Fattitaliani intervista Laura Cesareo, la scrittrice che ama viaggiare: scrivere è liberare la propria anima


di Laura Gorini - Ama scrivere ed esprime voglia di vivere da tutti i pori Laura Cesareo che ha appena pubblicato il suo racconto "Non dimenticarti di me" all' interno dell' antologia "La vita vista da qui" (Morellini Editore) nella quale si possono leggere anche racconti di altri sette scrittori, partecipanti a uno splendido corso di scrittura creativa che ha avuto una maestra d' eccezione: la scrittrice genovese Sara Rattaro che ha anch'essa donato un suo splendido racconto al progetto.

Presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...
Mi chiamo Laura Cesareo, ho 38 anni, un marito e due figli. Amo l’avventura e i viaggi, detesto con tutta me stessa la monotonia e la routine. Adoro le sorprese e i colpi di scena. Il mare e il cielo sono il mio habitat naturale.
Anche scrivere rappresenta un modo per viaggiare?
Assolutamente sì! Il libro ti porta in luoghi inesplorati. Non parlo solo di luoghi geografici, ma anche di luoghi mentali. Esso ti aiuta ad uscire dalla rigidità, dai luoghi comuni. Come scriveva Proust “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Hai mai pensato di fare lo scrittore di professione?
Certo che ci ho pensato. Sarebbe la realizzazione di un sogno meraviglioso. Sicuramente per ora è già fantastico raccogliere questi piccoli frutti.
Lo scrittore preferito della tua infanzia? E quello di oggi? Da mamma, quali libri ami consigliare ai tuoi figli?
I libri della mia infanzia sono stati “Il Piccolo Principe” e “Il Barone rampante” e questa scelta già la dice lunga sulla mia anima. Ai miei figli lascio libera scelta, anche se ovviamente hanno avuto l’obbligo di leggere i miei due “must dell’infanzia”.
Tornando a me, ricordo con dolcezza le serate sotto il piumone di qualche anno fa quando leggevo loro “Canto di Natale” di Dickens, è stato a dir poco meraviglioso: la lettura unisce molto. Oggi amo leggere qualunque cosa. Anche se, devo ammetterlo, se un libro non mi prende, pur sforzandomi, non riesco a leggerlo. La lettura è un piacere, se il cuore non mi palpita dopo le prime pagine, significa che il libro non è per me. In generale prediligo le scrittrici. Le donne hanno un modo di scrivere che più mi intriga. La scrittrice che sento mi appartenga di più è senz’altro Sara Rattaro e aver perseguito questo progetto con lei è stato a dir poco sensazionale.
Che insegnante è stata per te? Qual è stato il più prezioso insegnamento che ti ha dato?
Sara è eccezionale, sia come docente, sia come persona. È in grado di farti innamorare delle sue lezioni. Quando parla di scrittura le brillano gli occhi. Questo è essenzialmente la magia e la forza della sua professionalità: trasmettere la passione di ciò che fa.
Una passione che tu possiedi indubbiamente per la scrittura. Ma come è nata?
Credo che la scrittura sia nata con me. Scrivo da sempre. Da piccola scrivevo finti articoli da leggere al telegiornale. Ho scritto storie per i miei bambini. Ho collaborato per diversi settimanali locali, ho redatto discorsi per politici locali e ho persino scritto necrologi. Inoltre scrivo lunghissimi post su Facebook.
Hai nominato Facebook... Mi sembra di intuire che hai un buon rapporto con i sociali, o mi sbaglio? Come si può usarli- secondo te- in maniera intelligente?
I social sono un’arma potentissima dal momenti cge arrivi direttamente o indirettamente a centinaia, persino migliaia di persone. Il mio rapporto con i social è un rapporto molto positivo. Adoro commentare e promuovere libri o film che ritengo interessanti. Mi arrogo il diritto di commentare frasi o fatti di cronaca. Ovviamente bisogna sempre avere la consapevolezza che essi non sono dei diari, ove liberare i propri sfoghi. Occorre tener presente che ciò che si scrive non deve ledere gli altri. Essenzialmente per usarli correttamente credo sia necessario rispetto per se stessi e anche per gli altri, esattamente allo stesso livello.
Ne deduco che sei anche una grande amante delle nuove tecnologie... A livello letterario, apprezzi anche gli e-book?
Non amo particolarmente gli e-book. La carta stampata mi dà quel qualcosa che nessuna tecnologia saprà mai darmi.
Che cosa provi quando scrivi?
Scrivere è liberare la propria anima. È dare sfogo alle proprie emozioni e sensazioni. Quando scrivo mi si apre davanti un mondo che a volte neppure io conosco.
Perchè partecipare a un corso di scrittura creativa?
La motivazione è insita nella mia personalità. La volontà di non adagiarsi mai, di mettersi sempre in gioco, di trovare nuove sfide che stimolino la vita.
Ricordo che lo scorso mese di gennaio navigando in internet vidi che era aperta questa selezione per ricercare dieci persone da ammettere al corso “La fabbrica delle storie”. Un corso tenuto da Sara Rattaro presso la casa editrice Morellini. Provai ad inviare una mia biografia e un breve racconto, consapevole che in molti avrebbero inviato la propria candidatura. Essere scelta fu per me una grande sorpresa e un grande privilegio.
Come è un privilegio essere creativi... Ma che cosa significa esserlo?
Essere creativi significa ricercare e tirar fuori, “far emergere”, quella peculiarità che ci caratterizza, che ci rende diversi dagli altri. Si può essere molto creativi anche con cose molto semplici.
E come si può - secondo te- applicare la creatività nella vita quotidiana?
Sembra banale, ma credo che se ognuno vivesse come se quel giorno fosse il primo, l’ultimo e l’unico giorno, troverebbe spunti di creatività magnifici. Purtroppo la quotidianità e l’abitudine lavorativa ci portano ad essere routinari. Bisogna sempre scavare dentro il proprio temperamento e mettere in pratica ciò che ci viene in mente, senza rimandare troppo, non si sa se ci sarà data un’altra occasione.
A proposito di vita: da che cosa hai preso spunto per il tuo racconto contenuto nell' antologia "La vita vista da qui"?
Questa storia l’avevo dentro di me. Cresceva ogni giorno dentro di me e andava scritta. A parlarmi non erano tanto i personaggi, quanto le emozioni e i sentimenti degli stessi.
Con quali parole lo descriveresti?
Un racconto che parla di amore. E l’amore è vita. Un racconto che ti prende per mano e ti accompagna in un cammino tutt’altro che facile all’interno di episodi raccapriccianti messi in atto dalla crudeltà umana. Una storia che parla di vittime innocenti e di sopravvissuti. Sopravvissuti che vivono di sensi di colpa, ma anche di un grande desiderio di riscatto. Un impegno a vivere anche per chi non ce l’ha fatta.
Sii sincera: ch effetto ti ha fatto vederlo stampato?
Bellissimo. Un’emozione unica.
E ora, dopo questa pubblicazione che cosa possiamo aspettarci da te? Stai scrivendo altro?
Ho delle idee in testa, ho dei sentimenti forti nel cuore: li sto ascoltando. Credo che a breve si concretizzeranno nero su bianco.


Fattitaliani

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