Arte, Gianna Panicola: lo spirito giocoso e le forme mutevoli di Danio Migliore. L'intervista

 


Gianna Panicola, critico d’arte e curatore di mostre, ci presenta l’artista Danio Migliore. INTERVISTA di Andrea Giostra.

Ciao Gianna, benvenuta e grazie per avere accettato il nostro invito. Ai nostri lettori che volessero conoscerti quale critico d'arte e curatore di mostre, cosa racconteresti di te? Come è nata la tua passione per l’arte e per le arti visive in particolare? Quale il tuo percorso professionale, esperienziale, accademico e artistico che hai seguito?

Quella passione che muove e scompone, è nata quando ero bambina. Ero sempre circondata da colori, pennarelli, matite, quaderni, tanti quaderni e poi le stoffe di mia nonna Giannina con le quali cucivo abiti alle bambole. Mio nonno paterno era un grande amico di Giovanni Cavarretta, pittore marsalese conosciuto per le sue delicate saline e organizzatore di mostre. Osservavo spesso quelle opere, alcune delle quali oggi fanno parte della mia collezione. Seguono gli studi presso l’Università di Palermo, dove ho conseguito la laurea in DAMS Arte, con una tesi sperimentale sulla Public Art di Torino, relatrice la professoressa e storica dell’arte Eva di Stefano, e due corsi universitari post laurea. Ha inizio la collaborazione con Officine delle Arti di Agrigento, con la galleria 4ARTS Gallery di Marsala, con l’Ente Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea e con Palazzo Grignani, sede della Pinacoteca di Marsala, come curatrice indipendente. Studiando la Collezione della Pinacoteca di Marsala ho approfondito il Novecento italiano, il gruppo Corrente, il gruppo Forma, la pittura analitica, curando visite guidate e seminari; seguo il lavoro di ricerca e di sperimentazione di artisti siciliani contemporanei.

La passione per l’Arte si nutre di studio costante, è qualcosa che cresce e sente il bisogno di rinnovarsi. La passione mantiene vivo l’interesse e lo comunica; questa passione mi mantiene VIVA, ecco!

Perché hai scelto il Museo d’Arte Contemporanea di Alcamo per la personale di Danio Migliore?

Diciamo che è stato il Museo d’Arte Contemporanea di Alcamo a scegliere noi. Spesso sono i luoghi che, con il loro interesse storico, architettonico e culturale, ci seducono e ci scelgono, anche se potrebbe sembrare il contrario. Il Museo si trova all’interno dell'Ex Collegio dei Gesuiti e la mostra è allestita al primo piano, nella sala accanto a quella che ospita la collezione di Turi Simeti. Una sola stanza con sei pareti accoglie “L’Origine ama nascondersi” di Danio Migliore, il quale ha donato al museo una delle due grandi opere esposte, che misurano cm 85x235. Proprio quella sala lì è risultata perfetta!

Come hai conosciuto questo artista?

L’anno scorso presentai il suo libro “Attraverso i confini del tempo e dello spazio. Saggio sulle forme archetipe”, presso il Chiostro dell’Ex Convento del Carmine di Marsala. Il saggio riprende e rielabora la tesi di laurea con la quale Migliore ha completato gli studi presso l’Accademia di Brera, relatore il professore Roberto Rossi Roberti. Il testo può considerarsi uno studio sull’aspetto genetico che troviamo nelle sue opere pittoriche. L’Ex Convento del Carmine, sede dell’Ente Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea di Marsala, ci ha fatto incontrare. Da quell’incontro e da quella presentazione è nata questa mostra che gode della collaborazione del comune di Alcamo.


«C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente.»
(René Magritte, 1898-1967). Cosa ne pensi di questa frase detta da Magritte? Nelle arti visive qual è, secondo te, il messaggio più incisivo? Quello che è visibile e di immediata comprensione oppure quello che, pur non essendo visibile, per associazione mentale e per meccanismi psicologici proiettivi scatena nell’osservatore emozioni imprevedibili e intense?

Non c’è un messaggio più incisivo di un altro, c’è il messaggio in sé che non si distingue tra ciò che è raffigurato o ciò che non lo è. Può esserci un interesse su una determinata ricerca artistica che, come dice Magritte, può “assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente”. Nella mostra “L’Origine ama nascondersi” - il titolo è tratto da una celebre intuizione di Eraclito - l’origine al quale si fa riferimento è il modello originario, l’immagine primordiale, l’archetipo che ha la sua rivelazione nella rappresentazione artistica.

In Migliore gli archetipi come sono rappresentati?

Attraverso un personale simbolismo si percepisce un’estrema vitalità, uno spirito giocoso nella creazione di forme mutevoli. Come un bambino sciamano, Danio Migliore si ritrova a comporre e scomporre forme colorate nello spazio senza soluzione di continuità. “Dove fluttuano le foglie” si manifesta quel sentimento diffuso e quel legame sacrale con la profondità della natura; l’energia formatrice ama sentirsi viva, libera, mantenendo una propria capacità evocativa. Nel testo in catalogo, ho parlato di una ‘poetica del primordio’ nella rievocazione di antichi antri dove echi lontani si tramutano in vicine sonorità.


 

Gianna Panicola:

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Andrea Giostra

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