L'Opéra Royal de Wallonie a Liegi apre alla grande la stagione con una nuova produzione di "Madama Butterfly" (cast): brillano Yasko Sato, Mario Cassi e la regia di Stefano Mazzonis di Pralafera. In scena fino al 28 settembre.
L'opera, il genere più completo dello spettacolo, si presta da un lato ad essere riproposta in maniera innovativa e moderna e dall'altro secondo i canoni della tradizione più autentica. In mezzo a proposte sperimentali e trovate artistiche più o meno congeniali a cui si assiste in diversi teatri, l'opera di Liegi rappresenta una garanzia: quella del bel canto declinato secondo schemi e aspettative che rispettano le intenzioni originali dei compositori.
Anche la nuova produzione di "Madama Butterfly" (con la Fondazione Festival Pucciniano Torre del Lago) segue questo solco. Tutto appare chiaro e confortante allo spettatore: nessun concettualismo astratto o metafora che possa distrarre il pubblico dalla storia per cercare di capire valenze e significati della messa in scena.
Yasko Sato e Dominick Chenes |
La regia di Stefano Mazzonis di Pralafera (intervista) è delicata così come i sentimenti della giovane Cio-Cio-San (Yasko Sato) che si affida a Pinkerton, un perfetto Dominick Chenes nella voce e nel fisico. Tanto irritante quanto azzeccato è Saverio Fiore nei panni di Goro: a livello di interpretazione vocale e attoriale è impeccabile. Sabina Willeit è un'ottima Suzuki. Mario Cassi (intervista), sempre più bravo, padroneggia e rende al meglio il personaggio del Console Sharpless.
Yasko SATO - Sabina WILLEIT |
Il M° Ayrton Desimpelaere comunica la giusta ampiezza all'orchestra riuscendo a trasmettere l'adeguata eco al dramma della giovane donna.
La scena più bella? Il dialogo fra Butterfly e Sharpless. Entrambi gli artisti restituiscono l'intensità e la densità delle parole che cantano: Cassi mostra un'eleganza e una preparazione del tutto naturali. Il suo console rispecchia al contempo la dignità propria del personaggio e la comprensione nei confronti della protagonista.
Saverio Fiore |
Lei, nel secondo atto, in abiti occidentali, continua a credersi sposata e americana, e il suo muoversi concitato suscita pietà e tenerezza.
Eccellente lavoro quello di Mazzonis di Pralafera: tutti gli intepreti hanno una pronuncia chiara, il coordinamento e l'incastro di attori, scenografia di Jean-Guy Lecat, i costumi di Fernando Ruiz, le luci di Franco Marri con i tempi narrativi risultano scorrevoli, senza intoppi, privi di sovrastrutture inutili. La trovata dell'elicottero che atterra sul tetto dà quel guizzo di grande originalità.
Bellissimo il finale, coerente con l'insieme: nel passeggino Kate Pinkerton (Alexise Yerna) non trova che un fantoccio fatto di vestiti e non il figlio del marito.
Che fine avrà fatto il piccolo? Chissà: forse Butterfly l'avrà ucciso prima di apparire per l'ultima volta in scena trafitta dal pugnale... o forse no.
Applausi calorosi e meritati. Giovanni Zambito.
Foto: © Opéra Royal de Wallonie-Liège