Viaggio iniziatico: Generati e Creati

 

Paul Gauguin - D'ou venons-nous (Wikipedia)

«L’uomo che conosce se stesso conosce l’universo e gli dei.»  Proclo

Premessa

Fin dall’alba dei tempi, l’uomo si è interrogato sulla propria origine e sul proprio destino. Nei miti, nei testi sacri e nelle tradizioni esoteriche, due domande ricorrono incessanti: “Da dove veniamo?” e “Chi siamo realmente?”. Non tutti gli esseri umani hanno la stessa origine, e molte antiche cosmologie lo sottolineano attraverso distinzioni tra esseri di luce e creature plasmate dalla materia.

Nel cristianesimo, la frase del Credo “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre” definisce la natura di Cristo. Ma se letta con occhio iniziatico, rivela una verità più profonda: tra gli uomini ci sono coloro che sono emanazioni dirette della Fonte e coloro che sono stati plasmati dai demiurghi o dalle potenze materiali. I primi portano in sé la scintilla della Luce, i secondi sono strumenti del mondo fisico, vincolati alla materia e al tempo.

Le tradizioni gnostiche, ermetiche ed egizie raccontano storie parallele: il Pleroma, l’Uomo Primordiale, gli Arconti, l’argilla e il soffio divino. Alcune anime sono scintille della Luce, altre strumenti materiali. Anche nei Veda, testi millenari della tradizione indiana, emerge una distinzione simile: l’anima Atman è emanata dal Sé supremo Brahman, mentre il corpo è il veicolo materiale, temporaneo, soggetto a karma e cicli di nascita e morte. Comprendere se stessi come generati o creati è il primo passo verso la liberazione della coscienza, moksha.

La riflessione sull’origine dell’uomo non è mai stata solo teorica, ma pratica e trasformativa. Ogni civiltà ha cercato di comprendere come l’essere umano possa liberarsi dalle catene della materia senza rinunciare alla propria esperienza del mondo. Questa distinzione tra generati e creati non è una mera classificazione, ma un invito a riconoscere le potenzialità latenti della coscienza, a comprendere le leggi che governano la materia e lo spirito, e a percorrere un sentiero di evoluzione interiore.


La Fonte, Pleroma, Brahman: l’Essenza infinita

Al centro del cosmo vi è la Fonte, o Pleroma, la totalità della luce e della coscienza. In Poimandres, la Fonte è il Grande Uno da cui tutto deriva senza diminuire. Nei Veda, Brahman è l’Essere assoluto, immutabile, da cui ogni scintilla di coscienza, Atman, discende. Tutti i generati traggono da qui la loro essenza, non come copie, ma come emanazioni dirette.

Nella mitologia egizia, il Faraone era considerato un generato, un riflesso della divinità solare, mentre il resto degli uomini era plasmato da Khnum sul tornio di argilla. Nei testi ermetici, l’Uomo Primordiale riflette l’unità della Fonte e da lui si diramano tutte le forme spirituali. Nei Veda, l’anima individuale è eterna e portatrice di luce, mentre il corpo è materia temporanea, strumento per l’evoluzione karmica.

Il concetto di emanazione è centrale: la luce non può essere separata dalla sua fonte, ma si manifesta in forme diverse per guidare e educare la coscienza. Ogni generato contiene in sé la memoria cosmica, la capacità di percepire le leggi universali e di trasformare la propria vita. La materia, invece, pur essendo uno strumento indispensabile, è spesso il velo che oscura questa percezione.


I Generati: figli della Luce

I generati sono i pneumatici dei testi gnostici, coloro che portano la memoria del Pleroma. Il loro destino è il risveglio, il ritorno alla Luce. Essi sono esseri capaci di trascendere la materia, illuminare gli altri e riconoscere la propria origine.

Nei Veda e negli Upanishad, l’anima Atman riconosce la sua origine in Brahman. Nel Vangelo di Filippo e nel Vangelo di Verità, i pneumatici sono coloro che sentono la chiamata e lavorano per risvegliarsi. Nella visione antroposofica, i generati incarnano l’impulso del Cristo eterico: portano nella propria interiorità il seme dell’Io superiore, chiamato a maturare attraverso incarnazioni successive fino alla piena libertà spirituale.

In termini pratici, i generati sviluppano sensibilità spirituale, intuizione e capacità di discernimento. Sono guidati da impulsi interni verso l’arte, la conoscenza esoterica e la cura del mondo. In medicina taoista e Ayurveda, questi individui mostrano equilibrio energetico e armonia tra corpo, mente e spirito, riuscendo a trasformare le energie vitali in crescita interiore.


