12 luglio - 11 settembre 2024 Gianluca Brando Terra-spiovente, 2024 ceramica smaltata, acqua, gesso rinforzato e sabbia misure complessive 57 x 50 x 70 cm \ variabili Andreas Zampella Paesaggio d’argilla, 2024 argilla e olio su tela 120 x 100 cm |
Il settimo e l’ottavo appuntamento del progetto FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, condensati nella forma di installazione bi-personale nei mesi tra luglio e settembre, vede protagonisti gli artisti Gianluca Brando (Maratea, 1990) e Andreas Zampella (Salerno, 1989). I due artisti, riflettendo sulle loro pratiche e tecniche ormai maturate negli ultimi anni, hanno ampliato lo sguardo su alcuni temi inerenti alla realtà faentina dopo le alluvioni del maggio 2023. |
Gianluca Brando Terra-spiovente (dettaglio), 2024 ceramica smaltata, acqua, gesso rinforzato e sabbia misure complessive 57 x 50 x 70 cm \ variabili |
In Terra-spiovente (2024) Gianluca Brando, suggestionato dalle immagini degli edifici di Faenza sommersi dall’acqua, ha riflettuto sull’idea di “dimora” umana e animale. Partendo da un elemento architettonico come la “tegola”, tradizionalmente realizzata in argilla nel corso dei millenni, ha costruito un monumento-catasta che rimanda a un’architettura sia utopica sia distopica. L’artista ha modificato la struttura e la funzione della tegola apicale presentandola capovolta; una tegola in negativo, smaltata, che diviene culla, tomba, vasca, vaso – dove l’acqua è elemento che può dare sia vita sia morte – a cui ha aggiunto un’appendice con forma di conchiglia. Alcuni molluschi, infatti, diversamente dagli esseri umani, sviluppano la conchiglia insieme al crescere del proprio corpo, costituendo così la forma e la struttura ideale della propria dimora. La tegola-zoomorfa piena d’acqua ribalta le funzionalità primarie del tetto quale struttura di protezione, copertura idonea al defluire dell’acqua. La forma spiraliforme della conchiglia diviene anche simbolo ancestrale di eterna metamorfosi e scorrere del tempo. |
Andreas Zampella, Paesaggio d’argilla, 2024 argilla e olio su tela 120 x 100 cm |
Andreas Zampella opera alternando pittura, scultura e installazione compenetrando spesso i generi artistici; nelle sue composizioni pittoriche riunisce oggetti, suggestioni, immagini della quotidianità unite a una vena onirica e a velature surreali. In molti lavori, l’artista predilige l’uso dell’argilla come pigmento da stendere sulla tela, “scolpendo” e “modellando” la superficie con luci e ombre. Nell’opera Paesaggio d’argilla (2024) elementi quali indumenti, vasi, tazze, piante vivono in forma quasi “limacciosa” una metamorfosi continua trasmutando e trasbordando reciprocamente. Uno scenario lacustre, acquatico, fitomorfo ma legato a elementi di uso domestico e quotidiano, con un velo di tragica ironia. Questi frammenti sinuosi – anatomici e botanici – scompongono e ricompongono una natura morta sui generis, una natura silente che è stata vita e che ricerca vita nel suo farsi quotidiano. |
12 settembre - 11 ottobre 2024 Nico Vascellari Buco Della Luce, 2024 ceramica dimensioni variabili |
Veduta del Bus de la Lum nell'altopiano del Cansiglio courtesy Studio Nico Vascellari |
Il nono appuntamento della rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è dedicato all’opera Buco Della Luce (2024) di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976). Il titolo della scultura rimanda al nome dialettale del cosiddetto Bus de la Lum, grande gola naturale di origine carsica nel cuore della foresta del Cansiglio, luogo poco distante dallo studio dell’artista a Vittorio Veneto e già al centro di numerose perlustrazioni e atti performativi. I fuochi fatui emessi dalle carcasse di animali in decomposizione, caduti accidentalmente o gettati nella voragine, hanno alimentato, sin da tempi antichi, leggende e storie popolari che ritenevano il sito un luogo di rituali magici operati da streghe alle prese con il rapimento e l’uccisione di bambini catturati nella foresta. Nel