di Francesca Ghezzani - Classe 1996, Gianluca Stival ha scritto 3 libri e si è laureato in inglese e francese scrivendo una tesi in diritto internazionale francese. Una volta laureato, ha iniziato un Master e si è lanciato in una delle idee più folli che potesse avere: avviare un'attività in piena pandemia.
Gianluca, prima di
parlarci di quella che è diventata la tua professione, ci racconti qualcosa dei
tuoi libri e ci sveli se abbiano in qualche modo influenzato poi la scelta
lavorativa?
Ho iniziato a scrivere quando ero piccolissimo. Il mio primo libro si
intitola “Meriti del mondo ogni sua bellezza” ed è composto da diverse poesie in
lingua, tra cui inglese, francese, spagnolo e italiano. In seguito, ho
pubblicato un secondo libro di poesie, “AWARE – Tutte le poesie” (il cui titolo
ha origini giapponesi), che raccoglie alcune delle poesie che sono contenute
all'interno del primo libro con l'aggiunta di versi inediti. Ho avuto anche il
piacere di realizzare la versione francese e portoghese di questo libro per far
arrivare le mie poesie oltreoceano. Nel 2019, invece, è uscito il mio terzo
libro del titolo “Scriverò di te”. Quest’ultimo è diviso in piccoli racconti in
cui mi sono immerso all'interno della storia di mio nonno paterno Mario. È
stata un’avventura incredibile perché mi ha raccontato con estreme delicatezza
e passione tutti gli eventi più importanti della sua vita e, assieme alla casa
editrice, abbiamo deciso di inserire anche foto originali e alcuni dei suoi
appunti scritti a mano. Inevitabilmente queste esperienze di scrittura mi hanno
portato a influenzare il mio lavoro attuale perché le mie più grandi passioni
sono sempre state la scrittura e le lingue. Attualmente, parallelamente alla
formazione linguistica, sto intraprendendo un tirocinio per diventare
giornalista.
Il tuo lavoro come si
svolge nella quotidianità?
Sì. Mi occupo di formazione e consulenza linguistica strategica per
studenti, liberi professionisti, scuole e istituzioni. La cosa che mi affascina
di più del mio lavoro è il fatto di avere a che fare con moltissime persone
diverse di età diverse e di background diversi. Questo mi porta a inserirmi
all'interno della loro vita a piccoli passi e con molto fascino. Il mio
obiettivo è rendere le lezioni sempre interattive e mettere le persone al
centro perché il motivo che mi ha spinto a partire con questa attività è
proprio quello di inserire le persone nel fulcro della loro formazione. Ognuno
di noi ha dei talenti, degli obiettivi e delle paure. Ho sempre pensato che le
lingue fossero un grande mezzo per comunicare con il mondo, e questo messaggio
cerco di trasmetterlo a chiunque si rivolga a me.
Chi sono i tuoi
interlocutori principali?
Mi rivolgo principalmente a studenti delle scuole medie, superiori e a
chi frequenta l’università. Collaboro direttamente anche con scuole in cui ci
sono studenti di tutte le età, liberi professionisti e imprenditori. Ho realizzato
da poco un workshop online che si intitola “Potenzia le tue abilità in inglese
da autodidatta”: questo workshop è indirizzato principalmente a tutti coloro
che non sanno da dove partire e a tutti coloro che desiderano approfondire e
potenziare la lingua inglese da soli attraverso delle risorse funzionali e utili
per la loro formazione.
Il tuo lavoro è in
progress ovvero: ci sono dei settori nuovi a cui ti stai avvicinando?
Sì! Posso dire con estremo piacere che il bello di questo lavoro è che
non si smette mai di imparare. In questo ultimo periodo mi sto rivolgendo a
delle aziende a cui erogo formazione di inglese business con il fine di approfondire
tutte le parti tecniche del loro lavoro: dalle telefonate alle e-mail, passando
infine per la vera e propria comunicazione con gli interlocutori esteri. Il
fine dei miei corsi è anche quello di sbloccare quella paura che molti sentono
quando si devono interfacciare con qualcuno che non parla la loro lingua e che molto
spesso proviene da una cultura differente. L'anno scorso, per scoprire meglio
il mondo delle differenze culturali, ho svolto un corso di alta formazione in
mediazione interculturale che mi ha permesso di toccare con mano le reali situazioni
di certe parti del mondo e le differenze culturali di molti Paesi. Sembra un
concetto a volte molto lontano da noi, ma in realtà una formazione di questo
tipo di permette di aprire gli occhi e di renderti conto dell’unicità
dell’essere umano.
Potremmo dire che la formazione non finisce mai neppure quando si arriva a ricoprire il ruolo di tutor?
Esattamente: la formazione non finisce mai. Sono sempre stato molto
curioso e, soprattutto con la pandemia, ho avuto modo di formarmi attraverso
corsi e videocorsi anche diversi dal mio settore, ma che mi hanno dato la
possibilità di crescere a livello umano e lavorativo. Ho già in previsione di
iniziare dei nuovi corsi per focalizzarmi sui disturbi dell'apprendimento e sui
disturbi del linguaggio. Essere formatore è una grandissima responsabilità perché
non solo ti permette di entrare in contatto con la realtà di ognuno dei tuoi
studenti, ma ti dà la possibilità di scoprire il loro mondo, i loro obiettivi e
i loro blocchi. Credo fortemente nel fatto che ognuno abbia la possibilità di
crescere anche quando non lo vede o non ci crede: è inevitabile che ci siano delle
situazioni in cui l'apprendimento linguistico risulti più difficile, ma imparare
una lingua è sempre un viaggio da fare a piccoli passi.
Infine, come poter raggiungere una platea di pubblico vasta oggi che
viviamo le restrizioni negli spostamenti?
Come vi dicevo prima, l'anno scorso è nata l'idea di questo workshop dal
titolo “Potenza delle tue abilità in inglese da autodidatta” e ho deciso di
incontrare virtualmente tutte le persone che mi seguono e che hanno questa
esigenza attraverso degli incontri che si terranno tra i primi di marzo e la
fine di maggio. Ritengo, inoltre, che il confronto sia una delle parti più
importanti del mio lavoro perché mi dà l'opportunità di cogliere tutte le
sfumature di ognuna delle persone che partecipa ed è essenziale per crescere. Creare
delle classi online in cui le persone hanno lo stesso obiettivo permette loro
pure di capire che i limiti che si impongono mentalmente e le paure che spesso
hanno non sono solo loro, ma comuni. Ciò garantisce anche di lavorare con più
serenità e facilità al fine di vedere con occhi diversi il proprio rapporto con
la lingua.