Si è conclusa con entusiasmo e straordinaria partecipazione l’edizione 2025 del Lumen Festival, che dal 25 al 29 giugno ha trasformato Campo Marzo a Vicenza in un crocevia di suoni, visioni e idee, confermandosi tra gli appuntamenti culturali più vitali e trasversali del panorama nazionale.
In cinque giorni, il festival ha registrato oltre 15.000 presenze, un risultato che testimonia la crescente rilevanza del progetto nel panorama musicale e culturale odierno.
A sottolineare il successo, le parole di Matteo Graser, organizzatore e fondatore del festival:
“È una delle edizioni del festival più belle di cui abbiamo memoria e la risposta del pubblico è stata straordinaria, anche oltre le nostre aspettative. Quest’anno abbiamo voluto alzare l’asticella da vari punti di vista, in primis quello dell’allestimento e delle attività extra-musicali, che sono aspetti solo apparentemente secondari, ma che poi in verità possono essere quelli che più restano impressi nella memoria di chi vive il festival. Tutto questo, pur con grande fatica, riuscendo a mantenere dei prezzi – di ingresso e per i prodotti all’interno – assolutamente popolari e sostenibili, qualcosa di cui si sente sempre più la mancanza nel mondo dei live oggigiorno e che è spesso motivo di dibattito. È andata alla grande e non possiamo che augurarci che questo sia solo un ulteriore step di crescita per Lumen Festival e che il futuro ci riservi ancora grandi sorprese e soddisfazioni.”
Cinque giornate dense di musica, talk, laboratori e attivismo, con un pubblico partecipe e variegato che ha animato ogni area del festival.
Sul palco si sono alternati artisti del calibro di MadMan, Sayf, Kapote b2b Sam Ruffillo (Toy Tonics), Dov’è Liana, Joan Thiele, Samuel, Lamante, Los Muchos Gramos, Law J Dinero, Caleydo, The Cosmic Gospel e gli storici Punkreas chiusura di domenica 29 giugno con l’atteso live del tour celebrativo di “Paranoia e Potere”.
Un cartellone capace di attraversare stili e generazioni, spaziando tra Pop, elettronica, rap, indie, house, punk rock e Cumbia Peruviana, confermando la vocazione multidisciplinare e contemporanea del festival.
Accanto alla musica, il Lumen Festival ha dato spazio al pensiero e al confronto: dai talk con Ghemon e Chicoria insieme a Riccardo Magi, alla cultura ballroom, fino alla riflessione sulla legalizzazione della cannabis. Ogni incontro ha acceso conversazioni necessarie, andando oltre i palchi e coinvolgendo il pubblico in modo diretto e autentico.
Grande riscontro anche per i laboratori, le attività collaterali, i workshop creativi gli spazi espositivi e la provocatoria campagna di comunicazione “A Vicenza non c’è un c*o da fare (a partire dal 25 al 29 giugno)” dei Manifesti Abbastanza Ostili, che ha raccontato con ironia e lucidità il bisogno di spazi culturali nella città.
Con il suo approccio cashless, l’attenzione all’accessibilità e alla sostenibilità ambientale, il Lumen Festival ha ancora una volta dimostrato come un evento possa essere inclusivo, sicuro e consapevole, offrendo al tempo stesso intrattenimento di qualità e occasioni di crescita collettiva.
Il claim “This must be your place” si è confermato realtà: per cinque giorni, Lumen Festival è stato il posto giusto dove stare.
Un grazie a tutto il pubblico, agli artisti, ai volontari, agli espositori e a chi ha creduto nel progetto.
Lumen Festival si prende una pausa, ma è già pronto a tornare: appuntamento al 2026.
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