Intervista a ROYCAST, il rapper che non crede al destino

Fattitaliani



di Laura Gorini

La storia la scriviamo noi con le nostre sconfitte e con le nostre sofferenze 

E' palermitano e non ha peli sulla lingua Rosario Castiglia in arte RoYCast. Ma come si è avvicinato al mondo della musica e in particolare al rap? Come nasce una sua canzone? Di questo e di molto altro ancora abbiamo parlato in questa chiacchierata a cuore aperto...

Ciao, presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...

Mi  chiamo Rosario Castiglia in arte ROYCAST, ho 32 anni e sono un cantautore rapper della provincia di Palermo. Uno dei miei pregi è quello di essere sempre vero in tutto ciò che faccio in ambito musicale ma anche  fuori da questo settore, mentre il mio unico vizio è quello di dire sempre le cose in faccia, belle o brutte che siano,  senza mai nascondere quello che penso realmente.

Quando e come ti sei avvicinato alla Musica?

Mi sono avvicinato alla musica nel 2009 dopo una serie di disagi in famiglia. Diciamo che la prima volta che scrissi una canzone non mi accorsi subito che quel testo potesse diventare quello- per l'appunto- di una canzone perché è stato un momento di rabbia e oppressione che mi fece aprire un documento di testo e iniziare a scrivere tutto ciò che mi passava in mente in quel preciso momento. Poi lasciai quel documento salvato per errore sul pc. Due giorni dopo mio fratello scoprì quel file e leggendolo mi chiese cosa fosse. A quel punto io gli dissi di cancellarlo perché era una cavolata senza senso, ma lui mi disse che sembrava una canzone cosi decise di scaricare una base musicale presa a caso da Youtube e mi spronò a provare a cantarla. Io risposi subito con l'esclamazione "ma tu sei pazzo io non canterò mai in vita mia",  poi rimasi solo e decisi di provare questa stupida idea e dopo aver provato due volte capì subito che forse avrei potuto riuscirci a combinare qualcosa...

Quando capisci che un brano può funzionare oppure no?

Capisco quando un brano può funzionare quando scrivo qualche nuova canzone e la  faccio ascoltare a qualcuno che non conosco e guardando gli occhi capisco se quel brano riesce in qualche modo a strappare un sorriso o un' emozione.

Sii sincero: sei uno di pancia o più riflessivo?

Sono un ragazzo molto aperto, quindi  mi piace dialogare, scherzare e prendere la vita alla leggera,  ma nello stesso tempo sono molto responsabile poiché ho vissuto momenti che mi hanno segnato. Pertanto ti posso dire di essere molto riflessivo nella mia vita.

Ti consideri critico nei confronti degli altri? E di te stesso?

Sulla vita degli altri  non sono molto critico perché credo che ognuno debba decidere con la sua testa e non ascoltare mai le critiche degli altri specie in un mondo come quello della  musica, mentre se devo essere io stesso a criticarmi, sì sono molto critico perché sono un ragazzo che non si accontenta della mediocrità e che cerca sempre di perfezionare una cosa anche quando sembra perfetta.


Quali sono le situazioni che odi maggiormente affrontare sul lavoro e nella vita in generale?

La situazione che odio di più sul campo lavorativo è la  mancanza  di rispetto per il dipendente e il lavoro in se organizzato male perché ognuno merita di essere trattato con gentilezza che sia in ambito lavorativo o nella vita personale.

A proposito, come è la vita di un rapper oggi? Tu con quali parole descriveresti la tua?

La mia vita artistica e un po' complessa e piena di sorprese con i suoi pro e i suoi contro da parte di chi ti ascolta perché anche quando credi di aver fatto una bellissima canzone arriva sempre chi cerca di buttarti giù o che comunque cerca di demoralizzarti. Inoltre, se devo essere sincero, non ho mai creduto molto a destino perché credo che il destino di ognuno di noi lo scegliamo noi e che la storia la scriviamo sempre e soltanto noi con le nostre sconfitte e con le nostre sofferenze, dunque nulla arriva per caso ma solo ci credi veramente in ciò che fai.



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