Claudio Morleni, acquarellista ed effettista: l’arte ci fa guardare oltre il presente. L'intervista

Intervista di Andrea Giostra - «Penso che la bellezza va ambientata nel periodo che si vive, pensate un quadro astratto nell’Ottocento o un quadro impressionista nel Cinquecento? Non sarebbero stati compresi» (Claudio Morleni)

Ciao Claudio, benvenuto e grazie per avere accettato il nostro invito. Ai nostri lettori che volessero conoscerti quale artista delle arti visive, cosa racconteresti di te?

Che sono un acquarellista figurativo figlio di Maria Morleni, grande marguttiana anni ‘60, dipingo utilizzando una mia tecnica dove uso un pennarello per il disegno che poi con l’acqua ed il colore forma una specie di gouache. Per 30 anni direttore artistico di TEVERE EXPO, poi anche altre direzioni come FIERA DI ROMA, NATALE OGGI, STAZIONE TERMINI e gallerie private con anche il prof. Sgarbi.

… chi è invece Claudio nella sua quotidianità? Cosa ci racconti di te della tua vita al di là dell’arte e del lavoro?

Ho una figlia autistica ed una moglie impiegata, quindi aiuto in casa, faccio la spesa e cucino, poi quando ho tempo, metto in ordine tutta la documentazione cartacea di più di 60 anni di mostre. 

Come è nata la tua passione per l’arte e per le arti visive in particolare? Quale il tuo percorso professionale, esperienziale e artistico che hai seguito?

Ho cominciato a 3 anni con una scatola di acquarelli regalatami da un mio zio, poi a 12 anni ho fatto la prima collettiva, poi Liceo Artistico, frequentato la facoltà di architettura, fatto corsi di restauro e arredamento.

Come definiresti il tuo linguaggio? C’è qualche artista al quale t’ispiri?

Non mi ispiro a nessuno perché mi sento piccolo di fronte ai grandi maestri che ho studiato ed agli artisti che ho conosciuto di due generazioni - amo Caravaggio.

Chi sono stati i tuoi maestri d’arte che ami ricordare? Parlaci di loro.

Il primo Aldo Talarico (marguttiano) poi Fruzzetti (Liceo Artistico). Poi consigli di maestri che ho avuto l’onore di conoscere: Pontecorvi, Riso, Ciavatta, Lattanzi, Pezzali, etc. 

Cosa vuol dire e cosa rappresenta per te essere effettista? Come ti sei avvicinato a questa nuovo corrente pittorica e cosa ti ha portato a decidere di farne parte? Quali i principi di questo movimento artistico e culturale che senti tuoi e condividi con artisti e amanti dell’arte e della cultura?

Ho conosciuto il maestro Franco Fragale fondatore dell’Effettismo che venne a vedere una collettiva dove esponeva la figlia, attuale presidente, portata dal nostro critico Alfredo Barbagallo, in seguito espose anche Lui che diceva che la mia galleria a Trastevere era un’oasi felice nel mondo dell’arte. Il principio, o uno dei tali dell’Effettismo, è dipingere senza l’aiuto di computer, proiettori e vari sistemi truffaldini. 

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’ è la bellezza? Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa a riconoscere la bellezza secondo te?

La bellezza si riconosce anche se poi il concetto di bellezza è soggettivo, allora si ritorna al detto è bello ciò che piace. 

Quando parliamo di bellezza, siamo così sicuri che quello che noi nati nel Novecento intendiamo per bellezza sia lo stesso, per esempio, per i ragazzi della Generazione Z o per i Millennial, per gli adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono uguali tra loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale bellezza ci riferiamo?

Penso che la bellezza va ambientata nel periodo che si vive, pensate un quadro astratto nell’Ottocento o un quadro impressionista nel Cinquecento? Non sarebbero stati compresi.

Esiste oggi secondo te una disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura dell'antica Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi Novecento? Come si possono “educare” i giovani alla bellezza? C’è un modo per farlo secondo te?

Credo che avere una cultura specifica potrebbe aiutare, quindi studiare l’arte può essere d’aiuto.

Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea tecnologica e social? E se sì, a cosa serve oggi l’arte secondo te?

Ho avuto modo di vedere  questa scritta a Palermo, 

Città che prediligo e condivido questa frase, penso che l’arte ci fa guardare oltre il presente. 

«…anche l’amore era fra le esperienze mistiche e pericolose, perché toglie l’uomo dalle braccia della ragione e lo lascia letteralmente sospeso a mezz’aria sopra un abisso senza fondo.» (Robert Musil, “L’uomo senza qualità”, Volume primo, p. 28, Einaudi ed., 1996, Torino). Cosa pensi di questa frase di Robert Musil? Cos’è per te l’amore e quale incidenza ha, se ce l’ha, nella tua arte?

