Il "sound
desertico padano",
storie di provincia tra balera e mariachi, folk italiano e
latin-jazz, surf rock e liscio, nel terzo album dei veronesi
Peluqueria
Hernandez,
pubblicato da Kutmusic e disponibile in digitale su tutte le
piattaforme (Spotify, iTunes, Amazon etc.).
Nati
nel 2004 da un'idea di Mauro
Marchesi,
autore di fumetti e chitarrista, Peluqueria Hernandez è un nome di
spicco nel panorama della musica indipendente italiana: un settetto
composto da personalità diverse per età, provenienza, gusti
strumentali ed esperienze musicali, che si nutre proprio di questa
eterogeneità per esplorare in musica storie di provincia tra la
bassa padana e il deserto americano. Due album all'attivo (Peluqueria
Hernandez
del 2007 e Amaresque
del 2011), un occhio al culto del vinile e dell'alta fedeltà, un
altro alle novità offerte dal digitale, i Peluqueria Hernandez si
nutrono di Morricone e Les Baxter, surf music e exotica-lounge, senza
limiti di alcun tipo, come sottolinea Marchesi: "Per anni mi
sono chiesto come sarebbe un film di Tarantino realizzato dagli studi
Hanna e Barbera. Per me la cosa è partita con Paris Texas di Wim
Wenders, è dal 1984 che gravito intorno a questo mondo desertico e
con il mio lavoro ho in parte sublimato l’universo narrativo che mi
covava dentro. Peluqueria Hernandez è nata per questo motivo: dare
un suono alle mie storie. Cerchiamo di far coesistere in maniera
armoniosa, attraverso i nostri suoni, elementi musicali molto
distanti come prog rock, liscio e jazz. Se
non ti poni limiti non ne hai".
Mamboo
è stato preceduto dal singolo Tinto
Bruna non avrai il mio scalpo
(con Giuliana Bergamaschi) e dalla deliziosa partecipazione al
surreale Peluqueria
Hernandez - Il film
(diretto da Holden Rivarossi). Rispetto ai precedenti album, Mamboo
ha "una maggiore cura negli arrangiamenti, una formazione più
ricca di suoni: abbiamo una tromba e un sax in più. Anche le
chitarre sono più variegate con suoni elettrici, acustici e una
slide guitar nuova fiammante. Poi c’è la voce della Bergamaschi a
impreziosire due brani: insomma un lavoro più corale, frutto della
passione per gli arrangiamenti ricercati e il lavoro in studio di
registrazione. In Mamboo
la miscela è forse più a fuoco rispetto ai primi due". Come
bonus track una travolgente Tequila
dei The Champs, registrata dal vivo insieme all'inconfondibile
trombone di Mauro Ottolini.
L’INTERVISTA
con PELUQUERIA HERNANDEZ
Avete definito
Mamboo
il “disco della maturazione”. La musica dei Peluqueria aveva
ancora qualcosa di acerbo?
Mauro Marchesi: Non direi “acerbo”,
piuttosto “impermanente”. Il suono dei Peluqueria è il risultato
di un melting pot generato dalle mie passioni musicali che,
inevitabilmente, si accumulano negli anni cambiando di continuo la
sua ricetta. Direi che in questo ultimo album la miscela è forse più
a fuoco rispetto ai primi due.
Il vostro
debutto era del 2007, del 2011 Amaresque:
che differenze ci sono con Mamboo?
Mauro: Una maggiore cura negli
arrangiamenti, una formazione più ricca di suoni: abbiamo una tromba
e un sax in più. Anche le chitarre sono più variegate con suoni
elettrici, acustici e una slide guitar nuova fiammante. Poi c’è la
voce di Giuliana Bergamaschi a impreziosire due brani: insomma un
lavoro più corale, frutto della mia passione per gli arrangiamenti
ricercati e il lavoro in studio di registrazione.
Un passaggio
importante per arrivare al nuovo disco è Peluqueria
Hernandez – Il film.
Cosa ha significato per voi cimentarvi in un'opera cinematografica?
Joyello Triolo: Fondamentalmente non è
stata una nostra idea. Avevamo visto dei video e dei filmati
realizzati da un nostro amico e gli abbiamo fatto i complimenti. Lui
non s’è fatto scappare l’occasione e ha scritto una
sceneggiatura per NOI. L’abbiamo letta ed era assurda! Ci è
piaciuta subito e abbiamo accettato. Non aveva un vero e proprio
significato PER la nostra musica, però ci è sembrato un veicolo per
farla arrivare a una fetta di pubblico che forse non ci conosceva
ancora.
