Bellissimo il titolo: nasce durante la scrittura o alla fine. Che cosa racchiude in sé?
Attribuisco allo scrigno un'alta valenza simbolica ed è per questo che nel testo ricorre più volte. Come titolo arriva alla fine, non aggiungo altro per non togliere piacere alla lettura.
Il primo romanzo non è semplicemente la pubblicazione di una storia, ma anche il punto di arrivo di un percorso. Quanto c'è dietro questo tuo debutto letterario a livello di formazione e di sentimenti?
Beh sì, sicuramente un percorso di vita e formazione che in qualche modo si dispiegano per renderti quello che sei. Sono fermamente convinta che siamo anche il frutto di ciò che leggiamo o ascoltiamo. Non è autobiografico, ma dietro un libro c'è comunque un autore che esperisce!
Se dovessi presentare ai nostri lettori in poche battute il libro in che maniera lo faresti?
Direi molto sinceramente che quando l'ho scritto annaspavo, come molti dei miei personaggi, e alla fine ho trovato fiato... potrebbe accadere anche a loro!
C'è una scena, un passaggio, che ne rappresenta appieno lo spirito?
Non ho il dono della sintesi per cui preferisco scegliere una frase rappresentativa: "Hai ancora tempo!".
Chi ti ha seguito e supportato?
Sicuramente i miei affetti, famiglia ed amici, il mio editore Maurizio Vetri che è una persona estremamente perbene che mi ha messa nelle condizioni di lavorare serenamente e, in maniera casuale e fortuita, un uomo che ha fatto parte della mia vita e al quale mi ero ispirata per la costruzione di uno dei personaggi principali.
Quando è arrivato il momento preciso in cui ti sei messa davanti al pc e la storia ha cominciato a prendere forma?
Per carità, niente computer, penna e carta, il computer solo per trascrivere, mi blocca la creatività!
Che cosa speri venga colto del romanzo?
Spero susciti un'emozione, nient'altro che quello! Grazie, Aurora. Giovanni Zambito.
Foto: Antonella Cacciatore