I Creati: uomini d’argilla

I creati sono plasmati dal mondo materiale, privi della scintilla originaria della Fonte. Nella cosmologia gnostica, il Demiurgo tenta di imitare l’Uomo Primordiale, ma crea forme incomplete. Nella visione antroposofica, corrispondono a personalità che vivono ancora prevalentemente nel corpo fisico, eterico e astrale, senza aver ancora risvegliato l’Io spirituale. Sono dominati da forze arimaniche (eccesso di materialismo) o luciferiche (illusione spirituale senza radici).

I creati, pur essendo esseri umani come gli altri, tendono a essere più influenzabili dalle passioni, dalle convenzioni sociali e dagli attaccamenti sensoriali. La loro evoluzione richiede disciplina, conoscenza e spesso un incontro con forze guida o maestri spirituali che li stimolino a risvegliare la scintilla dormiente.


La Materia e l’Alchimia: la trasmutazione interiore

La materia è il campo di prova. I creati vi restano intrappolati, concentrati sugli aspetti fisici ed emotivi della vita. I generati devono imparare a purificare e trasformare la loro natura. Nell’alchimia, il piombo rappresenta la materia grezza, l’oro l’anima risvegliata.

La medicina taoista parla di Neidan (alchimia interna) per coltivare il Qi e trasformarlo in spirito. L’Ayurveda mira a purificare i tre dosha e armonizzare corpo e mente. Nella visione antroposofica, la trasformazione avviene attraverso la triplice via:

  1. Immaginazione — capacità di vedere la realtà spirituale attraverso immagini vive.
  2. Ispirazione — percezione diretta delle entità spirituali e delle leggi cosmiche.
  3. Intuizione — unione cosciente con le forze creatrici dell’universo.

Questo processo mostra come tutte le tradizioni convergano sul principio che il corpo, la mente e lo spirito devono essere armonizzati per realizzare la vera natura dell’uomo.


Visione nella trilogia di Tolkien

Nella mitologia di Tolkien, gli Elfi possono essere visti come generati: nati con la scintilla della Luce e una connessione diretta con la volontà di Eru Ilúvatar, portatori di saggezza, arte e immortalità. Gli uomini, in parte, rappresentano i creati: soggetti al ciclo della vita e della morte, alla corruzione e alla tentazione, pur essendo capaci di grande eroismo e risveglio spirituale. Gandalf e altri stregoni incarnano la mediazione tra i due mondi, simili ad alchimisti interiori che guidano gli esseri verso la Luce.


Visione in Dune di Frank Herbert

In Dune, la distinzione tra generati e creati si manifesta in chi ha accesso alla memoria e al controllo della propria essenza. I Bene Gesserit, Paul Atreides e altri con prescienza o controllo genetico incarnano i generati: portatori di memoria e potere che trascendono la semplice carne. La maggioranza degli uomini, invece, è sottoposta al controllo sociale e genetico, incarnando la categoria dei creati. Tuttavia, anche i creati possono risvegliare la scintilla latente attraverso disciplina, conoscenza e consapevolezza, affrontando prove che li portano a una trasmutazione alchemica dell’anima.


Percorso guidato per il risveglio

  1. Riconoscere la propria origine (meditazione e auto-osservazione).
  2. Studiare i testi sacri e iniziatici (Veda, vangeli gnostici, ermetismo, opere di Steiner).
  3. Praticare l’alchimia interiore (taoista, ayurvedica, antroposofica).
  4. Sviluppare immaginazione, ispirazione, intuizione.
  5. Servire come ponte tra materia e spirito, aiutando altri nel risveglio.
  6. Trasformare il corpo e la mente in strumenti di consapevolezza, armonizzando energia vitale, dosha e forze spirituali.
Carlo Di Stanislao

Letture consigliate

  • Ermete Trismegisto, Poimandres, Marsilio Editori, 1997, trad. P. Scarpi, ISBN 9788831767637
  • Elaine Pagels, I vangeli gnostici, Mondadori, 2005, trad. M. Parizzi, ISBN 8804538805
  • Mata Parama Karuna Devi, Le 108 Upanishad, StreetLib, 2013, ISBN 1482598426
  • Bhagavad Gita, La Bhagavad-Gita così com’è, Bhaktivedanta Book Trust, 1980, trad. A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, ISBN 2020060054506
  • Eliphas Lévi, Dogma e rituale dell'alta magia, Edizioni Mediterranee, 2005, ISBN 9788827208505
  • Matteo Martelli, Scritti alchemici, Edizioni Mediterranee, 2016, ISBN 9788872523193
  • Rudolf Steiner, La scienza occulta, Editrice Antroposofica, 2018, ISBN 9788877875241
  • Rudolf Steiner, L’iniziazione. Come si consegue la conoscenza dei mondi superiori, Editrice Antroposofica, 2017, ISBN 9788877874213
  • J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani, 2020, trad. O. Fatica, ISBN 9788834739679
  • Frank Herbert, Dune, Fanucci Editore, 2023, trad. G. Cossato e S. Sandrelli, ISBN 
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