Elisabetta Cametti, manager dell’editoria e autrice thriller rivelazione dello scorso anno, torna in libreria con il suo secondo romanzo Nel mare del tempo (booktrailer), da ieri nelle librerie. A consacrarla nel ruolo di scrittrice, ad ottobre 2013, il successo del suo primo libro K I guardiani della storia che in poche settimane ha scalato la classifica dei libri più venduti in Italia, attualmente in uscita in Spagna, America Latina e in altri paesi Europei. Il secondo attesissimo episodio vede ancora una volta protagonista l’affascinante personaggio di Katherine Sinclaire, donna manager combattiva e risoluta. Un nuovo intreccio mozzafiato che vive indipendentemente dal primo romanzo e che coinvolgerà i lettori in un viaggio ricco di colpi di scena tra Bretagna, Piemonte e l’isola di Jersey nel Canale della Manica. Fattitaliani ha intervistato Elisabetta Cametti.
Il secondo libro è davvero più difficile da scrivere rispetto al primo? In che cosa ha trovato maggiori difficoltà: nell'impianto della storia o nella scrittura in sé?
Di solito, al secondo libro vengono date troppe responsabilità. Non è complicato scriverlo, anzi. Da un certo punto di vista si è più allenati, sia per affrontare la fase di ricerca che per costruire la storia e metterla nero su bianco. La tensione è data dalle aspettative: se il primo romanzo ha avuto un buon successo, con il secondo si avverte la necessità di fare un passo avanti, di stupire il pubblico e, in qualche modo, di superare se stessi.
Il suo lavoro di manager dell'editoria può personalmente costituire per lei un freno nella fase creativa o al contrario la rende più cosciente delle esigenze e aspettative dei lettori?
Il lavoro è sempre stato un forte stimolo alla mia creatività. È una parte importante della vita che mi porta a conoscere persone, visitare posti, vivere situazioni e sperimentare nuove emozioni. Viaggiando per lavoro mi sono resa conto che non esiste miglior fiction della realtà.
Katherine si batte per i valori in cui io credo: incoraggia l’integrità, la fiducia in se stessi, la difesa di ogni forma di vita, il desiderio di costruire e la necessità di contrastare pessimismo, invidia, falsità, egoismo.
È una figura “aspirazionale”: vive di momenti, non guarda mai al passato, non carica il futuro di troppe attese e cerca di dare un senso al presente. Come manager e come donna, ha tutti i difetti che io vorrei avere. Sto imparando molto da lei.
I viaggi che fa fare al personaggio li intraprende prima lei (realmente o mentalmente)?
Sì, sempre. Ho vissuto in molti dei luoghi in cui sono ambientati i miei romanzi. Altri raccontano qualcosa di me. Altri ancora sono mete che ho studiato a fondo e dove ho canalizzato la mia fantasia.
In questo secondo libro i lettori conosceranno ancora di più la protagonista?
Katherine in questo nuovo romanzo è una donna meno arrabbiata e più disillusa. Ha sofferto, ha provato il dolore della perdita, ha visto in faccia la morte e ha scoperto il lato peggiore degli uomini. La sua vita è stata rasa a zero e, per non arrendersi alla sconfitta, decide di costruirsi un nuovo futuro dando voce alle proprie passioni.
In K Nel mare del tempo conosceremo anche una Katherine più profonda, non solo determinata a lottare contro un nemico machiavellico, ma pronta a fare i conti con la coscienza e ad affrontare le conseguenze delle proprie scelte.
Sono convinta che ciò che connota un romanzo non sia la trama, ma il modo in cui i personaggi (inventati dalla mente dell’autore) riescono a esprimerla. La storia acquisisce significato solo se i protagonisti hanno l’intensità necessaria per coinvolgere il lettore.
Così, la loro “costruzione” per me si è trasformata nel momento più importante della stesura di un libro. I miei personaggi non sono solo i pilastri su cui si basa la narrazione, ma vivono oltre la narrazione stessa. Per dirla in altre parole, Katherine Sinclaire è l’essenza della storia. La immagino come se esistesse davvero. Ne approfondisco gusti, abitudini, manie… ogni sfumatura da cui può scaturire un atteggiamento. E la parte che la vede protagonista nel romanzo è il punto a cui la conducono la strada che ha imboccato, le scelte che ha fatto, o il destino. E in quel punto incontra il lettore, comunica con lui, accende emozioni e lo trascina dentro gli eventi, portandolo ad amare, soffrire e lottare insieme a lei.
Su quali thriller e autori lei si è formata?
Mia madre mi ha trasmesso l’amore per la lettura. Leggo da sempre e di tutto. Ho iniziato con i classici italiani e sono stata una fan di D’Annunzio, per poi allargare gli orizzonti alla narrativa straniera. Mi sono imbattuta in Tolstoj e ho apprezzato Céline nel suo Viaggio al termine della notte, ma anche Marguerite Yourcenar con Le memorie di Adriano e il genio creativo di Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray. Poi sono approdata ai thriller del periodo della guerra fredda e dello spionaggio, da Ken Follet, a Ludlum, a Forsyth. Ho seguito con interesse Oriana Fallaci. Mi sono innamorata del fantasy grazie a Tolkien e ho scoperto una nuova fantascienza con Crichton. Ho sempre avuto una grande passione per le antiche civiltà e per i misteri non ancora svelati: ho divorato tutti gli scritti di Zecharia Sitchin e continuo a interrogarmi studiando le teorie di Graham Hancock. Quando sono malinconica leggo Hosseini e se ho bisogno di svagarmi sfoglio i romanzi di Lauren Weisberger e Sophie Kinsella.
Permetta una battuta: dove c'è Katherine succede qualcosa di strano e anche di tragico: non finirà come "La signora in giallo" che porta sfortuna nei posti ove si reca?
(ride, ndr) C’è una differenza fondamentale tra Katherine e “La signora in giallo”: Jessica Fletcher si trova sulla scena del crimine sempre per caso, Katherine ci arriva in modo consapevole, dopo un lungo percorso di ricerca, dopo essersi scervellata e avere deciso di affrontare il pericolo per saziare la propria sete di conoscenza… ma alla fine il risultato è lo stesso: dove ci sono quelle due, si accumulano cadaveri (ride, ndr).
Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
TRAMA DEL LIBRO (pagina facebook)
In un tumultuoso viaggio dalla Bretagna, la terra delle maree, ai nascondigli prealpini di Fra Dolcino, Katherine capirà di essere legata ad Angelica da un filo invisibile... più forte del destino che sta per guidarla verso una scelta da cui non c’è ritorno.
È passato un anno dalla tragica conclusione dell’intrigo archeologico in cui Katherine Sinclaire ha rischiato di perdere la vita. L’ incubo al quale sperava di essere sfuggita torna ad assillarla per mano di un nemico insospettabile. Durante la presentazione del suo primo romanzo, un uomo si spara di fronte a lei dopo averle lanciato un anello antico con incisi due nomi. Tormentata da una catena di omicidi e da cinque libri enigmatici, Katherine sarà di nuovo risucchiata in una caccia al tesoro sanguinaria che la metterà sulle tracce di Angelica, una donna misteriosa vissuta nel Medioevo. Seguendo i dipinti che la ritraggono, Katherine finirà nei cunicoli sotterranei battuti dagli eretici in fuga, e creati da uno stratega per proteggere uno dei più straordinari segreti della storia.