La “Febbre del Sabato sera” inizia con le “Estrazioni del lutto”:
Italia 792, Spagna 324, Francia 78, ecc. . Presto la ruota si amplierà e le
estrazioni quotidiane si faranno agli angoli più disparati del mondo.
Mi è parso di trascorrere lo Shabbat
(il Giorno del Riposo Ebraico) in un quartiere religioso … almeno così
sembrava Trastevere privo di macchine. I rumori si fanno rari e distinguibili.
Un motorino che passa lontano, un treno che sibila, il tragitto di un’ambulanza
lontana con la sirena che si avvicina poco a poco. Non è che se ne siano
sentite più che d’abitudine essendo la zona vicina a molti ospedali, ma non
essendoci il fracasso costante del traffico, si percepisce lo stridore
prolungato della sua voce annunciarne il percorso: viene da Testaccio, sta
attraversando il ponte sul Tevere, passa sotto Porta Portese … sicuramente si
sta dirigendo verso il San Camillo, ma forse – temo - verso lo Spallanzani.
Tutto lascia pensare solo al Coronavirus, come se le altre malattie
fossero tramontate. Di positivo rimane solo l’assenza di incidenti stradali.
Sono diminuiti anche gli omicidi dentro le mura familiari (ma non estinti), ma
si è però creato un nuovo gruppo che di positivo ha solo il Covid-19: 4.821
“iscritti” oggi in Italia.
Prosegue – temo che durerà parecchio – l’esilio che tutti dobbiamo
condividere a distanza per far decrescere queste macabre statistiche, sperando
che i numeri che ancora oggi ci affliggono, siano dettati dalle misure lievi
cui eravamo sottoposti due settimane or sono.
Mi rincuorano gli scambi con i parenti lontani: mi chiamano dal Canada,
da Londra … ricevo messaggi frequenti da amici in Germania, in Francia, …
timorosi per noi qui e per loro domani.
Ecco: percepisco il passo di un uomo di mezz’età giù per strada col suo
cane …. direi media taglia, un cucciolo di pastore. Lontano vedo la luce blu di
un posto di blocco. Il pensiero corre veloce verso chi si prodiga per noi
italiani, figli di poeti e navigatori, ma troppo spesso imbecilli che vogliono
approfittare di questa splendida città vuota, per fare una passeggiata.
Alan Davìd
Baumann