Karty: l'arte arricchisce chi è in grado di apprezzarla. L'intervista



Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a Carlo Tassone, in arte Karty. È possibile visionare il profilo Instagram del giovane uomo cliccando su https://instagram.com/karty_therudekid?igshid=MzRlODBiNWFlZA==        

Ciao! Non riesco a non iniziare questa nostra chiacchierata con la seguente domanda e cioè come si coniuga, nel tuo caso specifico, l’ANTIFRAGILITÀ con l’essere (chissà se davvero) un NARCISSIST e THE RUDE KID… O, piuttosto, non è invece che cerchi e ti succede di atteggiarti e di vestire i cosiddetti abiti del ragazzo maleducato e del narcisista solo come corazza (dacché sei, probabilmente, già incappato in talune situazioni che ti hanno segnato profondamente)? “Ciao Giulia! Rude Kid ovvero "Bambino Maleducato" è stata la mia croce a livello musicale e ciò che mi ha penalizzato di più nella vita, è il mio difetto maggiore. L’incapacità di comportarmi a modo, da bambino e nei primi anni dell’adolescenza, mi ha portato a perdere tante occasioni e tante persone. Narcissist invece perché effettivamente sì, sono un narcisista innamorato di me stesso a livelli morbosi e questo è il mio secondo difetto più grande. Odio essere messo in discussione e amo sapere quello che sto facendo, di contro però non sopporto l’idea di poter apparire goffo o insicuro e perciò tendo a buttarmi molto meno rispetto a chi ha una scarsa considerazione di sé. L’antifragilità, la capacità cioè di prendere ciò che di male ti accade nella vita e di farne la propria forza, mi ha salvato da dove sono partito e mi ha sempre spinto a dare di più e a imparare dai miei errori e da quelli di chi mi circondava... non indosso alcuna corazza e non c’è un personaggio, bensì – purtroppo o per fortuna –  sono quello che sembro ahah”.

   

L’antifragilità è appunto, letteralmente, <<una qualità che permette di affrontare le avversità della vita, apprendendo da esse importanti lezioni e migliorando la propria condizione personale sia fisica che mentale>>. Ebbene, te la senti di condividere con noi quali sono le eventuali impattanti difficoltà con le quali hai già dovuto confrontarti e quale ne è stato l’esito a cui sei giunto oggi? “Nel mio caso si tratta della mia condizione familiare e di quella economica, del contesto in cui vivevo e delle malsane persone ed esperienze che ho affrontato… fino alle storie d’amore intense e pesanti e alle delusioni. Tutto ciò mi ha fatto crescere più in fretta del normale e mi ha reso l’uomo che sono oggi, mi sento di essere solido – ché, grazie appunto a quello che ho vissuto, so bene che dopo la pioggia (se ti dai da fare e non ti fai buttare giù) tornerà sempre il sole – per quanto la fragilità sia comunque umana”.

    

Da piccolo, c’era qualche professione a cui immaginavi di dedicarti una volta divenuto adulto e che bambino sei stato? Oggigiorno, invece, come e con quale colore descriveresti metaforicamente la tua personalità nel privato e artisticamente parlando? “Già da piccolo sapevo – e tutti quanti l’hanno capito da subito – che avrei fatto qualcosa di artistico, legato all’estro e alla personalità. Sono sempre stato estroverso e carico, con la parlantina e la voglia di attirare l’attenzione. Credo che, quale colore, quello che meglio mi descrive sia il rosso… rosso come la rabbia, la passione, l’amore, il sangue (ed è, ciò, tutto ciò che sono dentro e fuori dalla musica)”.

    

Qual è stato e qual è il motore interiore, quel qualcosa e forse quel qualcuno, che ti ha portato ad intraprendere il tuo attuale viaggio nella musica? Inoltre che cosa rappresenta per te proprio la musica e l’arte più in generale e quale ritieni che sia il loro principale pregio e potere? “Mah, il mio motore credo che sia stato proprio la necessità di buttare fuori il dolore in maniera sana. Ai tempi poi, poco dopo l’uscita dei miei primi pezzi, devo dire di avere avuto la fortuna di aver conosciuto e attirato periodicamente sempre persone forti musicalmente e che mi hanno spronato tantissimo… nonostante la mia costante indecisione. L’arte è vita e sono del parere che chi non si approccia mai a nulla di artistico non possa dire di stare vivendo appieno”.

