Un'esperienza intensa e stimolante quella appena conclusa a San Biagio Platani, nel cuore pulsante dei Monti Sicani in Sicilia. Ho avuto il privilegio di partecipare alla prima edizione dell'Erasmus delle Aree Interne, un'iniziativa promossa da RIFAI - Rete Italiana Facilitatori Aree Interne che si è rivelata un vero e proprio laboratorio di idee e connessioni umane.
La scelta dei Sicani come prima tappa non è stata casuale: questo territorio è un esempio virtuoso di come la valorizzazione del patrimonio culturale, l'ospitalità autentica e un modello di turismo esperienziale possano generare economia, partecipazione e un forte senso di appartenenza.
L'evento, svoltosi dal 16 al 18 maggio 2025, ha visto una partenza dinamica venerdì 16 maggio con la presentazione ufficiale dell'Erasmus nell'Aula Consiliare. Fin dalle prime ore, l'incontro con le realtà coinvolte ha favorito la conoscenza reciproca dei circa 25 partecipanti internazionali, e la condivisione di esperienze e visioni, gettando le basi per un proficuo scambio. Dopo un conviviale pranzo al Ristorante Primavera, il pomeriggio è stato dedicato al cuore pulsante dell'esperienza sicana con l'incontro "Sicani Inside: il territorio che ti attraversa". Questo focus sul turismo esperienziale ha messo in luce un modello che valorizza profondamente le relazioni, la narrazione autentica e il coinvolgimento della comunità locale. La giornata si è conclusa con una visita al Museo e una suggestiva passeggiata esplorativa delle Architetture Effimere, gli straordinari Archi di pane, simbolo unico di San Biagio Platani, seguita da una cena in dialogo con la guida esperienziale Pierfilippo Spoto presso la "Toh" Locanda Sicana.
Sabato 17 maggio è stata la giornata dedicata a "Il turismo che nasce dal basso", un vero e proprio Testing Tour incentrato sulla costruzione collettiva di un'offerta turistica esperienziale. Insieme ai facilitatori di Rifai e agli esperti locali, abbiamo visitato realtà significative del territorio, tra cui l'incontro con Aldo Bongiovanni, lo "sciamano" dei Sicani, e il suggestivo Giardino del Mito di Carmelo Navarra, artista e progettista degli Archi, dove abbiamo anche pranzato. Il pomeriggio si è svolto presso il Laboratorio Permanente degli Archi di pane, toccando con mano la tradizione e l'artigianato locale. La giornata si è conclusa con un momento aperto alla valutazione e ai feedback sui percorsi esplorati, e un vivace aperitivo all'interno dello show cooking di Sicani Villages, un laboratorio gastronomico che ha saputo raccontare il territorio attraverso i suoi sapori e le sue genti, seguito da una cena conviviale alla Trattoria Sport.
La mattinata di domenica 18 maggio è stata lasciata libera per le partenze, con la consapevolezza di aver vissuto un'esperienza intensa e ricca di spunti.
In questi intensi giorni ho capito che la manifestazione degli Archi di Pasqua è un evento unico nel panorama siciliano e forse anche nazionale. In secondo luogo, che non si tratta di una semplice attrazione turistica, ma è soprattutto il "cuore" pulsante degli abitanti di San Biagio Platani, tant’è che le installazioni corrono lungo il corso principale dove si svolge tutta la vita sociale. La coralità di un’intera comunità si muove all’unisono attorno alla propria identità, fatta di tradizione e di una profonda cultura del sentire, del sapere e del fare. Gli archi sono l’esternazione tangibile di un credo e di una forte volontà cittadina che prova un profondo amore per il proprio territorio. Gli archi sono il simbolo di un radicato valore di appartenenza a questo luogo. Non importa che tu sia Signuraru o Madunnaru: la storica rivalità si stempera in un incontro, nell’abbraccio tra la Madre e il Figlio risorto, tra natura e artificio, nell’armonioso intreccio di azzurro e rosso, di canne e giunchi, nella miriade di colori della fulgida primavera sicana… ed è subito festa.
Riassumendo, abbiamo avuto l'opportunità di immergerci nel modello esperienziale dei Sicani attraverso incontri di facilitazione e scambio con realtà locali attive, sessioni di formazione sui loro approcci innovativi al turismo e esplorazioni territoriali che ci hanno condotto alla scoperta di luoghi dove la tradizione si fonde con la visione di un futuro costruito dalla comunità.
È stato un vero piacere confrontarsi con persone che, con passione e dedizione, stanno ridefinendo il significato di "abitare le aree interne", trasformando quelle che spesso vengono percepite come "periferie" in laboratori di innovazione sociale ed economica. L'Erasmus delle Aree Interne non è stato solo un momento formativo, ma soprattutto un'occasione per creare nuove connessioni e visioni condivise, aprendo la strada a future collaborazioni e progetti.
Un'esperienza che mi ha arricchito profondamente e che testimonia la vitalità e il potenziale nascosto delle nostre aree interne. Un invito a guardare oltre i grandi centri urbani e a scoprire un'Italia autentica, ricca di storie, saperi e un forte desiderio di futuro!
Giuseppe Sinaguglia