secolo scorso, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, Bus de la Lum divenne tristemente noto per essere impiegato come una foiba dove trovarono la morte molti esseri umani, a volte gettati vivi all’interno del burrone con i polsi legati dietro la schiena. La scultura in terracotta è il risultato della rovinosa caduta di una massa di argilla modellata secondo le sembianze e il peso dell’artista. Alcuni dettagli rievocano segni di violenza e martirio di una iconografia storica e immaginaria (corde, travi di legno) impressi nella materia; emergono la forza e la violenza con cui il gesto è stato perpetrato dall’artista, evidenziando l’assonanza tra corpo della scultura e corpo organico, umano o animale. Il lavoro potrebbe essere letto anche come metafora della figura dell’artista pronto a “saltare nel vuoto” – andando a volte incontro all’autodistruzione o all’autolesionismo – ovvero a sperimentare e a superare determinati limiti fisici e concettuali. L’opera è stata realizzata presso la Bottega d’Arte Ceramica Gatti di Faenza. |
I curatori Roberto Lacarbonara (Bari, 1981), giornalista e curatore di arte contemporanea, è Direttore artistico del museo CRAC Puglia – Centro Ricerca Arte Contemporanea (Taranto) e Codirettore della Fondazione Biscozzi | Rimbaud (Lecce), curatore della Fondazione Museo Pino Pascali (Polignano a Mare), docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Collabora con il quotidiano La Repubblica e con il periodico Espoarte. Tra i suoi libri si ricordano: Giuseppe Capogrossi e l’architettura, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo – Milano, 2023; Luciano D’Alessandro. L’ultimo idealista, Postcart, Roma, 2021; Passages/Paysages, Mimesis, Sesto San Giovanni – Milano, 2020; Pino Pascali Fotografie, con A. Frugis, Postmedia Books, Milano, 2018. Tra i recenti progetti curatoriali istituzionali: “Lisetta Carmi. Identities” (con G. B. Martini, Estorick Collection, London, 2023); “Nico Vascellari. Tre quattro galline” (con P. P. Pancotto, Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare, 2022-2023); “Pino Pascali. From Image to Shape” (con A. Frugis, Palazzo Cavanis, 58. Biennale Arte di Venezia, Venezia, 2019). Gaspare Luigi Marcone (Terlizzi, 1983) vive e lavora a Milano. Laureato in Storia e critica dell’arte all’Università degli Studi di Milano dove ha anche conseguito il dottorato di ricerca in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale e ha collaborato con il Dipartimento di Storia dell’Arte. Dal 2015 è cofondatore e Direttore artistico di The Open Box – Milano. Ha curato mostre e pubblicato testi critici su vari artisti del XX e XXI secolo per musei pubblici, istituzioni e gallerie private. Tra i suoi libri si ricordano: Piero Manzoni, Scritti sull’arte, Abscondita, Milano, 2013; Piero Manzoni, Diario, Electa, Milano, 2013; Fontana, Baj, Manzoni 1958 – 2018, Carlo Cambi Editore, Poggibonsi – Siena, 2018; Piero Manzoni: Writings on Art, Hauser & Wirth Publishers, Zürich, 2019. Tra i recenti progetti curatoriali istituzionali: “Lucio Fontana. Autoritratto” (con S. Roffi, W. Guadagnini; Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo – Parma, 2022); “Goldschmied & Chiari. Eclisse” (Museo Novecento, Firenze, 2019); “Gianni Caravaggio. Iniziare un tempo II” (Museo Novecento, Firenze, 2018-2019); “Piero Manzoni. Solo” (Museo Novecento, Firenze, 2018). |
INFORMAZIONI FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea a cura di Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone BUILDINGBOX via Monte di Pietà 23, 20121 Milano Visibile 24/7 Calendario 12 luglio - 11 settembre 2024 Gianluca Brando Terra-spiovente, 2024 ceramica smaltata, acqua, gesso rinforzato e sabbia misure complessive 57 x 50 x 70 cm \ variabili Andreas Zampella Paesaggio d’argilla, 2024 argilla e olio su tela 120 x 100 cm 12 settembre - 11 ottobre 2024 Nico Vascellari Buco Della Luce, 2024 ceramica dimensioni variabili |
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