Secondo appuntamento ieri sera a Macerata per il 60° Opera Festival: dopo il debutto pucciniano con Turandot (recensione), è stata la volta di Norma di Vincenzo Bellini, diretto da Maria Mauti, al debutto come regista d'opera.
L'opera si è rivelata un'esperienza indimenticabile, un capolavoro che ha risuonato con una forza e un'emozione ineguagliabili nello Sferisterio maceratese. Le voci dei tre protagonisti sono state eccezionali, e ognuna ha portato una profondità e una chiarezza che hanno catturato e commosso il pubblico.
Marta Torbidoni, ha regalato una performance straordinaria nel ruolo della protagonista. La sua voce, potente e cristallina, ha trasmesso con intensità le emozioni del suo personaggio, da quelle più intime a quelle più furiose. Ogni parola era chiarissima, permettendo agli spettatori di vivere appieno il dramma interiore della sacerdotessa. Perfetta l'esecuzione di "Casta Diva".
Roberta Mantegna nei panni di Adalgisa non è stata da meno. La sua voce ha affascinato per la dolcezza e la purezza, creando un contrasto perfetto con Norma e aggiungendo una dimensione ulteriore al dramma. La sua intensità emotiva ha saputo toccare corde profonde, rendendo ogni duetto con Norma un momento di pura magia.
Attraverso il suo Pollione, il tenore Antonio Poli (intervista) ha portato sul palco una presenza scenica e vocale impressionante. La sua voce ha espresso con vigore le passioni e le contraddizioni del suo personaggio. La sua interpretazione ha aggiunto tensione e dinamismo alla narrazione, mantenendo il pubblico costantemente sul filo del rasoio. Il tenore si è ulteriormente confermato come un interprete sensibile e dalla maturità vocale robusta.
Riccardo Fassi-Oroveso ha completato questo quartetto di talenti con una voce autorevole e solenne. La sua performance ha donato gravitas e maestosità alle scene corali, rendendo palpabile il senso di comunità e il fervore guerriero.
Il coro, diretto con maestria dal M° Martino Faggiani, ha raggiunto vette di eccellenza. I momenti collettivi sono stati eseguiti con una precisione e una passione tali da trasmettere un senso di riflessione profonda e di orgoglio epico. Ogni intervento corale ha contribuito a creare un'atmosfera di coinvolgimento totale, rendendo l'esperienza ancora più intensa e partecipativa.
L'orchestra diretta dal M° Fabrizio Maria Carminati ha offerto una performance impeccabile, sostenendo i cantanti con una base sonora ricca e dettagliata. La direzione orchestrale ha saputo valorizzare ogni sfumatura della partitura, dai momenti più delicati ai passaggi più tumultuosi. L'equilibrio tra gli strumenti e le voci è stato perfetto, creando un flusso musicale continuo e avvolgente che ha accompagnato magistralmente lo sviluppo della trama.
La bravura delle due cantanti Torbidoni e Mantegna s'intravedeva non solo nella loro eccellente vocalità, ma anche nel perfetto connubio scenico. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni interazione tra le due era carica di significato, sottolineando la profondità del loro rapporto e arricchendo la narrazione con una complessità emotiva palpabile. La loro sinergia ha aggiunto un ulteriore livello di bellezza all'opera, rendendo i loro duetti momenti indimenticabili, grazie pure alle scelte della regista che attraverso dei gesti paralleli delle due donne ne sottolineava la vicinanza e l'affinità sentimentale.
La regia ha saputo mettere in risalto non solo i diversi quadri che compongono l'opera di Bellini, ma anche l'unicità dei personaggi. Ogni personaggio veniva accolto nello spazio grande del palco con piccole variazioni delle strutture mobili e dei movimenti scenici, permettendo così di evidenziare le loro peculiarità e le loro evoluzioni psicologiche.
I costumi azzeccati di Nicoletta Ceccolini hanno contribuito a focalizzare l'attenzione sugli interpreti, evitando distrazioni superflue e creando un ambiente che accentuava l'intensità del dramma. Le scelte scenografiche, nella loro essenzialità, risultavano efficaci: ogni elemento era posizionato e utilizzato in modo tale da amplificare la potenza narrativa dell'opera. Le strutture mobili e i movimenti scenici, cambiando leggermente tra una scena e l'altra, hanno reso evidente il passaggio del tempo e l'evoluzione delle situazioni, mantenendo alta l'attenzione del pubblico.
La rappresentazione di "Norma" allo Sferisterio di Macerata ha saputo onorare la bellezza dell'opera di Bellini e affascinare profondamente il pubblico. Una delle interpretazioni più riuscite e coinvolgenti di "Norma" che va al di là della superficie di uno spettacolo: ci ha ancora ricordato come lo struggimento derivato dal cuore a volte impone le scelte più azzardate nella vita di una persona e rappresenta la più bella delle dannazioni. Giovanni Zambito.
Foto di Luna Simoncini
Le prossime rappresentazioni: venerdì 26 luglio, domenica 4 agosto, venerdì 9 agosto.