Negli occhi la scintilla di orgoglio e la voglia di tenere alto il nome di Venezia, la Regina dei Mari. Nelle mani i calli formatisi dopo anni di esperienza, passati ad affinare la tecnica e a trovare il giusto ritmo tra le onde della laguna. L’equipaggio maschile del galeone Venezia per il 66esimo Palio delle Antiche Repubbliche Marinare ha fame di vittoria, ed è più che pronto a dare filo da torcere alle altre tre squadre in gara: Pisa, Amalfi e la vincitrice uscente, Genova. L’appuntamento è per le ore 18 del 5 giugno, ad Amalfi, su un campo di gara lungo 2mila metri in linea e che abbraccia il tratto di mare che va dal Capo di Vettica fino alla Marina Grande. A precedere il tradizionale evento, sabato 4 giugno alle ore 17:45 si terrà una gara parallela con equipaggi misti, con partenza da Marmorata e arrivo ad Atrani. Venezia parteciperà portando la prima squadra completamente femminile nella storia del Palio.
Celebrare le rivalità e le imprese delle quattro Repubbliche Marinare italiane, all’insegna non solo della storia e dello sport, ma anche della tradizione e della cultura. Con questo scopo nasceva, nel lontano 1955 e sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, la manifestazione nota come Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, disputata ogni anno, a rotazione, nelle quattro città. Dalle imbarcazioni, progettate e costruite dalle abili mani di Giovanni Giuponi della Cooperativa Gondolieri di Venezia, ai successi accumulati negli anni, eco della storica abilità remiera della Serenissima: tanta è la venezianità che ogni anno si mostra all’Italia e al mondo intero.
Con un equipaggio composto da otto vogatori e un timoniere, le barche che scendono in acqua per sfidarsi si distinguono nei colori e nelle splendide polene: il verde e il leone alato di San Marco per Venezia; il rosso e l’aquila di Pisa, che simboleggia l’antico legame tra la Repubblica Marinara e il Sacro Romano Impero; il blu e il cavallo alato di Amalfi; il bianco e il drago di San Giorgio per Genova.
Alla polena che taglia per prima il traguardo viene consegnato l’ambito trofeo in oro e argento realizzato dalla Scuola Orafa Fiorentina, raffigurante un galeone a remi sorretto da quattro ippocampi, sotto al quale compaiono gli stemmi delle Quattro Repubbliche. Il premio rimane nelle mani della città vincitrice per un anno, per poi essere rimesso in palio in occasione della regata successiva. A precedere l’evento sportivo un corteo storico, durante il quale sfilano i figuranti nei panni di antichi personaggi che caratterizzano ciascuna Repubblica.
Nei suoi 65 anni di duelli via mare, la città lagunare è riuscita ad aggiudicarsi ben 34 vittorie, più di tutte le altre tre squadre messe insieme. “Venezia ha vinto il 50% delle volte che ha fatto la regata”, racconta Mauro Serena, direttore tecnico dell’equipaggio maschile del galeone Venezia di quest’anno, giunto alla sua ventiduesima presenza al Palio dopo aver passato 9 anni da vogatore e 13 da allenatore, “andremo ad Amalfi per vincere. Partiamo per arrivare primi, e se qualcuno dovesse arrivare prima di noi non lo farà in scioltezza”.
Quello che Serena e il suo team allenano è un affiatato equipaggio di amici, quasi una famiglia, che ogni volta che infila un remo in acqua ci mette esperienza, determinazione, passione. Tra volti nuovi, impazienti di dar prova di sé al loro primo Palio, e facce note provenienti dalla laguna stessa, orgogliose di rappresentare la propria città ad Amalfi, uno è il desiderio che predomina: vincere.
“Abbiamo dei componenti molto forti”, afferma Stefano Morosinato, allenatore e timoniere del galeone, “sono ragazzi che hanno partecipato alle Olimpiadi o ai mondiali, come anche vincitori della Regata Storica. Siamo fiduciosi”. “I ragazzi sono carichi”, aggiunge il direttore tecnico, “e ognuno sa che sta dando il massimo perché il suo compagno davanti e quello dietro stanno già dando il massimo per lui. È un’esperienza che ti resta nel cuore e che ti ricordi per tutta la vita”.
Allenarsi in laguna per il Palio delle Antiche Repubbliche Marinare richiede dedizione: bisogna fare i conti con il traffico di motoscafi e barche a remi, le condizioni meteo avverse e il fatto che spesso ci si sveglia all’alba o si torna a casa la sera tardi. È essenziale trovare un ritmo per affinare la tecnica, oltre che avere la volontà di far migliorare la barca giorno dopo giorno. Ma per l’equipaggio, unito quasi quanto una famiglia, non bisogna mai dimenticare di metterci anche il cuore, perché a volte conta di più l’insieme che la pura forza fisica.