Tra assenza e ricordi: l'intimità di 'Non so più di te' di Alice Blasi. L'intervista di Fattitaliani

Alice Blasi - foto di Gianluca Scalia

"Non so più di te" di Alice Blasi è un brano che esplora la fine di un amore con un approccio genuino e introspettivo. Il testo, semplice ma evocativo, dipinge il vuoto che resta quando una persona scompare dalla propria vita, ma continua a vivere nei ricordi e nelle emozioni. L'artista gioca con il contrasto tra l'assenza fisica e la presenza mentale di chi non c'è più, riportando alla luce sensazioni e rimpianti che affiorano nella quotidianità.

Con uno stile diretto ma ricco di sfumature, Alice Blasi affronta temi come la solitudine, l'incertezza e la nostalgia senza mai cadere nel melodramma. Le parole taciute e gli sguardi mai incrociati diventano simboli di un amore che, pur non essendo stato pienamente vissuto, è stato profondamente sentito. La canzone non si limita a raccontare una rottura, ma esplora il desiderio di comprensione e di riscatto che emerge anche nei momenti di perdita.

Il brano è impreziosito da una produzione che ne amplifica l'intimità, creando un'atmosfera delicata ma intensa, capace di coinvolgere l'ascoltatore in un viaggio emotivo e riflessivo. Alice Blasi riesce a toccare temi universali, trasformando un'esperienza personale in una narrazione condivisa da chiunque abbia mai vissuto la fine di un legame.

Abbiamo intervistato Alice Blasi per Fattitaliani per scoprire di più sul processo creativo dietro "Non so più di te" e le emozioni che hanno ispirato il brano.

 

A soli 18 anni presenti un singolo maturo e profondo. Da dove nasce questa consapevolezza emotiva?

Ho sempre pensato che guardarsi dentro sia veramente importante in un epoca in cui tutto scorre troppo velocemente infatti fermarsi, stare con se stessi , annoiarsi , soffrire o ridere anche in solitudine, ti permette di acquisire maggiore consapevolezza emotiva.

Come riesci a bilanciare scuola e carriera artistica?

Non é stato facile riuscire a bilanciare questi due aspetti ma ciò che mi ha permesso di farlo é stato sicuramente il mio grande amore per la musica, che oltre che un impegno é sempre stata uno sfogo e un rifugio.

Che ruolo hanno avuto i tuoi insegnanti nella tua crescita musicale?

Il mio primo approccio al mondo musicale è stato attraverso lo studio della chitarra, uno strumento che continuo ad approfondire con dedizione, grazie ai preziosi insegnamenti e alla serietà di Edoardo Musumeci

Due anni fa ho iniziato anche un percorso vocale, seguita dalla vocal coach Lilla Costarelli, che mi sta aiutando a sviluppare la mia vocalità e a crescere come interprete.

Recentemente ho intrapreso un nuovo e stimolante percorso  con Riccardo Samperi, che mi ha permesso di crescere e sviluppare la mia identità artistica lavorando in grande sinergia.

Grazie a loro ho avuto la possibilità di realizzare al meglio il mio primo singolo, “Non so più di te”, presso il TRP music.

Cosa ti ha insegnato lo studio della chitarra rispetto alla scrittura?

Lo studio della chitarra mi ha insegnato ad ampliare il mio linguaggio artistico permettendomi anche di comporre i miei testi supportata da uno studio armonico.

Come immagini il tuo percorso musicale da qui ai prossimi anni?

“Non so più di te” é il primo gradino di lungo percorso che ho intenzione di seguire con studio e dedizione.

Spero di poter crescere artisticamente e riuscire a trasferire sempre meglio ogni emozione.


Fattitaliani

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