Mauro: Incontrandomi
con Federico ( il regista/sceneggiatore) ho scoperto che abbiamo lo
stesso gusto per il grottesco. Siamo entrambi fan del fumetto Alan
Ford con i suoi personaggi cialtroni surreali. Unire il nostro suono
a una sceneggiatura tagliata e cucita appositamente sui nostri pezzi
è sembrato molto naturale. Dopotutto la nostra musica è sempre
stata definita “cinematografica”.
Come mescolare
balera e mariachi, Morricone e il jazz: Mamboo
si candida a ottimo esempio in materia. Qual è il segreto per far
convivere musiche e culture diverse, risultando anche piacevoli e
leggeri?
Joyello: Siamo una formazione di sette
elementi. Solo questo basta per avere una varietà di gusti musicali
di grande impegno. E poi non abbiamo più vent’anni né le
ambizioni di diventare qualcosa di diverso. Principalmente ci
divertiamo e non ci facciamo domande.
Mauro: Il
fatto è che le mie passioni (il fumetto, il cinema e ovviamente la
musica) non si sono mai nutrite di un unico elemento. Non sono mai
stato un monomaniaco, anzi sono sempre stato attratto dai contrasti.
Per anni mi sono chiesto come sarebbe un film di Tarantino realizzato
dagli studi Hanna e Barbera. Sostanzialmente il segreto è non porsi
limiti ma cercare di far coesistere in maniera armoniosa, quindi
attraverso i nostri suoni, elementi musicali diversi e molto distanti
come il prog rock, il liscio, il jazz. Se non ti poni limiti non ne
hai.
Negli ultimi
anni in Italia si è diffuso – e ha conosciuto crescenti
apprezzamenti critici – quello che chiamate "sound desertico
padano". Pensiamo ai Sacri Cuori, al Santo Nada di Umberto
Palazzo, ai recenti Rubacava Sessions. Un sound di cui siete stati in
qualche modo precursori...
Joyello: Grazie per averlo notato. In
realtà siamo stati tra i primi a scegliere questo tipo di
linguaggio. Abbiamo solo avuto una serie di disavventure a causa
delle quali i nostri primi due dischi sono rimasti in attesa molto a
lungo prima di uscire. Nel frattempo succedevano cose, nascevano
band che facevano lo stesso percorso lasciandoci al palo e facendo
sembrare che fossimo noi a seguire la flotta. Con Mamboo
abbiamo cercato di allontanarci un po’ dalle prime cose,
abbracciando un gusto quasi lounge.
Mauro: Si
è vero. E’
un suono molto popolare ultimamente. Per me la cosa è partita con
Paris Texas,
il film di Wim Wenders. E’ dall’84 che gravito intorno a questo
mondo desertico: nel tempo, ho seguito le tracce sulla sabbia del
deserto e ho trovato che molti altri musicisti stavano percorrendo
quel sentiero. Fino ad arrivare a John Zorn, che sembra essere il
minimo comune denominatore tra tutti i membri della band. Poi con il
mio lavoro (faccio l’autore di fumetti) ho in parte sublimato
l’universo narrativo che mi covava dentro. Ma è stato inevitabile
pensare a come poteva essere la colonna sonora di quelle storie.
Peluqueria Hernandez è nata per questo motivo: dare un suono alle
mie storie.
Se pensiamo a
musicisti come Paolo Conte e ancor prima a romanzieri come Piero
Chiara, o a cineasti come Pupi Avati, scopriamo che la provincia
italiana è il luogo ideale per raccontare con gusto e originalità:
è così anche per voi?
Mauro: Oh
sì sì… per me la provincia è il terreno più fertile per storie
interessanti. Arrivo a dire che è il set paradossalmente più
esotico per raccontare personaggi e vicende. In particolare la zona
della bassa veneta, il delta del Po, sono terre ricche di fascino, in
cui il silenzio e la nebbia fanno intravedere brandelli di storie
tutte da raccontare. E da musicare ovviamente.
Un gruppo come
Peluqueria, composto da gente di musica e legato a una sonorità e a
un'estetica profondamente viniliche, come vive la liquidità della
musica contemporanea? Mamboo
esce in digitale...
Joyello: Essendo sette persone,
immaginerai che la scelta di uscire in digitale è stata accolta in
sette modi diversi. Chi avrebbe voluto fare un vinile, chi preferiva
la versione in CD, chi preferisce il digitale. Inutile nascondere che
in un mondo perfetto avremmo fatto tutti e tre i formati e forse
anche la cassetta ma i tempi son questi e i soldi… pure. Diciamo
che dipenderà dall’accoglienza della prima edizione. Se i download
saranno copiosi e il disco funzionerà per davvero, potremmo pensare
a delle fighissime edizioni fisiche. Anzi, alla Kutmusic si sono
fatti già venire delle idee…
La vostra musica
è in Creative Commons: quali sono i motivi di questa scelta?
