Loredana Longo, in mostra "PIEDEDIPORCO" alla FPAC MILANO

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Il lavoro di Loredana Longo si fonda, da circa un ventennio, sull’estetica della violenza. Eppure la sua rappresentazione non è mai letterale, né didascalica e attraversa media e linguaggi con una grande libertà.
Perfomance, video, installazione, tappeti, arazzi, scultura convivono in una riflessione sulle macerie, sui resti, su ciò che la violenza lascia nelle vite di tutti noi in una rappresentazione che è sempre opulenta (dagli interni dei ricchi salotti borghesi delle explosion ai preziosi tappeti persiani dei carpets) senza tuttavia essere mai barocca. Nel solco di questa ricerca, in cui convivono ricchezza, pulizia formale e macerie, si inserisce la recente serie piedediporco. 
I mattoni, dorati a terzo fuoco, convivono con la brutalità del laterizio. La fascinazione di Loredana Longo per la ceramica non passa attraverso una manipolazione del materiale nei suoi elementi arcaici e fangosi, ma per una autentica comprensione delle sue potenzialità plastiche.
Nei lavori in mostra è evidente come l’artista abbia deciso di lavorare sulle possibilità della ceramica e in particolare sulla capacità di fissare eternamente la fragilità della materia viscosa. Sia nel caso dei mattoni dorati, che dell’esercito di mani che guarda lo spettatore dalla parete, infatti, l’intervento avviene quando la materia è ancora cruda, carica d’acqua: la violenza che ne trasforma i connotati (sia nelle creste del mattone che nelle mani sfrangiate) è fissata eternamente mediante la cottura. Una violenza che diventa ancora più freudianamente perturbante nel suo essere associata con elementi familiari, quotidiani.

La galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea sentitamente ringrazia Stylnove Ceramiche, Laboratorio Claudia Ottaviani Gioielli, JF Wine&Food Communication, Fornace Casetta.
Fattitaliani

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