Teatro alla Scala, il soprano Irina Lungu a Fattitaliani: Per ogni personaggio bisogna vivere una specie di conversione. L'intervista

Fattitaliani


Il Teatro alla Scala celebra il centenario della nascita di Franco Zeffirelli con otto rappresentazioni fino al 26 marzo, della leggendaria Bohème che nacque su questo palcoscenico 60 anni fa, nel 1963, con la direzione di Herbert von Karajan. Si tratta della ventiquattresima ripresa della messinscena (l’ultima risale al 2017) e la prima il 4 marzo è stata la duecentesima rappresentazione. La Bohème del centenario rappresenta il debutto operistico alla Scala della 33enne direttrice coreana Eun Sun Kim: in scena Mimì è Marina Rebeka nelle prime quattro rappresentazioni; Irina Lungu, che nelle prime è Musetta, assume il ruolo della protagonista nelle quattro successive, un evento che non si è mai verificato nella storia dell'opera meneghina. Fattitaliani l'ha intervistata. Le foto sono di Elena Sikorskaya.

Rispetto alle sue precedenti esperienze, come cambia il suo approccio la sua preparazione psicologica e tecnica nell’affrontare questo doppio ruolo?
Il mio approccio verso ogni personaggio non cambia perché amo profondamente entrambi i ruoli: sono così diversi però allo stesso tempo così simili per la loro umanità. Aggiungo sempre qualcosa ai miei personaggi in base alla mia esperienza e al mio vissuto, alla trasformazione della mia voce, alla mia indole artistica che cresce e si arricchisce col passare degli anni e della carriera. In questo caso si tratta di una cosa unica, mai fatta: sono stata molto ispirata da una frase detta da un’artista italiana, Renata Scotto, che aveva fatto la stessa cosa negli anni Settanta al Metropolitan. Ho avuto di parlarle al telefono e le ho chiesto della sua esperienza. Lei ha detto che Mimì e Musetta in realtà sono la stessa donna però una è malata: mi è sembrata una frase interessante, volevo capire cosa significasse. Quindi ho sposato l’idea artistica che queste due donne possono essere interscambiabili: è una sfida contro i cliché secondo cui Mimì deve avere una voce lirica, mentre Musetta deve essere cantato da un soprano leggero. Ho vissuto nella mia vita molte fasi “da Mimì” e altre “da Musetta”: credo che ogni donna passi attraverso la civetteria e un amore totalizzante e che ti consuma. Ho vissuto entrambe le cose, però sono sempre la stessa e sarà interessante dal punto di vista artistico portare avanti questa sfida.

Mimì e Musetta non sono rivali: facile nell’opera fra primadonna essere solidali?
In questa produzione non c’è alcun cenno alla concorrenza: non sempre è così. Al di là di essere donne, è un fatto personale. Mimì e Musetta non possono essere rivali perché vogliono cose diverse dalla vita e dall’amore. In generale, sì, ci sono rivalità fra soprano e mezzo soprano soprattutto: mi è capitato di viverle in prima persona, sono stata gelosa di altre colleghe in scena o viceversa. Questo gruppo invece è talmente compatto che ci siamo subito trovati bene: è stata una fortuna e ha dato una marcia in più allo spettacolo perché i personaggi della Bohème si amano e si ammirano. Una coincidenza umana fra noi artisti e personaggi, senza rivalità.

