“Ugo Mulas. L’operazione fotografica” al Palazzo Reale di Milano: un viaggio nella storia della fotografia e dell’arte

 


Il Palazzo Reale di Milano ospita una straordinaria mostra dedicata a Ugo Mulas, uno dei più grandi fotografi italiani del XX secolo.

La retrospettiva celebra l’intero percorso artistico di Mulas, esplorando il suo contributo fondamentale al mondo della fotografia, dell’arte, e della cultura visiva. Attraverso un’accurata selezione di ben 250 scatti, il pubblico è invitato a immergersi nell’universo creativo di un artista che ha saputo trasformare la fotografia in un mezzo di indagine estetica, sociale e intellettuale. Le fotografie presenti in mostra sono tutte in bianco e nero e suddivise in numerose sezioni.


Nato a Pozzolengo nel 1928, Ugo Mulas si trasferisce a Milano nel 1948, dove comincia a frequentare il Bar Jamaica, punto d’incontro per intellettuali e artisti. In questo ambiente fervente e creativo, Mulas sviluppa il suo sguardo fotografico, documentando la Milano del dopoguerra, con immagini della periferia, delle sale d’aspetto della Stazione Centrale e della vita quotidiana che animava la città. Questi primi lavori, pubblicati nel 1955, mostrano già la sensibilità e la profondità che caratterizzeranno tutta la sua carriera.


La carriera ufficiale di Ugo Mulas inizia nel 1954 con la Biennale di Venezia, evento che segnerà un legame costante con il mondo dell’arte. Negli anni seguenti, Mulas diventa il fotografo di riferimento per le manifestazioni artistiche più importanti, documentando eventi come Documenta a Kassel e le contestazioni del 1968 alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano.


La sezione più intima e concettuale della mostra è dedicata alle Verifiche, un progetto iniziato nel 1968 in cui Mulas esplora i codici tecnici, linguistici ed etici della fotografia. Composta da 14 opere, questa serie rappresenta una riflessione profonda sul medium fotografico, che Mulas considera non solo uno strumento di rappresentazione ma anche un mezzo per interrogare la realtà. Seguono le riflessioni sul tempo e lo spazio nella serie “la vitalità del negativo”. Una ricerca profonda e sempre in divenire quella di Mulas.


Sorprendenti i ritratti, gli interni ed esterni, i luoghi, i sodalizi con Fontana, Duchamp, Calder, Melotti e tanti altri protagonisti nazionali ed internazionali dell’arte e della cultura. Un archivio memorabile, una documentazione dal sapore vintage che riguarda anche e soprattutto Milano. 


La mostra evidenzia anche le collaborazioni di Mulas con figure di spicco del teatro, della moda e dell’industria, come Giorgio Strehler e Mila Schön. Le sue immagini di scena per il Piccolo Teatro di Milano e i servizi per riviste come Domus e Vogue rivelano la versatilità di un fotografo che sapeva muoversi con maestria tra diversi linguaggi visivi.


Uno dei momenti centrali della mostra è dedicato al viaggio di Mulas negli Stati Uniti nel 1964, dove entra in contatto con la nascente Pop Art e la scena artistica newyorkese. Il reportage, pubblicato in “New York: The New Art Scene”, testimonia l’incontro con artisti come Andy Warhol, Jasper Johns e Roy Lichtenstein, e rappresenta un ponte tra l’arte europea e quella americana.


Ugo Mulas muore nel 1973, lasciando un’eredità che va ben oltre la semplice documentazione. La sua opera è un manifesto di come la fotografia possa dialogare con l’arte, il teatro, la poesia e la società. La mostra al Palazzo Reale non è solo un omaggio al suo genio creativo, ma anche un invito a riflettere sull’importanza della fotografia come forma d’arte autonoma e come strumento di conoscenza.


La mostra rimarrà aperta fino al 2 febbraio 2025. Un’occasione imperdibile per scoprire l’opera di un maestro che ha saputo raccontare il suo tempo con uno sguardo inconfondibile e rivoluzionario. Per informazioni su orari e biglietti, si consiglia di visitare il sito ufficiale del Palazzo Reale.


Con questa retrospettiva, Milano celebra uno dei suoi protagonisti più illustri, offrendo ai visitatori un viaggio unico nel mondo di Ugo Mulas, tra immagini iconiche e riflessioni senza tempo.

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