Teatro, Pierfrancesco Poggi a Fattitaliani: oggi c'è rispetto dei ruoli e si tende a mettere in comune saperi ed esperienza. L'intervista

In un mondo che va veloce, in cui la caccia alla novità è una gara ad ogni livello, il successo di un’atmosfera da cafè chantant, che rivive grazie alla voce di Pierfrancesco Poggi, fa altrettanto clamore come la sala stracolma che ha accolto nella settimana passata il menestrello toscano e romano d’adozione. È per questo che, a grande richiesta torna, dal 6 al 10 febbraio all’OffOff Theatre "C’era una volta… il teatro nelle cantine", una serata dedicata agli istrioni e ai padri del teatro contemporaneo. Fattitaliani lo ha intervistato.
Che cos'era "Il teatro nelle cantine"?
Molte cose. Soprattutto la libertà di stare fuori dagli schemi, innovare con coraggio, parlare a un pubblico diverso da quello tradizionale e allargare i confini espressivi.
Perché non esiste più? dove lo si può ritrovare in una qualche maniera?
Quell'innovazione è entrata a far parte delle proposte del teatro tradizionale, soprattutto con il teatro di regia che rispetto a quello capocomicale ha saputo cogliere molti aspetti della sperimentazione. Non c'è un luogo specifico dove lo si possa trovare ma degli artisti, che per loro stessa natura sono dirompenti e creativi senza catene, un esempio per tutti è Carlo Cecchi ma non solo.
Che cosa ha attinto dai grandi nomi che omaggia nello spettacolo?
Spero il rigore, la capacità di parlare a tutti, lo sberleffo e l'autoironia. Il superamento della retorica e la commistione dei generi senza discriminazioni. 
Nei loro confronti che sentimento prevale nello spettacolo: la nostalgia, l'amarezza, il rispetto?
La consapevolezza dell'attualità di brani e generi che sono senza età, che i ragazzi non conoscono e che a fine spettacolo mi domandano perché questo prezioso materiale sia pressoché dimenticato.
Come vede il teatro delle nuove generazioni? in che direzione si sta muovendo?
Vedo tanta voglia di fare e una grande collaborazione tra coloro che muovono i primi passi nello spettacolo che ai miei tempi non c'era. Eravamo più individualisti, oggi c'è rispetto dei ruoli e una tendenza a mettere in comune saperi ed esperienza. Detto da un solista suonerà strano, ma ahimè quello che faccio riesco ancora a farlo proprio perché ho con me solo un pianista e questo elimina passaggi e costi. Scrivere, suonare, cantare e recitare sono stati l'unico modo per sopravvivere artisticamente. E poi, sinceramente, dà un bel gusto.
LO SPETTACOLO
È proprio nelle cantine che nasce quella generazione di attori e cantautori che fa parte della società, vivendola e condividendola con il pubblico grazie a testi ed esibizioni che rimarranno nella memoria popolare. In quei bugigattoli spesso sconosciuti, sono nati i brani che hanno fatto la storia dello spettacolo. E così, accompagnato al pianoforte da Stefano De Meo, Pierfrancesco compie un viaggio al finire degli anni'70, a quel tempo che ha dato inizio al cabaret, alla canzone d'autore e all’avanguardia teatrale, alla base e protagonisti del teatro di oggi.

Oltre un’ora di musica e parole, con brani e canzonette in grado di raccontar della vita con leggerezza, del passato con nostalgia e del presente con una dolce amarezza sempre in grado di strappare un sorriso. Pierfrancesco conduce il pubblico in un percorso fatto di ricordi, omaggio alla primavera del cantautorato, riportando in vita grandi nomi come Vittorio Gassman, Dario Fo, Giorgio Strehler, Renato Carosone e molti altri. Da La Commedia è Finita, passando per Il Canto delle Svergognate, o Pigliate 'na Pastiglia, passando per i personaggi protagonisti delle radio del tempo, come La Sarta Olga e Il Mago Teresa, fino a improbabili medley di canzoni filippine.

BIOGRAFIA: Nato a Pisa nel 1953, Pierfrancesco è attore e autore teatrale, radiofonico, televisivo e cinematografico. Ha lavorato in Teatro con Patroni Griffi, Stoppa, Ronconi, Gregoretti e Berio ed è stato premiato come commediografo ad Astiteatro ‘92 e Benevento Città spettacolo nel ‘94. In radio ha partecipato a programmi con Paolo Conte, Diego Cugia, Enrico Vaime, Luciano Salce, come autore e interprete di varietà e prosa. Sue le sigle e i gingles di programmi come Black-out, Premio Forte dei Marmi per la satira, “Macheoraè” e “Il programma lo fate voi”. Il suo atto unico Gocce d’acqua è stato trasmesso nel teatro di Radiotre Rai. In TV ha fatto programmi con Nanni Loy, Enzo Trapani, Fabio Fazio, Pupi Avati e numerose fiction tra cui: “Il caso Redoli”, "Ritornare a Volare", "Il goal del Martin Pescatore", "Mamma per caso", “Marcinelle”, “Emanuela Loi”. Al cinema ha preso parte a film con Giannetti, Lazotti, Bondì, Marra, Del Monte, Di Martino e Ettore Scola (Il film "La cena" ha ricevuto il Nastro d’argento per l’intero cast maschile). Per la canzone ha partecipato al Premio Tenco alla rassegna dell’84, dell’88 e del ‘98, e nell’87 ha ricevuto a Livorno la Targa Piero Ciampi. Ha scritto il libro per ragazzi “Houdini il mago della fuga” e cantato l’audiolibro “Grillo bel grillo” di canzoni popolari toscane. La banda di Tamburello edito da Solferino è il suo esordio narrativo.

OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
Costo Biglietto: 15 euro
Da mercoledì a venerdì h. 21,00 - Sabato h.18,00 – Domenica h.17,00
Info e Prenotazioni+39 06.89239515 offofftheatre.biglietteria@gmail.com
Fattitaliani

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