Quando si tratta di opere celebri come “La Bohème” e altre non molto famose, quanto può influire sulla preparazione psicologica l'aspettativa del pubblico?
Il pubblico sembra conoscere molto “La Bohème”, ma in realtà non è così, non fino in fondo. Non si finisce mai di conoscerla, persino io che l’ho cantata tante volte ne scopro un colore, un accento, una parola nuova ogni volta che la interpreto. È bellissimo: a seconda della tua maturità artistica e umana sei più sensibile a certi argomenti, e questo vale anche per il pubblico. Che si tratti di opere celebri o “Il Pirata” con cui ho debuttato l’anno scorso, penso sempre di raccontare una storia a una persona che viene a teatro per la prima volta e deve capire. In primis, il personaggio deve essere interessante per me, devo amarlo e studiarlo, essere dalla sua parte e non sempre è facile. Per ogni personaggio bisogna vivere una specie di “conversione”: non sei più tu, ma devi entrare nei suoi panni portando al massimo livello la tua empatia per rendere il personaggio speciale anche agli occhi degli altri.
Quale colore e quali sfumature nuove sta riscoprendo di Mimì e Musetta?
Mi piace tanto l’ironia sottile di Musetta che prima non avevo così colto: lei è molto ironica specialmente nel secondo atto verso Marcello; l’amiamo perché è simpatica, una donna dai mille colori, libera, fa tutto con garbo, eleganza, simpatia e ironia. È molto sexy, se vogliamo. È importante essere ironiche: l’ironia è una grandissima arma di seduzione. Per Mimì debutto il 16 marzo e quindi vedremo: comunque, per lei la mia arma è l’empatia.

Certi personaggi hanno delle caratteristiche fisse, ma da parte dell’artista c’è il desiderio di dare un’impronta personale. Come trovare un equilibrio fra il rispetto del personaggio e il desiderio legittimo di apportare qualcosa di sé?
Non sono due elementi in conflitto, sono complementari. Cerco di diventare il personaggio appunto per non creare questo conflitto: la mia impronta personale parte dalla mia indole vocale, sapendo quali tasti spingere e quali far passare in secondo piano. Cerco di vedere cosa c’è di me nel personaggio e partire da lì per non creare conflitto.

A chi dedica questa speciale Bohème?
La dedichiamo a Zeffirelli e a tutta la produzione per il centenario, ma soprattutto alla libertà della donna.

In che modo si sentirà più arricchita dopo questa esperienza?
Potrò dare sfogo alla mia “dualità” che in generale mi appartiene come carattere. Facendo entrambi i ruoli alla mia versatilità, è molto appagante. Giovanni Zambito.


BIO

Irina Lungu ha studiato in Italia e vi risiede da due decenni. Ha interpretato numerosi ruoli al Teatro alla Scala, quali La Traviata (in due diverse produzioni), Maria Stuarda, Adina ne L’elisir d’amore, Sancta Susanna, Nannetta in Falstaff, Oksana in Čerevički, Marguerite in Faust, e AnaÎ in MoÎse et Pharaon, ruolo del suo debutto scaligero (scelta personalmente dal Maestro Muti).
Nelle ultime stagioni ha aggiunto al suo repertorio ruoli più drammatici come Imogene ne Il pirata, affrontato con grande successo l’estate scorsa a Zurigo. 
Nel corso della sua ormai ventennale carriera, Irina si è esibita nei maggiori teatri internazionali: oltre alla Scala, il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra, l’Opéra di Parigi, la Staatsoper di Vienna, Liceu di Barcellona, e molti altri, senza contare praticamente tutti i più importanti teatri italiani. 
Il ruolo di Musetta l’ha interpretato in grandi teatri come il Met o il Covent Garden; quello di Mimì al Teatro Regio di Torino, San Carlo di Napoli, Opera di Monte-Carlo, Staatsoper di Vienna. 

4, 7, 11, 14, 16, 19, 22, 26 marzo 2023

Teatro alla Scala

 

Foto Marco Brescia & Rudy Amisano

LA BOHÈME

di GIACOMO PUCCINI

 

Direttrice EUN SUN KIM

Regia e scene FRANCO ZEFFIRELLI

Regia ripresa da Marco Gandini

Costumi PIERO TOSI

Luci MARCO FILIBECK

 

Personaggi e interpreti

Mimì Marina Rebeka (4, 7, 11, 14 mar.) - Irina Lungu (16, 19, 22, 26 mar.)

Rodolfo Freddie De Tommaso

Musetta Irina Lungu (4, 7, 11, 14 mar.) - Mariam Battistelli (16, 19, 22, 26 mar.)

Marcello Luca Micheletti

Schaunard Alessio Arduini

Colline Jongmin Park

Benoît / Alcindoro Andrea Concetti

 

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Maestro del Coro Alberto Malazzi

Maestro del Coro di voci bianche Bruno Casoni


 

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top