Tra amori, memorie e cicatrici: la maestria narrativa di Stefan Rűhle in "Erotico Rosso Cuore"

In "Erotico Rosso Cuore" Stefan Rűhle offre una maestria narrativa che esplora gli intricati sentieri dell'amore, dell'innamoramento e del sesso. Le storie, tessute con cura, indagano le complesse dinamiche dei rapporti di coppia, svelando conflitti, malinconie, verità crude, confessioni e rimpianti.

L'autore, un architetto di professione, applica il suo approccio stratificato alla scrittura, creando diversi livelli di lettura. I racconti si dipanano tra l'amore romantico e quello crudo, intrecciando la passione per le arti che arricchisce le storie di riferimenti culturali e artistici.

Con "Erotico Rosso Cuore" l'autore ci consegna un'opera che va oltre la superficie delle relazioni umane, invitandoci a contemplare l'amore nei suoi vari aspetti, dalle passioni malinconiche alle memorie cicatrizzate.

Ciao Stefan, grazie per essere qui con noi. Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione per scrivere "Erotico Rosso Cuore"?

La fonte d’ispirazione, che chiamerei meglio d’ideazione, per consegnare un ché di scientifico anche alla scrittura, proviene da una miscela fatta d’incontri, articoli di giornali, chiacchiere con amici, o anche sconosciuti personaggi incontrati per caso; poi letture estemporanee e tanto altro.

A questa miscela va aggiunta la fantasia che, compie il suo dovere trasmutando semplici indizi in favole erotiche e racconti d’amore. Aggiungerei i sogni, che tanta parte occupano della nostra vita, per chi ha la fortuna di ricordarli. Io non faccio il terapeuta e non li interpreto, tuttavia spesso li trascrivo o li appunto così come sono, senza assegnargli una valenza personale. Il mio inconscio si esprime? Io semplicemente gli vado dietro inseguendo una strada che il più delle volte è un “work in progress”, un cantiere per il racconto.

Hai menzionato la tua esperienza di architetto e la tua abitudine di stratificare le varie dimensioni del progetto. Come hai applicato questo approccio nel tuo libro?

Nel mio mestiere di architetto le stratificazioni vengono identificate come layers: è come se numerosi fogli trasparenti si sovrapponessero uno sull’altro. Tutti insieme fanno un progetto. Anche nel mio libro ogni storia, pur avendo come comune denominatore il rapporto amoroso e l’innamoramento con tutto il suo carico di erotismo, in trasparenza svela anche temi diversi.

Per cui si fa riferimento a una poesia di Omero o di Thomas Eliot, a un brano musicale (Dolly Suite op.56) o a un quadro di Rothko. Ma altri layers appaiono e scompaiono, sfiorando i racconti, anche con temi complessi e difficili come la Shoah.  Poi troviamo l’ironia, che si presenta spesso all’improvviso, mentre in altri diventa il filo conduttore dell’intero racconto. Per ultimo vorrei fare un accenno alla scrittura, alla scelta dei vocaboli, alla costruzione grammaticale che tenta di non essere banale, ma risultato di molteplici letture “a togliere e asciugare”.

Le tue storie esplorano le complesse dinamiche dei rapporti di coppia, affrontando conflitti, malinconie, verità crude e confessioni. Come hai utilizzato la scrittura come processo di autoanalisi in questo contesto?

I rapporti di coppia, ma non solo, perché questo avviene anche nell’amicizia, ci impegnano in un continuo lavoro di affinamento su noi stessi, un mettersi in discussione. Ancora più complesso affrontare il quotidiano nella coppia, dove spesso si è crudeli nei modi e nelle parole.  Ma scrivere è un lavoro solitario, e affrontare la pagina bianca, ci permette, in una società che offre stimoli e messaggi contraddittori d’ogni tipo, di penetrare in profondità nel nostro animo. Scrivere è un bagno salvifico, come una SPA per l’animo, necessaria a ripulire tutte le scorie giornaliere. Va bene, ma chi non scrive come si salva? Secondo me leggendo con curiosità e perseveranza. Ma torniamo ai rapporti di coppia: in tutti i racconti la parte femminile è protagonista e conduce le “danze”. Alcune volte è figura solo immaginata, muta e inaccessibile. In altre l’acquisita spavalderia, il coraggio e i diritti conquistati dalle donne nei decenni scorsi, hanno messo in crisi le obsolete certezze del maschio. Basta “fare cilecca” in un rapporto (vedi “Un racconto viandante”), o essere rifiutati (vedi “Il contratto) che si diventa immediatamente pazienti la cui cura risiede solo nel consumare quel rapporto interrotto molti anni prima.

La sinossi del libro parla di corteggiamento come un'arte, prendendo in prestito brani musicali, poeti e pittori per conquistare l'amato. Puoi raccontarci di più su come hai integrato queste influenze artistiche nella trama dei tuoi racconti?

È vero, il corteggiamento è un’arte, ma le modalità di attuarlo possono essere le più diverse. Intanto ritengo che si può subire il fascino di una caratteristica peculiare, che non sempre è la più facile, come la bellezza. Per parlare di me stesso confesso che sono stato sempre affascinato dalla voce, che in certi casi è come musica. Proprio su questo tema, per chi avrà la cortesia di leggermi, scoprirà che uno dei racconti presenti nel libro (Ditelo con i fiori) è  costruito sulla voce, che come un canto ammaliatore, porta a dimenticare ogni cosa pur di conquistare l’oggetto del desiderio.

La voce appare come una musica a cui non si può resistere: Ulisse si fa legare saldamente dai suoi marinai all’albero maestro, mentre il nostro protagonista cede senza opporre resistenza al canto delle sirene.

Ma si può anche rimanere affascinati dalla descrizione di un quadro famoso (vedi “Rothko sexual”) sino a suscitare una vera attrazione fisica, o dalla somiglianza con un personaggio poetico, confondendo  la poesia con la realtà, anzi di più: la poesia diventa più reale del quotidiano (vedi Giovanna Faroblù), Ma possono essere riti tribali che comunicano meglio delle parole, trovando spazio su ogni parte dell’epidermide di una coppia: tatuaggi che descrivono un amore che si esaurisce solo con la comune dipartita (Ludmilla Coltella). Insomma, io tento sempre di descrivere il corteggiamento come un atto non banale, diverso dalle parole spesso oggi tutte uguali.

Infine, cosa vorresti che i lettori portassero con sé dopo aver letto "Erotico Rosso Cuore"?

I racconti, diversamente da un romanzo hanno una struttura che non consente smagliature né ritardi.  A mio avviso lo svolgimento deve catturare la curiosità del lettore, ma non rivelare la chiusa, che ritengo debba sorprendere. È un ritmo che deve coinvolgere il lettore, senza lasciargli il tempo di fermarsi: come un rotolare dentro il racconto. Mi farebbe piacere che si venisse coinvolti in una trama così rapida e veloce da non consentire pause nella lettura. Sono racconti sull’amore, alcuni crudi nella trama e nel linguaggio, altri romantici e leggeri. Sarei soddisfatto se in qualche lettore si affacciasse il pensiero che l’amore, il sesso, l’erotismo non vanno banalizzati, ma possono essere il tessuto di rapporti articolati in un mondo che suggerisce solo semplificazioni. In effetti i rapporti amorosi, come anche l’amicizia o anche dei semplici incontri casuali, suggeriscono complessità e sarei grato a quei lettori che dedicassero qualche momento di riflessione sul proprio rapporto, avvicinandolo o paragonandolo a una delle otto storie contenute nel libro.


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