Simone Patrizi torna con il singolo "Prima che sia il silenzio". L'intervista di Fattitaliani



Dopo un lungo silenzio, tornare a raccontarsi con autenticità è un atto di coraggio. Ma anche di necessità. Con “Prima che sia il silenzio”, Simone Patrizi apre un nuovo capitolo della sua storia artistica, un ritorno che profuma di verità, fragilità e rinascita. Il brano, nato dall’incontro con Maurizio Bernacchia e reso ancora più prezioso dal supporto di Mariella Nava, è molto più di una semplice canzone: è una dichiarazione d’intenti, un invito a non rimandare le parole, a non arrendersi al non detto.

In questa intervista con Fattitaliani, Simone Patrizi si racconta senza filtri: le battute d’arresto, le collaborazioni che lo hanno segnato, le radici musicali che lo hanno formato, fino al bisogno urgente – quasi fisico – di tornare a farsi ascoltare. Ne emerge il ritratto di un artista consapevole, che ha attraversato la notte e ha scelto, ancora una volta, di cantare prima che arrivi il silenzio.

1.  Come nasce “prima che sia il silenzio”? C’è stato un momento preciso o un’emozione che ha fatto scattare l’ispirazione?

Questo progetto nasce da un lavoro di squadra. Tramite Mariella Nava ho conosciuto Maurizio Bernacchia, l'autore del testo. Insieme abbiamo ascoltato molte delle canzoni che aveva da propormi e con questa c'è stato il colpo di fulmine istantaneo. L'ho sentita subito mia, come se Maurizio avesse letto nei miei pensieri e fosse stato capace di metterli in musica, non solo per quello che riguarda le relazioni e l'amore, ma soprattutto per come fare arrivare certe emozioni attraverso la mia voce.

2.  Nel brano parli della necessità di comunicare prima che il silenzio prenda il sopravvento. È un tema personale o universale per te?

Lo sento come un tema universale, un grido di speranza nei confronti della vita. È un invito a cambiare strada, lì dove ci si trova stagnanti in un vicolo cieco, è come un monito a rimettersi in gioco o almeno a provare a tornare sui propri passi per riprendere la vera "strada" da percorrere.

3.   Il testo è molto intimo e sincero. Quanto c’è di autobiografico in questa canzone?

Questi vicoli appunto, molto spesso possono essere insidiosi, senza luce e apparentemente senza via d'uscita. Questo avviene per colpa delle cose che ci accadono, ma molto spesso ci mettiamo anche del nostro. Ecco, a me sono capitate entrambe le cose.

4.   Musicalmente, il brano ha un tono dolce e romantico. Come hai lavorato alla produzione per trasmettere queste emozioni?

Merito di Maurizio e di Giuseppe Mendolera per quanto riguarda la parte musicale. Io poi ho avuto l'onore ed il piacere di poter lavorare a fianco ad una grande cantautrice, Mariella Nava, che nel corso della sua carriera ha saputo regalare emozioni infinite e le sono grato per avermi dato una grande mano e avermi supportato a 360 gradi! Abbiamo lavorato con cura ad ogni singola parola.

5.   Cosa speri arrivi all’ascoltatore attraverso questo singolo?

Spero che arrivi lo stesso brivido che arriva a me. Credo che ci si emozioni sempre meno con le canzoni, o comunque non trovo con facilità quella capacità di saper toccare certe corde interne che in passato percepivo più frequente; quindi, sarebbe bello accadesse con questo nuovo singolo.

6.  Hai debuttato nel 1998 e hai attraversato diverse fasi musicali. Come descriveresti oggi la tua evoluzione come artista?

Oggi credo di aver trovato una maggiore consapevolezza della mia identità artistica. Sono cresciuto sia a livello personale sia a livello professionale; quindi, la musica che faccio è diventata più matura e più autentica, riflette le mie esperienze di vita. Sono grato per le diverse fasi che ho attraversato.

7.  Hai collaborato con nomi importanti come Mariella Nava e Niccolò Agliardi. Cosa hai imparato da queste esperienze?

Hai nominato due persone importantissime per me. Nel panorama musicale sono le uniche che mi sono state vicine in questi anni di silenzio e non parlo di vicinanza lavorativa, bensì umana. Ho imparato che le qualità umane fanno davvero la differenza e vengono prima di tutto.

