In scena al Teatro Belli di Roma fino al 22 febbraio 2015 "Buonanotte, mamma" di Marsha Norman con Elisabetta De Vito e Sarah Biacchi e la regia di Ciro Scalera. Il testo indaga il rapporto di incomunicabilità tra una madre passivamente dipendente - la Thelma interpretata da Elisabetta De Vito - e Jessie, la figlia disperatamente svuotata dalla vita. Jessie, la delusa e depressa divorziata interpretata da Sarah Biacchi, in una delle ripetute serate di convivenza nell'anonima periferia americana finalmente prende in mano le redini del proprio destino, nella maniera più definitiva. Alla drammatica decisione Thelma non può rassegnarsi, trovando forse nel corso di questa notte speciale il primo vero contatto delle loro esistenze parallele.
Fattitaliani ha intervistato Sarah Biacchi.
C'è differenza nel prepararsi ad interpretare un personaggio di un testo classico (Goldoni, Shakespeare...) rispetto a un testo contemporaneo? La differenza è moltissima. Un personaggio classico porta con sé un carico di storia e di precedenti interpretazioni a cui spesso si fa-non si fa riferimento. Io ho affrontato numerosi personaggi classici, e spesso sono pregni della loro tridimensionalità. Il segreto è trascinarli nella loro identità, nella loro contemporaneità. Un personaggio come Jessie non è diverso dall'interpretare un film. E' fatto di microintenzioni, di retropensieri, di piccolissime aderenze con se stessi che necessita una studio basato sul 'metodo'. E poi la ferita con la parte profonda di se stessi è più aperta.
Su quale aspetto avete maggiormente puntato nell'interazione con Elisabetta De Vito?
Con Elisabetta De Vito, che mi regala certamente metà del lavoro con la sua fantastica interpretazione, è una madre anaffettiva e legata alla praticità della vita. Ciò su cui stiamo lavorando è proprio la differenza fra me e lei nella vita (Elisabetta è una mamma, LA MAMMA per eccellenza, che regala baci, amore, e abbracci senza chiedere niente) e la Thelma in cui si trasforma magnificamente. Proprio la sua lontananza mi pesa così tanto come Jessie, e come Sarah. E questo dolore è la chiave di tutto il rapporto.
Con Elisabetta De Vito, che mi regala certamente metà del lavoro con la sua fantastica interpretazione, è una madre anaffettiva e legata alla praticità della vita. Ciò su cui stiamo lavorando è proprio la differenza fra me e lei nella vita (Elisabetta è una mamma, LA MAMMA per eccellenza, che regala baci, amore, e abbracci senza chiedere niente) e la Thelma in cui si trasforma magnificamente. Proprio la sua lontananza mi pesa così tanto come Jessie, e come Sarah. E questo dolore è la chiave di tutto il rapporto.
Giudichi il tuo personaggio? che cosa vedi in lei?
In Jessie vedo me. E' inutile che dica il contrario. Tutta questa operazione nasce dal contatto profondo con il dolore. Per motivi personali, proprio come lei, la capisco e la abbraccio. Le voglio molto bene. Non giudico la sua scelta, non penso a lei come ad una sconfitta. Jessie sta profondamente male e sceglie lucidamente di prendere la strada in cui terminare il proprio dolore. Non è pazza né esaurita. Ha convissuto da sempre con una malattia profonda ed importante come l'epilessia, che le ha condizionato tutta l'esistenza. E ha vissuto circondata da persone meno sensibili di lei. La sola cosa in cui non riesco a comprendere Jessie è che ha un figlio. Riuscire a superare la paura di lasciarlo solo va al di là della mia immaginazione.