Joyello: Era una scelta dettata
dall’esigenza di proteggere la nostra musica negli anni in cui non
avevamo depositato nulla. Poi abbiamo depositato regolarmente tutto
il repertorio ma nel nostro sito abbiamo lasciato il regime di CC
che, in sostanza, autorizza chiunque a usare la nostra musica purché
venga regolarmente accreditata.
Peluqueria
presenterà Mamboo
dal vivo: sul palco ascolteremo qualcosa di diverso rispetto al
disco?
Joyello: Ovviamente
sì! Nei dischi ci divertiamo ad aggiungere un sacco di roba:
mellotron, archi, elettronica, sovraincisioni… Dal vivo siamo più
“asciutti” ma generalmente molto fedeli agli arrangiamenti del
disco. Nessuno di noi è un appassionato di Jam Session. Siamo una
band che ha bisogno di regole e rigore. Già imponendocelo siamo
molto indisciplinati, figurati cosa succederebbe se non lo facessimo!
Mauro: C’è
da dire che comunque ci piace giocare con dilatazioni nei brani in
cui possono accadere improvvisazioni di stampo jazzistico o
psichedelico. Ma questo non viene mai pianificato, dipende dal mood
della serata.
Tanti
ascoltatori e lettori se lo chiedono ancora... Cosa significa
Peluqueria Hernandez?
Mauro: Al
momento della scelta del nome volevamo un nome spagnolo, una parola
dal suono simpatico e dal significato non convenzionale e divertente.
La scelta è caduta su Peluqueria a cui ho voluto aggiungere un
omaggio ai miei autori di fumetti preferiti : i fratelli Hernandez.
Voilà: il nome è servito.
Biografia PELUQUERIA HERNANDEZ 2004-2016
Peluqueria Hernandez nasce nel 2004 grazie a un'idea di Mauro Marchesi, autore di fumetti di fama internazionale e chitarrista mancino, che prova a sonorizzare le vicende a fumetti del suo personaggio Hollywood Bau. La musica della formazione veronese è un sound desertico padano, capace di mescolare la balera col mariachi, come dimostra il primo album Peluqueria Hernandez: uscito nel 2007, contiene il brano che la Nike ha voluto ad ogni costo per lo spot Madunina United (testimonial Rino Gattuso e Marco Materazzi).
Nel 2008 nasce la collaborazione con Lilith & The Sinnersaints confluita nel brano X o Dos: Struggente Dream, per l'album The Black Lady and The Sinner Saints. Nel 2011 Tony "Face" Bacciocchi produce il secondo disco Amaresque, uscito nei formati CD, LP e Digital per Audiar-Dischi. Tra i collaboratori anche Umberto Palazzo, in un’affascinante versione del classico La Martiniana.
In occasione dell'International Record Store Day del 2013, esce un disco in vinile a 45 giri e in tiratura limitata con due brani inediti: una nuova versione de La Martiniana e una versione dal vivo di Tequila, il classico di The Champs realizzato con la partecipazione del trombonista Mauro Ottolini. Il 45 giri otterrà un inaspettato riscontro e sarà ristampato in pochi mesi.
Nel 2014 la band è coinvolta in due progetti cinematografici. Il primo riguarda il film Time to Kill, un pulp-sexploitation del regista americano Brian Williams, per il quale fornisce buona parte del soundtrack; il secondo è il mediometraggio Peluqueria Hernandez - Il Film, nel quale i membri del gruppo “recitano” in una vicenda surreale e divertente. Il film, che ha ottenuto consensi incoraggianti in molte proiezioni pubbliche, ha anche una versione in DVD edita da Kutmusic (Natale 2015).
A Giugno 2015, sempre via Kutmusic, è uscito il singolo Tinto Bruna non avrai il mio scalpo insieme a un videoclip che è stato un minor-hit nei canali Spotify/Deezer/Youtube. Il singolo anticipa l’uscita del terzo album Mamboo, disponibile da gennaio 2016 su tutte le piattaforme digitali (iTunes, Amazon, Deezer, Spotify ecc…).
Peluqueria Hernandez personnel:
Roberto Lanciai (sax baritono, cori)
Mauro Marchesi (chitarra solista, mellotron, tapes, cori)
Luca Pighi (percussioni, batteria, voci)
Juri Romeo (basso, sax contralto, cori)
Gigi Sabelli (batteria, percussioni, fischio, cori)
Joyello Triolo (chitarre ritmiche, theremin, spinetta, basso, voce)
Roberto Zantedeschi (tromba, flicorno, cori)
Info: