C’è una forza particolare nel saper raccontare la fine di un amore non solo come una ferita, ma come un punto di svolta. Leria lo fa con “Oltre te”, il suo nuovo singolo, un brano intenso che mette a nudo la sofferenza e la consapevolezza che nascono quando una relazione, inizialmente luminosa, si rivela tossica e oppressiva.
Con un ritmo incalzante che segue i battiti accelerati di un cuore diviso tra nostalgia e desiderio di rinascita, Leria accompagna l’ascoltatore in un viaggio emotivo fatto di ricordi, lacrime e riscatto. “Oltre te” non è solo una canzone d’amore finito: è un inno alla riscoperta di sé dopo il crollo, alla scelta di restare nel dolore per attraversarlo davvero, fino a liberarsene.
In questa intervista, Leria ci racconta com’è
nato il singolo, le sue influenze musicali, il ruolo fondamentale del nonno
nella scoperta del canto e i progetti in arrivo.
Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è
nato? Cosa rappresenta per te?
Ciao, grazie per l’accoglienza. Allora, “Oltre te” è nato dal bisogno di raccontare cosa succede quando un amore che sembrava perfetto, con il tempo, mostra la sua vera natura: qualcosa di soffocante, che ti spegne a poco a poco. Ho sentito il bisogno di dare spazio a quel dolore che spesso si cerca di nascondere perché fa paura. Io, invece, ho scelto di restarci dentro, di affrontarlo. È stato difficile, ma solo così sono riuscita a ritrovare davvero me stessa.
Quali sono le tue influenze musicali?
A questa domanda non so mai rispondere, perché ascolto un po’ di tutto, anche in base ai periodi. Mi piacciono vari generi, ma preferisco il pop. Una cantautrice italiana che stimo moltissimo e che ascolto spesso è Elisa.
Come e quando è iniziata la tua passione
per la musica?
Ho iniziato a cantare da piccola, nel coro della
chiesa e nelle recite scolastiche, ma allora non mi rendevo davvero conto di
quanto fosse importante la musica per me. L’ho capito all’età di 11 anni,
quando ho calcato il mio primo vero palcoscenico, in occasione di uno
spettacolo organizzato dalla mia scuola media. Da allora ho avuto la certezza
che la musica avrebbe sempre fatto parte della mia vita.
Importante è stata la presenza di mio nonno, che era un cantante. È stato lui il mio primo talent scout, possiamo dire così. Un giorno ero a casa sua e stavo giocando da sola in una stanza. Lui mi sentì e mi chiese di ripetere l’acuto che avevo fatto. Da allora ho cominciato a portare a casa sua le basi musicali, che all’epoca si registravano sulle cassette, e nonno mi dava lezioni di canto.
Con quale artista ti piacerebbe
collaborare e perché?
Achille Lauro. Amo la sua musica e la sua personalità.
Progetti futuri?
Lavoro di continuo su canzoni nuove. Presto ci
saranno dei live e mi sto anche concentrando su un progetto più grande di cui
non posso dire nulla. Ci sto mettendo tutta me stessa perché voglio che sia una
bella sorpresa.