In Jessie vedo me. E' inutile che dica il contrario. Tutta questa operazione nasce dal contatto profondo con il dolore. Per motivi personali, proprio come lei, la capisco e la abbraccio. Le voglio molto bene. Non giudico la sua scelta, non penso a lei come ad una sconfitta. Jessie sta profondamente male e sceglie lucidamente di prendere la strada in cui terminare il proprio dolore. Non è pazza né esaurita. Ha convissuto da sempre con una malattia profonda ed importante come l'epilessia, che le ha condizionato tutta l'esistenza. E ha vissuto circondata da persone meno sensibili di lei. La sola cosa in cui non riesco a comprendere Jessie è che ha un figlio. Riuscire a superare la paura di lasciarlo solo va al di là della mia immaginazione.
Che cosa ti piacerebbe che il pubblico apprezzasse di più dello spettacolo?
Vorrei che il pubblico vedesse la magnifica regia che ha fatto Ciro Scalera. La delicatezza con cui ci ha preso per mano e ci ha guidato in un percorso traumatico e catartico. Vorrei che il pubblico andasse a casa e pensasse e abbracciasse qualcuno. Un amico, un genitore, un figlio. Così. Senza riserve. Uno solo di questi abbracci, una sola di queste aperture, e varrà la pena averlo fatto. Giovanni Zambito.
Vorrei che il pubblico vedesse la magnifica regia che ha fatto Ciro Scalera. La delicatezza con cui ci ha preso per mano e ci ha guidato in un percorso traumatico e catartico. Vorrei che il pubblico andasse a casa e pensasse e abbracciasse qualcuno. Un amico, un genitore, un figlio. Così. Senza riserve. Uno solo di questi abbracci, una sola di queste aperture, e varrà la pena averlo fatto. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Note del regista
Note del regista
“L’immobilismo
di una madre ferma nel diritto di essere tale – scrive il regista
Ciro Scalera - Il prodigarsi di una figlia per compiacerla e tentare
di definirsi. Una grande menzogna. Un singolare approccio alla vita e
alla morte. Questi gli ingredienti che danno vita a uno scontro
dialettico e di sensibilità fra le due protagoniste. Una motilità
interiore che ravviva un’apparentemente anonima quotidianità.
L’indagine su un passato che tinge la scena ora di note spietate,
ora di struggente tenerezza. Una sorta di rush finale di due anime
che tentano vanamente di afferrarsi l’un l’altra, di sconfiggere
una solitudine imperante che tocca note nascoste in ogni cuore”.
Con
l’atto unico “ ‘night, Mother “ Marha Norman vinse il
Pulitzer nel 1983, dopo aver scioccato il pubblico statunitense con
questo potente interno familiare, che venne interpretato da attrici
del calibro di Kathy Bates e Anne Bancroft.
Biografie
Elisabetta
De Vito,
pluripremiata interprete di prosa e docente di recitazione, è nota
al grande pubblico anche per le sue partecipazioni a fortunati
prodotti televisivi e cinematografici, da “Il Maresciallo Rocca”
a “Distretto di Polizia”. Fra i sodalizi artistici si citano
quelli con Gigi Proietti, con il quale si è formata, e con la
“ditta” Pistoia e Triestino in numerosi allestimenti; l'ultimo,
“Scacco pazzo” di Vittorio Franceschi.
Sarah
Biacchi
ha calcato i palcoscenici degli Stabili italiani nei ruoli più
impegnativi, dalla Giulietta shakespiriana alla Mirandolina
goldoniana, diretta da firme che vanno da Jurij Ferrini a Gabriele
Vacis. La formazione musicale che l'ha portata da soprano fino in
Giappone, negli ultimi anni le ha permesso originali progetti di
teatro-musica, nei quali affronta grandi personaggi del passato, a
partire da una recente, memorabile Edith Piaf.
Teatro
Belli
Piazza
Sant'Apollonia 11/a Roma Tel. 06 5894875
dal
10 al 22 febbraio 2015
Orari
spettacolo: dal martedì al sabato ore 21:00 - Domenica ore
17:30
Biglietti:
Interi euro 18,00; ridotti euro 13,00
RIDUZIONI
PER I LETTORI DELLE TESTATE MEDIA PARTNER DELLO SPETTACOLO:
PERSINSALA,
SALTINARIA, GUFETTO