L’amore è basilare anche perché si dipinge bene se si è felice e lo si è quando c’è l’amore.

«Cominciai a pensare alle soluzioni nella vita. La gente che risolveva le cose aveva molta tenacia e una buona dose di fortuna. Se tenevi duro a sufficienza di solito arrivava anche un po’ di fortuna. Però la maggior parte delle persone non riusciva ad aspettare la fortuna, quindi rinunciava.» (Charles Bukowski, “Pulp”, Giangiacomo Feltrinelli Ed., Milano, 1995, p. 108). Ti senti di commentare questa frase di Bukowski pensando al tuo lavoro e alla tua passione artistica? Quale ruolo giocano la “tenacia” e la “fortuna” nella vita, nell’avere successo nel lavoro e nelle nostre “passioni”?

Si può essere tenace e volenteroso nel preparare le nostre opere ma se non c’è la fortuna poi non vanno avanti.


«Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procuraci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo. (…) Ed ecco che in questa occasione non ci interessa tanto il fenomeno quasi naturale di individuazione di un nemico che ci minaccia, quando il processo di produzione e demonizzazione del nemico»
(Umberto Eco, “Costruire il nemico”, La nave di Teseo ed., Milano, 2021, p.7). Riprendendo le parole di Eco, qual è il tuo nemico? Chi senti come nemico nella tua vita di oggi e chi è stato il tuo nemico nel passato? In altre parole, da cosa ti sei sentito e oggi da cosa ti senti minacciato, da un punto di vista più culturale, etico e morale, che fisico ovviamente, e contro cosa combatti nella tua quotidianità?

Il mio nemico è il visitatore ignorante che si permette di criticare un quadro senza avere le basi tecniche per discuterlo. Ho fatto oltre 70 mostre all’estero e centinaia in Italia, ho insegnato acquarello al Liceo Artistico e nel corso di pittura effettista “Effetto Natura” presso la sede romana.

Da ragazzo ho letto uno scritto di Oscar Wilde nel quale diceva cos’era l’arte secondo lui. Scrisse che l’arte è tale solo quando avviene l’incontro tra l’“oggetto” e la “persona”. Se non c’è quell’incontro, non esiste nemmeno l’arte. Poi qualche anno fa, in una mostra a Palermo alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Riso, ho ascoltato un’intervista di repertorio al grande Gino de Dominicis che sulle arti visive disse questo: «Le arti visive, la pittura, la scultura, l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi con questo è difficile perché sono linguaggi molto diversi tra loro … L’arte visiva è vivente … l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere visti, o sentiti, o ascoltati per esistere.» (Gino de Dominicis, intervista a Canale 5 del 1994-95). Cosa ne pensi in proposito? L’arte esiste se esiste l’incontro tra l’oggetto e la persona, come dice Oscar Wilde, oppure l’arte esiste indipendentemente dalla persona e dal suo incontro con l’oggetto, come dice de Dominicis per le arti visive? Qual è la tua prospettiva da questo punto di vista e sull’arte in generale?

L’arte esiste comunque e qualsiasi opinione è discutibile.

Una domanda difficile Claudio: perché i nostri lettori dovrebbero comprare le tue opere? Prova a incuriosirli perché vadano nei portali online o vengano a trovarti nel tuo atelier per comprarne alcune.

Sono effettista capo scuola membro del Consiglio Direttivo dell’AIAM, consulente dell’annuario ACCA, etc. Trovo che un quadro si può vendere se piace, quindi alla fine dipende tutto dal gusto personale del cliente.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Ho letto tanto in vita mia ma ormai sono una ventina di anni che leggo solo di arte tra gli altri amo Sgarbi con le Sue riflessioni.

Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere assolutamente? E perché secondo te proprio questi?

Secondo il mio gusto: Amici miei, Hollywood Party, Ricomincio da tre.

Ci parli dei tuoi imminenti impegni artistici, dei tuoi lavori e delle tue opere in corso di realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnato?

Dipingo quasi esclusivamente Roma ed attendo la riapertura per fare una personale.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita artistica e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Il maestro Ascolese (con Lui ho fatto 70 mostre all’estero - Pezzali e Simmi (galleristi) la sig.ra Di Furia (mi ha inserito nell’AIAM) ed in ultimo ma solo per ordine di data la Fragale (presidente Effettisti).


Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Presso il mio studio e su Facebook e sull’annuario ACCA.

Per concludere, cosa vuoi dire alle persone che leggeranno questa chiacchierata?

Che li ringrazio per il tempo che mi hanno dedicato e ringrazio il Dott. Giostra per l’intervista.

Claudio Morleni

https://www.facebook.com/claudio.morleni.7 

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/ 

https://andreagiostrafilm.blogspot.it 

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

 

 


Fattitaliani

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