Aragona. È un due novembre decisamente mesto. Generalmente, nel paese delle zolfare e delle Macalube, così come in tanti altri centri di Sicilia, la commemorazione dei defunti ha goduto del bilanciamento dei sentimenti: gioia incontenibile dei bambini, doloroso ricordo per gli adulti. Quest’anno però anche i più piccoli, segnati dalla tragica perdita di Carmelo e Laura Mulone, mostrano la loro dose di tristezza.
Nella manifestazione pubblica, curata dalla municipalità, una loro rappresentanza ha aperto il corteo. Alcuni di essi reggono un cuscino di fiori candidi, altri portano pensieri, preghiere, piccoli gadget. Ai più grandi, segnati anch’essi dalla tragedia delle Macalube, tocca recare il segno del ricordo al Milite Ignoto, alle vittime di Nassiriya e a quelle del lavoro. Per Carmelo Buscemi, ultimo dei caduti in miniera, sebbene siano passati parecchi anni, il ricordo è ancora vivo. Per Luigi Gaziano, morto tragicamente sul lavoro, il ricordo è più che fresco. Ad aggravare ulteriormente il tono di tristezza della commemorazione, se ne incarica la notizia di questi giorni. Alcune lettere, dal contenuto minaccioso e intimidatorio, rigorosamente anonime, sono state indirizzate al sindaco e alla sua giunta.
Salvatore Parello, primo cittadino di Aragona dal maggio del 2012, ci appare sereno e in pari tempo provato, lo contattiamo e ci concede un’ampia intervista.
Il 27 settembre, giorno del tragico evento delle Macalube, in cui persero la vita i piccoli Laura e Carmelo, ho potuto ravvisare nelle genti di Aragona una comunità unita. Gli aragonesi hanno messo a disposizione se stessi, le loro competenze, le loro attrezzature, senza risparmio alcuno. È stata una gara di generosità, frustrata da un dolore incontenibile. Con i miei concittadini abbiamo sofferto come comunità. Inoltre, gli aragonesi, hanno saputo e voluto rispettare nel silenzio, il dolore di mamma Giovanna e papa Rosario.
Ma sul volto dell’Aragona solidale compare qualche ruga che fa brutta mostra di sé…
Ho ricevuto delle lettere minatorie ed intimidatorie intrise di perfida cattiveria, tendenti ad inquietare non solo la serenità istituzionale, ma anche, ed è gravissimo, personale e familiare. E non solo la mia, perché si intende colpire anche quella dei miei assessori. Credo che queste lettere siano il frutto avvelenato di una pericolosa tendenza, quella di passare alle invettive quando non è né legalmente né moralmente possibile dare corso ad attese e pretese vantate da interessi di parte.
Perché tanto livore?
Una delle mie primissime preoccupazioni da Sindaco è stata quella di fare applicare le disposizione di legge circa la sicurezza sul lavoro e la razionalizzazione della spesa. In forza, nella pianta organica del comune, mi sono trovato 79 dipendenti, 96 LSU e 28 contrattisti. Del personale in carico all’ente, solo 6 unità lavorative addette alla manutenzione esterna, tutto il resto del personale all’interno degli uffici. Tra le 96 LSU, 37 unità con licenza elementare e media. Nominato il medico del lavoro, questi ha effettuato la visita prescritta, individuando tra i 37, 12 unità idonee per i servizi esterni all’ente: igiene e decoro urbano, e le altre unità inidonee o idonee con prescrizione. Per gli inidonei o idonei con prescrizione ci stiamo muovendo, vista l’enorme richiesta di assistenza domiciliare per persone anziane e ammalate, verso un potenziamento del servizio già offerto con i fondi della Legge 328/2000, fatto di piccole mansioni, escluse quelle igienico sanitarie, al domicilio di questi richiedenti.
Credo che non si sia compreso che è necessario invertire la rotta, tornare alla cruda realtà, ai valori e al valore del lavoro, peraltro sancito nelle carta fondamentale dello Stato all’articolo 1. È giunta l’ora di comprendere che non è possibile mantenere e consolidare posizioni di comodo. Nel mio ufficio, rigorosamente aperto a tutti, 9 persone su 10 vengono a chiedermi sussidi o pagamenti di bollette, molte famiglie vivono in angoscia, sull’orlo del baratro e della disperazione.
Nell’ultimo consiglio comunale, di giovedì 30 ottobre, lei e i suoi assessori avete ricevuto un atto di solidarietà, tra i punti all’ordine del giorno compariva quello relativo ai migranti...
Mi aspettavo che l’atto di solidarietà arrivasse prima, comunque è arrivato e questo è un segnale cheapprezzo. Ho espresso pubblicamente la mia infelicità per i soggetti autori del gesto intimidatorio, desidero che non vengano messi alla gogna, ma che si abbia pena per loro. Per quanto attiene i migranti in attesa di regolarizzazione o riconoscimento del loro status, nel nostro territorio ne ospitiamo, in diverse comunità facenti capo a soggetti terzi rispetto al comune, circa una novantina. Nei loro confronti resiste un atteggiamento di grossa ambiguità, da una parte si invoca accoglienza e dall’altra però si paventano grandi timori per l’ordine pubblico e la sicurezza.
E la comunità ecclesiale?
Non mi aspettavo che i parroci e le comunità parrocchiali pubblicassero e leggessero nelle messe di tutti i Santi e dei defunti una dichiarazione di solidarietà. Ha avuto un riscontro non indifferente perché chi non sapeva ne è venuto a conoscenza e, dalle telefonate che ho ricevuto, in tanti si registra una forte presa d’atto e uno scossone alla coscienza. Credo che gli insegnamenti del magistero sociale e quelli di Papa Francesco sulla dignità, serenità e sicurezza del lavoro in particolare, stiano avendo presa sulla comunità.
Come ha razionalizzato la spesa?
Penso al mio paese come se fosse un grande condominio: va amministrato con saggezza e in vista del bene comune. – Il Sindaco, si fa serio e si rabbuia. Obietta che in tanti usano queste due paroline, ma in molti le strumentalizzano, le stravolgono, ne abusano -. Proprio la mancanza di risorse non ci consente di fare ricorso, per ciò che possiamo, a ditte esterne, perciò si rende necessario attingere dalla pianta organica comunale. Il nostro non è un capriccio, ma una necessità. Tuttavia dal 30 giugno diverse persone sono in malattia.
Concretamente, come ha fatto la sua spending review?
Tra le tante cose, si pensi alla revisione della quota di compartecipazione circa la mensa comunale scolastica. Grazie all’utilizzo dei dipendenti comunali si è riusciti ad abbassarla fino a 80 centesimi per pasto. Oppure si tenga conto dei 75.000,00 € annui risparmiati in ordine ai rimborsi degli abbonamenti per gli studenti pendolari, e ancora, dal risparmio ottenuto dal taglio drastico alla bolletta della telefonia mobile e a quello delle missioni, ora prestate a titolo gratuito e potrei aggiungere i risparmi sull’acquisto della cancelleria e dei carburanti e altro ancora…
Tuttavia gli aragonesi lamentano l’adozione di aliquote alte per il pagamento delle tasse comunali…
Ho ereditato una situazione economico-finanziaria pesantissima, il rischio era quello del dissesto dell’ente. Se ci si fosse dotati in tempi opportuni degli strumenti adeguati, oggi non si registrerebbe questa situazione…
Quali progetti per il futuro?
Recuperato l’assetto economico finanziario, torneremo ad investire sui servizi di prima necessità. Rimetteremo in moto le risorse agevolando le ristrutturazioni nel centro storico, promuovendo e rafforzando gli accordi di partenariato con La Louviere in Belgio al fine di individuare e creare spazi per le nostre imprese, favorendo l’export dei nostri prodotti artigianale ed enogastronomici, rifinanziando le opere pubbliche: ristrutturazione dell’area mercatale, ampliamento del cimitero, riqualificazione e ristrutturazione della Scuola Scifo, completamento dell’area artigianale di contrada Ranciditi…
Alfonso Cacciatore.
© Riproduzione riservata
Riportiamo il densissimo testo della “Dichiarazione di solidarietà” dei Parroci e delle Comunità parrocchiali di Aragona. Prossimità solidale, ferma condanna, invito al dialogo e scelta del bene comune, costituiscono gli assi portanti del testo: «La Comunità Ecclesiale di Aragona, riconoscendo che alcune scelte politiche del passato hanno generato l’attuale disagiata situazione, esprime solidarietà e vicinanza al Sindaco Salvatore Parello e ai suoi assessori. Ciò che tutti condanniamo è il ricorso alla minaccia e all’intimidazione per piegare la volontà delle persone, nascondendosi dietro l’anonimato. Fra persone civili i problemi si affrontano col dialogo e a viso aperto, tenendo presente gli interessi della collettività; superando interessi personali o di gruppo, si deve mirare al bene comune perché si migliori la condizione di vita e si doni lustro alla città, traendone tutti beneficio. Mentre si prende atto della solidarietà mostrata dal Consiglio Comunale, si auspica che i cittadini con le varie aggregazioni culturali, sociali e sindacali prendano ufficialmente le distanze da questo metodo barbaro dell’intimidazione e ne esprimano la condanna. La comunità assicura preghiera e sostegno».