Si è spento a Chiasso, città nella quale ha vissuto e operato, l’artista Sergio Morello, al quale il Centro Culturale Chiasso aveva dedicato una mostra antologica di successo, dal titolo Sergio Morello. Trasformazioni e tensioni tra pittura e performance (dal 23 ottobre al 29 novembre 2015), ospitata allo Spazio Officina.
Sergio Morello (23.02.1937-11.02.2025), dopo aver trascorso l’infanzia e la prima adolescenza a Balerna, rientra a Chiasso con i genitori Michele Morello e Alma Vassalli. Conseguito il diploma commerciale, inizia gli studi d’arte lavorando, dapprima a Basilea e poi a Ginevra, dove segue i corsi serali della scuola di arti grafiche applicate. Nel 1965 si trasferisce a Milano dove, ottenuta la maturità artistica, frequenta l’Accademia di Brera. Conclude gli studi accademici nel 1970 con una tesi su Otto Dix e la Neue Sachlichkeit, discussa con Guido Ballo. All’Accademia occupata nel 1968/69 sono i tempi delle lotte studentesche, della pittura politica e della riflessione sul ruolo dell’arte: cofondatore del gruppo «Riflessione 1971», Morello realizza una attività espositiva “militante”, attraverso il pensiero guida di Mario de Micheli e Giorgio Seveso. Tra il 1970 e il 1976 espone in diverse mostre in Italia in particolare a Milano. Al rientro in Ticino, si dedica alla pittura analitica (1976-78) e a installazioni di Land art (1979-1988) di cui è uno dei massimi esponenti in Ticino. Si ricordano in particolare le sue esemplari performances sull'arte ambientale che costituiscono un'esperienza singolare e distintiva della sua poetica artistica. Morello inventa infatti le “Color-Azioni”, con le quali tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta catalizza l'interesse del pubblico e dei Media. A partire da “Color Azione 1”, realizzato con il tinteggio a mano di bende in tessuto stese sotto il ponte di Castel San Pietro (1979), seguito da “Pittura-musica ambientale precaria” nell’Aula Magna del Ginnasio di Morbio Inferiore (1980) accompagnato da musiche originali di Francesco Hoch, proseguendo con “Bateau ivre” sulla collina dell’Istituto Agrario Cantonale di Mezzana (1982) con vele in stoffa strappate nottetempo da una bufera di vento; per concludere con il “Mare in scatola” a Casa Rusca, Locarno (1984), con la memorabile “Cassa cromatica” in Piazza Boffalora a Chiasso (1988) realizzata mediante la stesura a pennello di colorazioni trasparenti su carte giapponesi, e la performance denominata “Ragnatela”, sempre a Chiasso (1997). Degli anni Novanta, sotto l’impulso del rinnovato interesse verso i paesaggi e l’acqua, sono le serie delle “tavole concave e convesse” che si incurvano e acquisiscono una dimensione spaziale. Il passo successivo è l’esecuzione del ritaglio, nella prima decade del Duemila, dove opere ritagliate sono esposte con la loro tavola di partenza, esprimendo un gioco dialettico fra forme, spazio e colore. Successivamente compaiono le “cuciture e ricuciture” su tavole in legno con pennellate eseguite di getto e tagli ricuciti, segni visibili di un vissuto. Anche negli ultimi anni l’artista è riuscito a esprimere una ricerca pittorica innovativa, nella quale egli si interessa alla cosiddetta “percezione dell’invisibilità”: una pennellata che si arricchisce di trasparenze, sottili cromie e un tangibile filo che crea continuità. Oltre all'attività artistica, Morello ha svolto un ruolo importante nella vita culturale ticinese, essendo fra l’altro stato presidente di Visarte Ticino, dal 2004 al 2010.
La mostra a lui dedicata allo Spazio Officina ha costituito per Sergio Morello la possibilità di dare uno sguardo prospettico su più di cinquant’anni di lavoro. L’allestimento, suddiviso in sezioni, metteva in evidenza le continue trasformazioni, tensioni ed elaborazioni critiche operate negli anni dall’artista. L’esposizione era accompagnata dal catalogo “Sergio Morello. Trasformazioni e tensioni tra pittura e performance” a cura di Dalmazio Ambrosioni e Nicoletta Ossanna Cavadini, con saggi dei curatori e di Antonio d’Avossa, e, a corredo, un’appendice documentaria con un ricco apparato iconografico e un’intervista a Sergio Morello. Progetto Stampa, Chiasso, 2015, 24 x 24 cm, p. 144.
I lavori di Morello sono stati esposti in numerose sedi in Svizzera e all’estero e sono presenti anche nella collezione d’arte del Comune di Chiasso, grazie a una donazione voluta dall’artista stesso dopo l'esposizione.
Il Centro Culturale Chiasso rivolge un pensiero di gratitudine a questo astista che ha descritto la propria espressività, nella sua intervista rilasciata alla Direttrice Nicoletta Ossanna Cavadini in occasione della mostra, come “memoria di pittura della cultura del Novecento”.
Didascalie: Sergio Morello "Tenere" 2015, acrilico e corda su tavola, 85 x 100 cm; un ritratto dell'artista, 2015. Immagini di Carlo Pedroli, Chiasso.