stabilisce nuove connessioni neurali, nuove sinapsi che possono rigenerare la nostra vita. Scollegarci da convinzioni e credenze non nostre e spesso mai verificate.


Ma come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura e come è nata l'idea di dare alle stampe il suo primo libro intitolato
Tutto ciò di cui ho bisogno è già dentro di me!

Da sempre avrei voluto scrivere un libro ma gli impegni lavorativi non me lo permettevano. Andato in pensione, con più tempo a disposizione, ho avuto la possibilità di realizzare il mio sogno: condividere ciò che avevo imparato e messo in pratica nel corso degli anni con lo scopo di aiutare tutti, compreso me stesso, a crescere, a eliminare la sofferenza dalle vite di ognuno e trovare il naturale stato di benessere che è per tutti un diritto di nascita.

Ci sono già segnalate nel titolo due parole chiave del testo: il bisogno e me. Ma che cosa significa davvero avere bisogno oggi che- apparentemente- sembra che possiamo avere tutto?

Quando parlo di bisogno non parlo di beni materiali. Cerchiamo la felicità nelle cose materiali, negli altri, ma è una felicità effimera. La vera felicità la troviamo dentro di noi. Solo rivolgendoci verso noi stessi entriamo in contatto con la scintilla divina che è in noi e che ci collega con l’intero universo e con la vera consapevolezza.

I Social e il Web in generale ci fanno pensare che è tutto a portata di mano. Non è questa una grande illusione?

In realtà è così, tutto o quasi è a portata di mano ma quante di queste cose sono veramente necessarie? Quanto la televisione ci ipnotizza e ci rende schiavi presentandoci una realtà effimera e illusoria?

Quanto possono fare male le illusioni alla nostra vita e a noi stessi?

Le illusioni sono deleterie e ci sviano dalla vera consapevolezza, dal nostro percorso e dal motivo per cui ci siamo incarnati in questo corpo.

L'altra parola chiave è me. Come possiamo mettere al centro della nostra esistenza noi stessi senza dimenticarci degli altri e diventare eccessivamente egoisti?

Non è egoismo: solo quando amiamo veramente noi stessi e raggiungiamo un elevato livello di consapevolezza possiamo aiutare alche gli altri. Credo nel dare, ma per dare occorre avere. Se vuoi dare amore devi essere amore! 

Esiste- secondo lei- una forma di sano egoismo? E quando non lo è più?

Per me non esiste. Per quanto sano rimane sempre egoismo. Come ho scritto in precedenza non si tratta di egoismo, ma di trovare il proprio equilibrio, il proprio sé, la connessione con delle forze superiori, provare amore incondizionato, felicità nonostante tutto e solo a questo punto saremo in grado di donare agli altri.


Un altro importante step lo affronta nella sua seconda opera intitolata Uscire da Matrix...  Possiamo considerarlo una sorta di sequel della sua prima opera?

Sì, senza dubbio. Anzi, dirò di più: all’inizio era proprio così,  ma, dopo l’esperienza del primo libro, ho vissuto una grande evoluzione e sono andato oltre. In più la pandemia di Covid 19 mi ha dato spunti di riflessione che sono andati a integrare il libro.

Di grande impatto è pure il sottotitolo, Il labirinto apparente... Perché ci facciamo ancora distrarre da ciò che appare ma poi davvero non è?

False convinzioni, credenze imposte da altri spesso non indagate ma tramandate, ci portano in luoghi comuni, in labirinti che possono essere aperti cambiando false credenze e opinioni.

La Religione in tale direzione ci può aiutare o no?

Secondo me la religione indica una ricerca esteriore, formale e dogmatica. Fornisce un percorso uguale per tutti. La spiritualità è una fede più personale, un viaggio all’interno di noi stessi, la ricerca di Dio dentro di noi. La vera ricerca è interiore. Amo comunque il vangelo che ritengo sia un valido manuale d’istruzione.

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