Immaginate un’estate che sta per finire, con le cicale che rallentano il loro canto e il sole che si fa più dorato e malinconico. In questa luce di fine stagione, come una farfalla che si posa per pochi istanti prima di volare via, arriva “Vanessa”, il nuovo singolo di Edoardo Tincani, disponibile dal 15 agosto in radio e su tutte le piattaforme digitali. È una canzone leggera ma capace di lasciare il segno con la delicatezza di una carezza che arriva quando non te l’aspetti.
“Vanessa” racconta una microstoria d’amore, una relazione contrastata durata solamente nove giorni che però ha costituito un’esperienza intensa, dalla quale l’innamorato non sembra essersi ripreso. Il testo si muove tra malinconia e sarcasmo, tra rassegnazione e attrazione irrisolta. Lui, anche se frastornato, si finge indifferente – “io come vedi ormai non penso più a te…” – ma il richiamo di Vanessa è ancora vivo, come un pensiero ricorrente che si insinua nei gesti quotidiani e attraverso le foto rimaste.
La protagonista del brano inventata da Tincani è una figura enigmatica, lunatica, imprevedibile: una donna che “cambiava umore dieci volte al dì”, ma che al tempo stesso aveva un fascino irresistibile. Il paradosso che esplode nel ritornello – “torna per andartene via” – è il cuore del brano: il desiderio di un ritorno solo per poter dire addio, e forse guarire.
Musicalmente, “Vanessa” è un piccolo gioiello pop curato negli arrangiamenti da Marco Gatti, che costruisce un’atmosfera coinvolgente e originale. Il ritmo è vivace ma non frenetico, ideale per accompagnare la narrazione con scioltezza. I cori ironici, il suono di un orologio a cucù e altri piccoli dettagli che emergono all’ascolto rendono il pezzo ricco e godibile, perfetto per chi cerca musica intelligente, ironica e mai volgare. “Vanessa” è il singolo ideale per chi ha voglia di un’estate che sappia anche sorridere dei suoi piccoli drammi sentimentali, e si inserisce con grazia e umorismo nel panorama cantautorale italiano, portando con sé il sapore di un amore immaginato, vissuto e… già svanito.
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