Opera, a Düsseldorf "Il flauto magico" si rinnova e incanta tra cinema muto, fumetti e cartoni animati. La recensione di Fattitaliani

L'opera ha sempre bisogno di rinnovarsi, di darsi una rinfrescata, di attirare nuovo pubblico, dai bambini ai giovani: gli strumenti per raggiungere tale obiettivo ci sono - la musica resta eternamente lì, splendida e a disposizione - ma ci vuole un guizzo affinché sul palcoscenico il rinnovamento sia reale pur conservando il fascino tradizionale. 
Alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf Fattitaliani ha assistito a una prova di quanto sia possibile tutt'oggi "ricreare" un'opera partendo dalle sue stessa fondamenta e attingendo alle arti moderne.

Gli ideatori e registi Suzanne Andrade e Barrie Kosky hanno genialmente pensato di riproporre i due atti del Flauto Magico di Mozart (Die Zauberflöte) in una versione a cartone animato grazie all'apporto di video e al contributo di costumi (Esther Bialas, magnifico il colore dell'abito di Papageno) e luci (Diego Leetz). 
Su una grande parete in bianco che funge da schermo, sono state predisposte delle aperture a diverse altezze da dove si affacciano i diversi personaggi affiancati dalla proiezione di immagini e didascalie, il che permette una buona comprensione dell'opera a prescindere dall'assenza dei sopratitoli. 
E come nel cinema muto c'è l'accompagnamento di un pianoforte (Christian Dammann).
E il look dei protagonisti segue la tendenza: Tamino (Ovidiu Purcel) ha le fattezze di Buster Keaton del film "The Love Nest" (1923), mentre acconciatura ed abito dell'attrice degli anni Venti Louise Brooks rivivono in Pamina (Anke Krabbe), così come Nosferatu di Murnau sembra rinascere in Monostatos (Florian Simson). 
La Regina della Notte (un'eccezionale Heidi Elisabeth Meier) è un ragno gigante e Sarastro (Bogdan Taloş) uno scienziato pazzo il cui laboratorio è sede di macchine pericolose. 
La difficoltà maggiore per i cantanti è quella di interagire con le animazioni di Paul Barritt in perfetta sincronia come se facessero anche loro parte delle proiezioni: forse, lo spettatore è distratto un po' dalla novità e rischia di non godere appieno delle splendide voci e della magnifica direzione musicale del Maestro Axel Kober.
È davvero un piacere percepire visivamente lo stretto rapporto fra Papageno e il suo gattino nero; la magia del suono del flauto; le apparizioni della regina della notte e dei genietti; le prove che devono superare i personaggi; le insidie di Monostatos a Pamina; lo struggimento di Papageno e Tamino...
Eccelsa prestazione da parte della già citata Meier, delle Tre Dame (Sylvia Hamsavi, Marta Márquez, Katarzyna Kuncio) e dei tre genietti (Lukas Stadlmüller, Friedrich Schlesinger, Johannes Wittman). 

Da vedere, assolutamente: prossima rappresentazione domenica 9 aprile.


Fattitaliani

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