Si è svolta in occasione della partecipazione di WUDZ Edizioni al BOOK PRIDE (la Fiera Nazionale dell'editoria indipendente) la finale della prima edizione del contest MIELE – Ciò che è nascosto punge per scrittrici e scrittori esordienti di narrativa.
A contendersi la possibilità di pubblicare il proprio romanzo con Wudz Edizioni, la casa editrice che ha appena festeggiato il suo primo compleanno, i tre finalisti: Anna Schirru, Fausto Paolo Filigrana e Luca Miranda.
A portarsi a casa la vittoria è stata ANNA SCHIRRU con il suo primo romanzo “UNA BRUTTA VOGLIA”.
Questa la sinossi del libro:
Ci sono 62 personaggi almeno, in questo romanzo. C’è una piccola città del sud della Sardegna, il vento di levante e il vento di maestrale. C’è il mare d’estate e ci sono singhiozzi d’inverno. Ci sono gatti, sigarette accese, reggiseni stesi, suore e asparagi, sorelle che parlano alla luna, padri nel buio, madri che fumano, resti di miniere. C’è una bambina con le voglie belle di una bambina, la voce e gli incubi di una bambina. C’è una comunità di adulti con le voglie brutte degli adulti, la voce di un coro che se non fosse sardo sarebbe greco, la tentazione di fuggire, di bruciare di rabbia, di lasciarsi cadere degli adulti. C’è la voragine della terra che aspetta che cada un corpo. E la voragine aspetta, che lei sa aspettare.
Anna Schirru nasce a Iglesias in autunno, nel 1985. Ha una laurea in lingue, lavora part-time in libreria e insegna teatro ai bambini e agli adulti. Fa l’attrice dove e quando si può. Appena vede il mare si deve tuffare, per forza. Quando è molto triste o molto contenta piange e canta, a volte tutto insieme. Tra le altre cose, è stata regista e drammaturga della compagnia Gorsciaskij di Milano e poi attrice, autrice e bassista delle Cadavere squisite di Bologna. Ha frequentato il corso annuale Trovare la sedia della Scuola Karenin di Paolo Nori.
La prima edizione del contest MIELE – Ciò che è nascosto punge si chiude con un bilancio più che positivo grazie alle 300 opere arrivate alle librerie alveare ossia le 100 librerie indipendenti che hanno partecipato al progetto e votato l’opera vincitrice e l’annuncio di una seconda edizione i cui dettagli verranno comunicati a breve.
Il direttore editoriale di Wudz Edizioni Damiano Scaramella ha commentato così la chiusura di questa prima edizione: “Miele è nato con l’intenzione di innescare una nuova modalità di scouting letterario, che coinvolgesse in prima persona le librerie italiane. La risposta è stata importante: più di 1000, tra librai e autori, sono stati i protagonisti coinvolti in questa prima edizione, e lavoreremo per allargare sempre più il bacino nelle prossime, per strutturare un vero e proprio osservatorio sulla narrativa italiana emergente”.
MIELE – Ciò che è nascosto punge non voleva essere un contest come gli altri e i risultati hanno confermato le premesse per cui era nato: essere un’occasione di incontro, scambio e apprezzamento reciproco tra i veri protagonisti dei libri: chi li scrive, chi li crea, chi li vende.
A volte i libri d’esordio sono come alveari: nascosti negli angoli più irraggiungibili della foresta, ne senti solo il ronzio, ipnotico e continuo. Se vuoi scoprire cosa contengono devi sfidare il pungiglione delle api. Dopo, ciò che troverai sarà dolce e miracoloso come il miele.
Wudz è la trascrizione fonetica del sostantivo inglese woods (bosco, selva, foresta). È così che il direttore editoriale Damiano Scaramella e il suo team ha inteso il senso di questa casa editrice sin dall’inizio. L’hanno immaginata come una grande foresta, una selva di animali, ruscelli, alberi, montagne. Un luogo fitto di interconnessioni (intellettuali ma anche strategiche e manageriali) tra elementi e specie diverse. Un ecosistema pensato e realizzato per essere abitato.
Per questo i libri di Wudz appaiono inseparabili l’uno dall’altro: la proposta libraria è molto ampia (scienze, cinema, letteratura, filosofia, varia), ma la semplice catalogazione in generi non soddisfa le premesse di Wudz: “I libri sono i nostri alberi. La foresta è lo spazio che intendiamo far germogliare. Per questo, dunque, ci piacerebbe che i lettori guardassero al catalogo di Wudz nella forma botanica che abbiamo provato a dargli: se tiri via un libro dalla nostra foresta emergeranno radici che ti porteranno, non abbiamo dubbi, a cogliere tutti gli altri. I nostri libri sono connessi. Sono, appunto, fiori e piante di un ecosistema. E noi ci impegneremo a scovare libri che siano leggibili da tutti i lettori, senza precluderne l’accesso a nessuno”. Prosegue Damiano Scaramella: “Essere un editore vuol dire anzitutto immaginare e mettere radici. Tenere la testa tra le nuvole e i piedi ben piantati a terra. Volare, talvolta, come la Balena Volante che appare nel nostro logo. Ma sempre con una certezza in testa: quello di un editore non è mai un assolo, un soliloquio, un monologo. È un canto collettivo, un coro selvaggio, come quello degli animali di una foresta”.