8.   Dopo una pausa, sei tornato con nuovi progetti e sonorità. Cosa ti ha spinto a rimetterti in gioco?

È stata una pausa molto lunga. In questi anni ho avuto modo di fare diverse esperienze lavorative, ho avuto 2 figli e ho comunque continuato a pensare di fare musica a mio modo. Ammetto che ci sono stati anche dei momenti difficili, e per diverso tempo sentivo di aver messo in pausa la mia reale essenza, oserei dirti quasi seppellita. Avevo perso fiducia in molte cose e soprattutto, errore enorme ma frequente in tanti di noi, non ho più creduto in me.

La vita poi ha ricominciato a darmi dei segnali, mi ha fatto incontrare una persona che è stata il motore per far si che io mi potessi riconoscere di nuovo. Lo stesso panorama musicale mi ha smosso a rimettermi in gioco, perché' c'è bisogno in questo periodo storico di ritornare alla musica vera, quella che da un lato sembra trovarsi anche lei in un vicolo...ma noi vogliamo che esca!

9.   C’è un momento della tua carriera che consideri una svolta?

Sicuramente Sanremo 2002. È stata una esperienza incredibile che mi ha cambiato la vita.

10. Quali artisti o generi ti hanno influenzato maggiormente nel corso degli anni?

Di artisti ce ne sono tanti e anche molto diversi fra loro. Primo fra tutti Renato Zero, poi Piero Pelù dei primi Litfiba. Da sempre ammiro Bob Marley e Gianluca Grignani.

11 C’è un disco o una canzone che ti ha cambiato il modo di scrivere o di vedere la musica?

Ti dirò che c'è più di un disco: ”Icaro” di Renato Zero, La Fabbrica di Plastica” di Grignani, “17 Re” dei Litfiba e “Uprising” di Bob Marley a cui sono particolarmente legato. Tutti dischi che mi hanno influenzato.

12 Come nasce una tua canzone? Parti da un’idea, da una melodia, da un’emozione?

Per me la melodia è fondamentale, poi tramite le emozioni che mi suscita, arrivano da sé le parole adatte.

13 Hai mai pensato di scrivere per altri artisti o preferisci interpretare sempre in prima persona?

Credo non sia la mia attitudine principale. Diciamo che nasco soprattutto come interprete, poi nel corso degli anni ho incominciato a scrivere anche cose mie e ho collaborato con altri, quindi mai dire mai!

14 “Prima che sia il silenzio” segna l’inizio di un nuovo capitolo. Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?

Sicuramente altre canzoni. Vorrei avere la possibilità di fare ascoltare anche cose che non sono riuscito mai a pubblicare e che meritano di venire alla luce. Di silenzio ce ne è stato anche troppo. Giovanni Zambito.


Biografia

Simone Patrizi debutta nel panorama musicale nel 1998 vincendo il Festival delle Due Note con il brano "Cercando", scritto dal produttore Francesco Fiumara. Nel 2001 accompagna Massimo Di Cataldo in tournée e l'anno seguente conquista il terzo posto nella sezione Giovani del Festival di Sanremo con "Se poi mi chiami", brano che anticipa l’uscita del suo primo album Piccoli segni”, interamente composto da Fiumara. Da questo disco viene estratto il singolo "L’onda", che lo porta al primo posto tra le Giovani Proposte a Un disco per l’estate” a Saint Vincent. Nel 2003 collabora con Mariella Nava nel brano "Scrivilo negli occhi", dando il via a un tour che continuerà anche nel 2004. Nel 2006 partecipa alla terza edizione di Music Farm”, condotta da Simona Ventura, mentre l’anno successivo pubblica con un'etichetta indipendente il singolo "Capire il senso", scritto con Fulvio Murru. Nel 2008 firma con Niccolò Agliardi la canzone "Allegria sorvegliata", inclusa nel disco “Da casa a casa” di Agliardi. Dopo un periodo di pausa, nel 2014 torna con il brano "A parole mie", realizzato per la miniserie “Braccialetti rossi”. Nel 2015 entra a far parte del gruppo Z.e.n. (zeroestensionineuronali) e, insieme al musicista Piero D’Andria, pubblica l’album “La porta stretta”, che si aggiudica il Premio Lunezia.

 

LINK UFFICIALI

Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/simonepatrizi

Instagram: https://www.instagram.com/simonepatrizi.musicrecords

Fattitaliani

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