Giovanni Caccamo a Fattitaliani: l’autenticità guida la mia scrittura e il mio percorso. L'intervista

Oggi ripeschiamo nella rete un'intervista al cantautore siciliano Giovanni Caccamo del dicembre 2014, vincitore di Sanremo Giovanni 2015 con la canzone "Ritornerò da te" e classificatosi l'anno successivo al terzo posto nella categoria Campioni in coppia con Deborah Iurato con il brano "Via da qui". 

Ammesso fra i giovani di Sanremo 2015, hai ringraziato la Sugar definendola la tua famiglia musicale. Facile per un giovane artista oggi trovare un clima di accoglienza fra i discografici?
Credo che il mondo della discografia sia come un albero. Il tronco principale è “musica” poi ogni artista deve avere la pazienza e la perseveranza di trovare il ramo giusto per sé. C’è chi lo trova subito, chi necessita di più tentativi ed esperienze negative; ma, di fatto, ogni ramo è accogliente per l’artista corrispondente. Ci sono etichette perfette per il RAP, altre per il cantautorato, ci sono i talent, fondamentali per chi fa della propria voce lo strumento principale di comunicazione. 
Sugar è ramo giusto per me. Sentivo da anni quest’attrazione ed evidentemente era un’empatia destinata a fiorire.
Che cosa di "Ritornerò da te" potrebbe maggiormente colpire il pubblico e la giuria di Sanremo?
Non vivo molto l’ansia da gara o da palco; ho addosso una grande emozione ed adrenalina, ma sono cariche esclusivamente positive e non competitive. Ciò che da anni guida la mia scrittura ed il mio percorso è l’autenticità; scrivo solo quando sento di avere qualcosa di importante e sincero da comunicare a me stesso o agli altri.
In caso contrario, preferisco il Silenzio. Questo spero possa essere percepito e possa colpire chi ascolterà “Ritornerò da te”.
Aver condotto delle trasmissioni tv ti ha reso più sciolto nell'interpretare le canzoni?
Sicuramente tutte le esperienze che ho avuto la possibilità di fare in questi anni mi hanno donato qualcosa. La TV è stata un’opportunità ai tempi per capire svariati meccanismi lavorativi e di comunicazione. Sicuramente sono più sereno e più consapevole di queste dinamiche.
Dopo l'esperienza di X Factor, si prova una soddisfazione maggiore nell'essere stato selezionato per il Festival?
Premesso che non ho mai preso parte alla trasmissione XFactor, nonostante giri questa notizia sul web. 
Ho fatto nel 2010 i casting per entrare in trasmissione, ma senza nessun esito positivo. Mara Maionchi mi eliminò agli Homevisit. Ho grande rispetto e giudico positivamente i talent; lavoro come autore con molti artisti che hanno trovato nel talent il loro “ramo” dell’albero e di cui ho grande stima. 
La gioia nell’essere uno degli otto giovani partecipanti al Festival di Sanremo è tanta. Sono molto felice.
Sei giovanissimo: che rapporto hai con la kermesse musicale di Sanremo?
Beh, per l’Italia credo che Sanremo, così come i Mondiali di calcio siano un appuntamento imperdibile; al di là della propria passione per la musica, che può essere più o meno prorompente, credo che Sanremo rappresenti uno specchio della storia, del costume e della cultura che ci accompagnano e si evolvono anno dopo anno. Ricordo quindi di aver seguito ogni anno, sin da piccolo, ogni edizione del Festival, con curiosità ed entusiasmo.
Hai delle canzoni-mito sanremesi che ricordi e ti accompagnano?
“Finalmente tu” Fiorello. Io avevo solo 5 anni ma quella canzone mi stregò. “Follia d’amore” Raphael Gualazzi. Appena salì sul palco pensai: questo ragazzo è un fuoriclasse.
Se dovessi sceglierne alcune da riscrivere o reinterpretare quali sceglieresti?
“Come foglie” Malika Ayane. La particolarità di un timbro sposa la potenza di un brano perfetto scritto da Giuliano Sangiorgi. 
Al di là del risultato che otterrai, è in cantiere un dopo-Sanremo per la tua carriera?
La mia gioia più grande di questi mesi è proprio il mio album. Il mio primo album. Lavoro da anni a questi brani, a curarne ogni singola parola, ogni singola nota. Lavoriamo da mesi per creare un album autentico che possa essere, per chi deciderà ascoltarlo, un vero e proprio viaggio inedito. Tanti progetti e tanta musica. Giovanni Zambito.
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Fattitaliani

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