 

Tue sono le parole: “(…) non mi interessa che tu sia bella (…) non fotto con una ragazza immagine, se una cosa è per tutti no non fa per me” [clicca qui https://www.instagram.com/reel/CtR5xhlKZR2/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==] e tuttavia, per quello che riguarda soprattutto il settore dello spettacolo (e non tanto nell’ambito amoroso a cui fa riferimento nel link sopracitato), quanto ti sembra che sia importante nientemeno che l’immagine e quanto lo è invece l’esternazione del proprio mondo interiore? “Purtroppo a oggi, in ogni ambito, l’immagine conta parecchio... credo però che ci sia una sostanziale differenza tra essere e sembrare (ed è quando ho capito ciò che ho smesso di dannarmi per “Nikita”). Alla fine c’è chi è ed è carico di contenuto, di valore, di capacità e di sostanza… mentre chi sembra, ma non è, non è che un misero bell’involucro tristemente vuoto. Oggigiorno, ahinoi, è normale sembrare – anche se infine, comunque, la differenza la fa proprio chi è”.

Sei o non sei dell’avviso che ogni artista abbia una sorta di nucleo caldo, per ciò che riguarda gli argomenti affrontati nella sua musica, che costituisce gran parte di quel disco che sempre gira in lui e che di conseguenza condivide nei pezzi che incide e poi pubblica? E c’è qualche tematica che tu sei consapevole di finire immancabilmente sempre di cantare nei brani che hanno la tua firma? “Beh, sì… chiunque ha una passione o una croce e, nella musica, si finisce per raccontarla e spesso per esasperarla. Nel mio caso – pur venendo da un contesto di “strada” – non mi è mai interessato parlare di strada, di case popolari, di spaccio e di cose di questo genere ma parlo spesso invece d’amore. In ogni pezzo parlo sempre e solo di ragazze perché è ciò che mi tocca, è ciò che mi fa provare emozioni”.      

Hai idea che, al di là del fatto che la soggettività sia il filtro usuale con cui le persone comunemente si approcciano e cercano di decodificare la realtà circostante, possa esistere un valido ed efficace metodo interpretativo in grado di mettere in luce il più profondo (conscio ed inconscio) ed autentico significato di un’opera d’arte? “Io credo che quasi tutto ciò che è soggettivo sia bello… stimola impulsi, pensieri e sentimenti in noi che ci spingono a muovere la testa. Spesso il ragionare su qualcosa ci porta addirittura a cambiare da dentro e sono dell’idea che questo sia il fattore principale nell’arte ossia arricchire chi è in grado di apprezzarla e immergersi in quello che vede, che sente o che ascolta”.    

In che cosa identifichi la bellezza, quale peso specifico essa ha nella tua quotidianità e nelle tue relazioni ad ampio raggio e sei del parere che esista o no il bello universale? Qualora la tua risposta sia negativa, ti sei mai interrogato su com’è fattibile spiegare il fatto che ci siano alcune opere e altresì talune persone che pressoché unanimemente, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, sono considerate dei cosiddetti capolavori? “La bellezza appunto è soggettiva ed è inutile dire che, almeno un minimo, conta per tutti noi. Sentirsi belli fa sentire bene ed essere circondati da belle persone fa sentire ancora meglio, la ricerca della beltà è nella natura stessa dell’essere umano. Certe opere sono considerate dei capolavori perché, per quanto la bellezza dipenda dai gusti personali, esse sono talmente tanto artisticamente alte e di spessore che sono inattaccabili”.

