Dal 18 al 24 agosto 2025 Villa Margherita si trasforma in un’arena culturale dove cinema, musica, parole e comunità si incontrano per la terza edizione del Trapani Film Festival. Tra i protagonisti: Pif, Raiz, Massimiliano Bruno, Simona Cavallari, Ninni Bruschetta, Antonio Di Martino, Matranga & Minafò, Antonio Manetti, Giovanni Esposito, Susi Del Giudice e molti altri.
Con la nuova direzione artistica di Lele Vannoli, affiancato dal fondatore Francesco Torre, il festival si rinnova nel formato e nello spirito, portando sul palco una pluralità di linguaggi che vanno dal cinema alla serialità, dal podcast alla musica dal vivo. Ospiti, anteprime, proiezioni e talk si alterneranno ogni sera in un fitto calendario di appuntamenti, accompagnati dalla narrazione live di De Core Podcast, vera rivelazione di questa edizione, e dalle musiche dal vivo del compositore Roberto Procaccini.
Il programma include anche concerti, come quello dei Sud Sound System, e proiezioni attesissime come l’anteprima nazionale del docufilm “Nun ve trattengo”, dedicato a Franco Califano, e i film Nero di Giovanni Esposito e U.S. Palmense dei Manetti Bros. A dare il via al festival, il 17 agosto, sarà l’evento speciale MusiCinema con il Maestro Mons. Frisina.
Fattitaliani ha intervistato Lele Vannoli alla vigilia dell’evento per parlare della sua prima edizione da direttore artistico, della visione che guida il festival e del ruolo del cinema oggi.
Questa è la sua prima edizione come direttore artistico del Trapani Film Festival. Come ha accolto questa sfida?
Con molto entusiasmo, per anni a Roma oltre ad esercitare la professione di attore , sono stato il direttore artistico di locali di musica live, ho avuto la fortuna di veder nascere molti cantanti che ormai da anni sono artisti affermati…quando Francesco Torre mi ha proposto la direzione artistica del festival ho capito che potevo mettere a disposizione la mia esperienza professionale per fare qualcosa di positivo per questo territorio che, come dicevo, anni fa mi ha accolto.
Con Francesco Torre c'è stata subito intesa? su quali aspetti/contenuti siete stati più o meno d'accordo per organizzare il programma?
Diciamo che c’è stata subito intesa, ma non sono mancati gli
scontri, d’altronde lui è un giovane produttore super tecnologico e io ormai
sono un vecchio “boomer” come si dice adesso.
Ma ci compensiamo e alla fine abbiamo costruito un programma variegato.
Qual è stata la sua visione nel ripensare il festival? Cosa voleva portare di nuovo?
Più che portare qualcosa di nuovo, ho voluto mettere a
disposizione la mia agenda personale nel
vero senso pratico della parola.
Ho chiamato i miei colleghi nonché amici e li ho voluti in questo festival. Ovviamente ognuno di loro aveva un film, un documentario, un corto che purtroppo qui sul territorio non era ancora arrivato.
In che modo sono stati scelti gli ospiti e i
contenuti di questa edizione?
Per ogni figura scelta per questo festival, dagli attori come Ninni Bruschetta, Simona Cavallari, registi come Massimiliano Bruno e Pif o musicisti come Pivio e Rai, il comune denominatore è il cinema ovviamente; la scelta dei ragazzi del De Core è stata fatta per abbracciare e arrivare a più persone possibili con questa nuova formula del podcast che attraverso interviste, talk e social creerà una connessione tra i vari ospiti
Il festival si radica ancora di più nel territorio. Che rapporto ha con Trapani?
Trapani è una città che amo, che vivo nel quotidiano in quanto risiedo a Favignana da molti anni. Trapani per me è una città che guarda al futuro, che negli anni ha attraversato molti cambiamenti positivi, c’è ancora molto da fare ma siamo sulla buona strada.
Quanto è importante oggi portare il cinema fuori dalle grandi città e renderlo accessibile a nuove comunità?
Il cinema, come il teatro o qualsiasi altra forma di arte è di fondamentale importanza che arrivi non solo nelle grandi città ma anche in centri minori: è il modo migliore per arricchire e sviluppare una comunità.
Direttori artistici_Lele Vannoli e Francesco Torre_Foto di 3PP
Il programma è ricchissimo e variegato: cinema, musica,
podcast, live, ospiti di diverse esperienze. Come si tiene insieme tutto
questo?
Il filo conduttore di tutto questo è solamente cinema…la musica, il podcast, i live e gli ospiti sono parte integrante di esso.
Il festival parla di cinema, ma anche di memoria, futuro, identità. Qual è secondo Lei il ruolo del cinema oggi in tale direzione?
Secondo me il ruolo del cinema è lo stesso di sempre.
Il format De Core Podcast porta un linguaggio popolare e diretto sul palco. Quanto è importante oggi parlare al pubblico con nuovi codici?
Ho fatto la scelta dì coinvolgere i ragazzi del de Core podcast proprio perché avendo un linguaggio popolare e diretto mi danno la possibilità di arrivare anche ad un pubblico più giovane e social che purtroppo è sempre più distante dalle sale cinematografiche.
Cosa spera che il pubblico si porti a casa da questa edizione?
La voglia di tornare al cinema.