di Francesca Ghezzani
Stefania Jade Trucchi, nata e
cresciuta a Roma, è una psicoterapeuta, terapeuta EMDR, specializzata nel campo
del Disturbo post traumatico da stress e delle conseguenze psicologiche della
Violenza e del Lutto. È inoltre autrice di alcuni romanzi quali “Un uomo di
vetro”, “Mosaico di donna” e “Il candore di un’anima” pubblicato da Sperling
& Kupfer. Ha scritto racconti come “Un tuffo nella vita”, “Una voce da
lontano”, “Cibo in parole” e “Il circo errante” in cui è descritto il “Ciclo
della violenza”, una storia narrata attraverso gli occhi di un bambino. Ha
vinto con le sue opere molti premi letterari. Alcune di queste sono state
presentate in occasioni di giornate dedicate alla lotta contro la violenza.
Più di recente è tornata in libreria con il nuovo romanzo “Il ladro di fiori” (Bertoni Editore), scritto per dare voce alla sofferenza di tante donne vittime di violenza e dei loro figli.
Stefania, c’è un fil rouge tra il tuo ultimo libro e i precedenti,
vero?
Il principale fil rouge che
collega tutti i miei Romanzi è il voler trasmettere la cura dei sentimenti e il
rispetto per la persona nella sua totalità. Nei miei Romanzi racconto l’amore,
il dolore, la paura, le conseguenze della violenza all’interno dell’animo umano
e l’importanza, al contrario, che si dovrebbe dare alla protezione dei legami
tra le persone. Ogni storia diversa una dall’altra contiene questo tipo di
messaggi.
Credi che la lettura possa essere il veicolo giusto per sensibilizzare
ed educare sui temi di cui ti occupi?
La lettura è uno dei mezzi
privilegiati per educare e sensibilizzare le persone su certe tematiche perché
attraverso il racconto e la relazione tra i personaggi della storia si può
parlare direttamente e in modo semplice al cuore della gente. Ci si può immedesimare
in un personaggio o comprendere alcune dinamiche simili alle nostre, che o
abbiamo vissuto o stiamo vivendo, possiamo sognare insieme ai protagonisti o
soffrire con loro aprendoci al mondo dell’empatia.
In poche righe, quali storie troviamo in queste pagine?
Nelle pagine del mio Romanzo
vengono raccontate le storie di tre donne e degli abusi subiti da compagni e
mariti violenti. Accanto a queste donne, racconto dei loro figli, vittime anche
loro di violenza soprattutto psicologica da parte dei loro padri. Ho desiderato
in tal modo dare la voce a tante mie pazienti che si sono rivolte a me per
aiutarle a liberarsi dalla violenza subita.
L’ambientazione intorno ai personaggi è ben definita o assume un ruolo
marginale?
Non definisco bene l’ambientazione
intorno ai diversi personaggi del Romanzo perché la violenza può accadere
ovunque e non è legata a luoghi particolari o a precisi contesti sociali.
Purtroppo gli abusi psicologici e fisici possono verificarsi dove non potremmo
mai immaginarlo e possono riguardare chiunque, donne, uomini, bambini, anziani…
in famiglia, tra le coppie, a scuola, sul posto di lavoro…
Ti chiedo di essere assolutamente sincera: è stato doloroso scrivere
questo libro?
Non è stato tanto doloroso
scrivere questo Romanzo, perché ho voluto dare voce al grido di aiuto di tante
donne, piuttosto è stato doloroso rileggerlo perché mi sono resa ancora più
conto di quanta sofferenza affronto nel mio lavoro ogni giorno e di come la
sofferenza lasci cicatrici profonde.
In tanti anni di professione clinica, quali dinamiche relazionali permangono inalterate e quali, invece, sono emerse nel tempo?
In passato, le relazioni in
Italia erano caratterizzate da un forte legame con il matrimonio tradizionale,
visto come un impegno per tutta la vita. Il divorzio era stigmatizzato e le
famiglie erano spesso multigenerazionali, con i nonni che vivevano insieme ai
figli e ai nipoti. Le relazioni erano maggiormente influenzate dalle norme
sociali e religiose, che imponevano ruoli di genere rigidi e aspettative ben
definite per uomini e donne. L’unità familiare era centrale, con una forte
enfasi sulla stabilità e sulla durata dei legami matrimoniali. Oggi, le
relazioni in Italia sono più diversificate e flessibili. La convivenza senza
matrimonio è comune e socialmente accettata. Il divorzio è più frequente e meno
stigmatizzato. Le unioni civili per le coppie dello stesso sesso sono
riconosciute. La tecnologia ha trasformato le dinamiche relazionali,
facilitando incontri online ma introducendo nuove sfide come la cyberviolenza.
Le famiglie multigenerazionali sono in aumento per ragioni economiche e di
supporto reciproco. Questi cambiamenti riflettono una società che valorizza
l’autonomia personale e accetta una maggiore varietà di forme relazionali.
Qual è il messaggio principale che speri i lettori e le lettrici portino
con sé dopo aver letto "Il ladro di fiori"?
Il messaggio principale che le persone porteranno con loro stesse dopo aver letto “Il ladro di fiori” è quello di comprendere che la violenza non è mai una soluzione e spesso lascia cicatrici profonde, sia fisiche che emotive, su chi la subisce. È cruciale promuovere una cultura di rispetto, empatia e supporto reciproco. Ogni persona ha il diritto di vivere senza paura e di essere trattata con dignità. Dobbiamo educare noi stessi e gli altri sull’importanza di relazioni sane e rispettose, supportando le vittime e denunciando ogni forma di abuso.