 

Benché io non voglia indurti ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista, cos’è e come riconosci l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi e attività varie)? Sei mai incorso in un rapporto tossico e, se sì, nella veste di manipolatore o di co-dipendente? L’amore è tutto nella vita, noi esseri umani sentiamo il bisogno di amare e di sentirci amati ed è proprio l’amore ciò che più cambia il nostro modo di vedere le cose. Esiste però l’amore puro e felice che ti spinge a dare e a essere migliore (e devo dire di aver avuto la fortuna di averlo vissuto) ed esiste l’amore tossico che è in grado di demolire una persona. Purtroppo sono stato dipendente da una persona sbagliata e – sotto questo punto di vista – ho preso da poco il primo “schiaffo” della mia vita ma credo che anche una simile esperienza sia necessaria, mi ha insegnato quello che non voglio vivere e cosa non mi piace in una partner. Non sono invece mai stato un manipolatore, perché amo la sincerità e la trasparenza e se non amo non fingo di amare… evito di ferire i sentimenti altrui, in quanto odierei essere ferito e porto rispetto a chi amo”.

  

Quali sono i tratti esteriori e interiori che, di solito, ti fanno innamorare e hai mai riflettuto sul motivo per cui ciascuno di noi viene più spesso attratto da un certo tipo di persona e non da altri? …sembrerebbe che noi esseri umani cerchiamo di emulare e ricreare i rapporti avuti da bambini e che riusciamo a riconoscere i tratti di personalità di chi frequentiamo nel presente che ci riportano al passato (per cui, se la nostra migliore amichetta dell’asilo era ad esempio particolarmente alta e magra e con gli occhi azzurri, oggi probabilmente siamo calamitati da persone alte e magre e con gli occhi azzurri – clicca qui https://www.elle.com/it/emozioni/amore/a28252106/perche-siamo-attratti-da-un-tipo-di-persona). Sinceramente ciò che ricerco è la dolcezza e la capacità di amare e trasmettere amore, perché questo è quello che ho visto mancare nei rapporti che appunto ho avuto modo di vedere da bambino. Riguardo ai tratti estetici, c’è qualcosa che mi piace più di altro ma non ho dei veri e propri canoni – sono uscito con ragazze sempre abbastanza diverse tra loro”.  

Pensi che esista il destino e, in caso affermativo, secondo quali termini? Ti sei mai interrogato a proposito della sussistenza del male nel mondo – male non soltanto morale, bensì pure naturale e quindi a prescindere dalla chiamata in causa del libero arbitrio – in rapporto alla presunta bontà, onnipresenza, onniscienza e onnipotenza attribuita dagli uomini alla divinità e al suo operato (cioè sulla questione della Teodicea)? “Io sono credente e credo fermamente nel destino. Credo però anche che tutto ciò che accade nella nostra vita, avvenga per un motivo e che ci sia una specie di disegno sopra la nostra testa. Dal mio punto di vista, qualsiasi cosa sia al di sopra di noi – sebbene non abbia intenzione di intraprendere discorsi riguardanti la mia religione, perché non mi interessa impormi in alcun modo –  può fornirci delle opportunità e darci delle “direttive” sul come poter affrontare l’esistenza nel modo migliore possibile (ogni religione, alla fine, ha la funzione primaria di indirizzarci sull’essere delle belle persone). Resta comunque il fatto che l’essere umano ha sempre il libero arbitrio ed è da lì che nasce il “male”, la superbia e l’invidia… le tali sono caratteristiche così tanto umane che, purtroppo, non sono sradicabili e anzi penso che la società non andrà che a peggiorare (dato l’andamento proprio della società in cui attualmente siamo)”.    

  

In quali circostanze e in ragione di che cosa percepisci in te il maggior dolore umanamente esperibile, le più pungenti insicurezze che – citandoti – formano crepe, un’acre e difficilmente contenibile rabbia, una profonda ed accerchiante ansia ed infine quando sopraggiunge finalmente la catartica consapevolezza che è inutile sbattere la testa contro chi ci spezza il cuore (perché <<(…) non tiri fuori il veleno da una vipera (…)>> – cit. https://www.instagram.com/reel/CtR5xhlKZR2/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng==)? “In “Nikita” io non faccio altro che attraversare le tre fasi della rottura di una relazione tossica ovvero il dolore, la rabbia, la consapevolezza. Alla fine arrivi a capirlo che, per quanto tu abbia provato e magari ancora un poco provi dolore e rabbia, non potrai mai costruire qualcosa con una persona che per te non va bene (perché quella persona continuerà a farti del male, siete incompatibili)”.

    

Quale ritieni che sia la tua peculiarità e quali supponi che siano le tue caratteristiche più apprezzate da coloro con i quali lavori e dai tuoi ascoltatori? C’è qualcuno/a con cui attualmente saresti entusiasta di collaborare e incidere un feat.? “Spesso vango apprezzato per la mia modalità di scrittura da overthinker e allo stesso tempo grezza, che rappresenta al 100% ciò che sono… vale a dire un ragazzo con la testa e che pensa tantissimo, ma molto diretto e incisivo. Ho già pronti dei featuring e già collaboro con artisti che stimo e con i quali mi sarebbe sempre piaciuto collaborare – al momento però il mio “sogno” musicalmente parlando è Tony Boy che, a mio parere, è il rapper più forte in Italia (e, seppure sia ancora considerato un emergente, lo sarà più per poco)”.

 

Qual è il tuo parere inerentemente le potenzialità dei social network e il loro utilizzo? “Credo che i social muovano il mondo e che sia fortunato chi è sul pezzo nell’utilizzarli, allo stesso tempo però mi dispiace che abbiano tanto potere perché è assurdo che siano un algoritmo e delle cifre a decidere cosa vale e cosa non vale”.

 

…E per quello che concerne i social, ho notato che sul tuo profilo Instagram [clicca qui https://instagram.com/karty_therudekid?igshid=MzRlODBiNWFlZA==] posti sovente contenuti in cui fumi o comunque nei quali ti appresti a farlo. Spero che mi perdonerai per la domanda dal sapore psicanalitico, ma sono curiosa di sapere se hai mai portato a consapevolezza il fatto che – si dice che – il soggetto che si accende la sigaretta compia un simbolico accesso al tema del fuoco (fuoco come propria energia aggressiva) nel senso che è nell’atto della combustione che si cerca di trasformare il proprio mondo emotivo del momento finendo, però, per attivare un corto circuito nell’individuazione della propria coscienza poiché si rafforza soltanto il legame tra sé e l’oggetto della dipendenza. Ebbene, in quali momenti piacevoli e/o conflittuali particolarmente intensi dal punto di vista emotivo appunto è per te indispensabile fumare? “Purtroppo il fumo è un vizio grosso per me, fumo davvero troppo… e spesso vengo filmato e fotografato o mi trovo a farmi foto e a filmarmi con la sigaretta perché semplicemente ce l’ho sempre in bocca ahah”.    

Quest’anno hai seguito il Festival di Sanremo e, nel caso tu non ti sia perso le esibizioni sul palco del teatro Ariston, c’è stato qualche partecipante che ti ha colpito parecchio favorevolmente? Da parte tua, ad oggi, vi parteciperesti volentieri e prenderesti parte con piacere anche a qualche talent show e/o reality? “Quest’anno ho avuto modo di seguire il Festival di Sanremo, anche se non in maniera costante. Lazza, sul palco del teatro Ariston, ha dimostrato che l’hip hop in Italia esiste e ne sono contento. Per quanto riguarda qualcuno che mi abbia colpito,  assolutamente dico i Bnkr44... gruppo musicale, questo, che già avevo notato da un paio di mesi e che ho poi trovato – alcuni mesi dopo il Festival –  nel disco di Tedua (uno dei miei artisti preferiti). Io non credo di avere la faccia da reality o da talent show ahah… però, chissà, mai dire mai nella vita”.

 

Infine, prima di salutarci, vuoi anticiparci se hai delle novità in cantiere a stretto giro e taluni eventuali progetti a più lungo termine? “Ho appena ripreso a postare musica, ma non ho mai smesso di farla da quasi dieci anni. Ho tanti progetti pronti e ho pronto qualcosa che spero di poter tirare fuori il prima possibile. Penso di aver ritrovato la mia “identità” a livello artistico”.      

Fattitaliani

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