di Massimo Pamio - Il nostro Paese, l’Italia, nel riprodurre l’esempio e nel
ricalcare gli straordinari passi compiuti dalla Repubblica di Cina, ha
mostrato, in questi giorni, con la sua scelta di fermare ogni attività, di
voler rispettare fondamentali principi e di credere in valori altissimi se non
supremi, in quelli secondo cui ciò che più importa per una nazione consiste
nella difesa della salute di ogni suo singolo componente, e in particolare di
quella dei più deboli e dei più vulnerabili.
Tale disposizione, voluta dal
Governo ma subito rispettata con un esemplare comportamento da tutti i
cittadini, attesta che in Italia la vita di un singolo suo individuo conta più
di ogni altro bene, e che la difesa della vita si deve anteporre a tutti i
privati interessi. L’esistenza di un solo uomo, se pure vecchio e già fuori del
mondo produttivo, va intesa come un valore assoluto di riferimento per ogni
azione civile, sociale, economica.
Questo momento di difficoltà e di
minaccia di un oscuro nemico che incombe sulla salute pubblica ha fatto
riscoprire in tutti noi il principio più alto della specie: che la vita di ogni
singolo uomo è incommensurabile e vale più di ogni altro bene. A questo punto
non possiamo gettare via questa constatazione per passare subito ad altro
argomento.
È possibile che solo nei momenti di
difficoltà si debba riscoprire la ricchezza più grande della nostra umanità?
Oppure è possibile continuare per questa strada? È possibile insistere su un
comportamento umano basato su valori e principi molto alti? Tale comportamento
potrebbe anche migliorare le nostre condizioni di sopravvivenza nel pianeta?
Penso proprio di sì. Penso proprio
che sia venuto il momento di riflettere, grazie a questa sfortunata contingenza
dai risvolti apocalittici, di riflettere su come migliorare la vita della specie,
a partire dall’atteggiamento che la Cina
e l’Italia hanno adottato in questo
frangente, che non deve essere solo un modo straordinario di difesa legato a
una situazione eccezionale, ma forse un atteggiamento collettivo che dovrebbe
essere adottato a livello globale.
Come? E perché?
Questa situazione, così come ci ha
fatto riscoprire la parte migliore di noi stessi, dovrebbe illuminarci su nuove
modalità di comportamento da estendere nel tempo, nella vita di ogni giorno. Bisognerebbe
dedicare la nostra attenzione non tanto e non solo ad arricchire le nostre
economie o a rendere le nostre vite più confortevoli, bensì concentrare gran
parte delle nostre energie nel sostenere un’attività sociale ed economica più
solidale e rispettosa del principio della vita.
Della vita non solo di ogni singolo
componente dell’umanità, ma anche delle altre specie. Se in questi giorni è
diminuito moltissimo l’inquinamento nelle zone che hanno fermato le loro
attività, questo non ci dice nulla? Se questa epidemia colpisce proprio i
polmoni, e se questa malattia si è sviluppata in terre molto inquinate
atmosfericamente, questo non parla al nostro intelletto?
Dovremmo riscoprire che l’azione
primaria dell’umanità non deve risiedere nel favorire il nostro bene
particolare, che la nostra esistenza non si deve arricchire solo di beni
materiali o di consumo. Se veramente siamo una specie capace di grandi scelte,
se veramente siamo la specie più intelligente, che potrebbe sovraintendere alla
vita di tutto il pianeta, dovremmo comprendere che non solo la vita di un
singolo uomo vale più di tutti i nostri interessi ma che anche la vita di un
singolo animale vale più di tutti i nostri interessi, e che la salvaguardia
dell’ambiente in cui noi viviamo ma anche in cui le altre specie vivono,
dovrebbe esserci cara e sacra. Che l’uomo dovrebbe cercare di creare l’ambiente
migliore su questa terra non solo per sé stesso, ma anche per tutte le altre
specie.
E che ogni singolo uomo dovrebbe
tenere cara la vita non solo della propria famiglia, ma anche di tutte le altre
famiglie di animali e piante che vivono accanto a attorno a noi, e che lo
sfruttamento indiscriminato delle risorse della terra che viene ogni giorno
perpetrato a danno della vita di piccoli gruppi di uomini, di grandi gruppi di
animali e piante, sta comportando un pericolo grandissimo non tanto per le
altre specie animali, quanto soprattutto per la nostra. E che se non stabiliamo
un nuovo atteggiamento di rispetto nei confronti della vita delle altre specie
e dell’ambiente, sarà la Natura a vendicarsi sulla nostra specie, e stavolta
forse potrebbe essere definitivamente.
Massimo Pamio, poeta e saggista, è
direttore del Museo della Lettera d’Amore, unico al mondo, ospitato nel Palazzo
Valignani di Torrevecchia Teatina (Chieti). E’ direttore editoriale di Edizioni
Mondo Nuovo. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per
meriti culturali, è studioso di Letteratura moderna e ha pubblicato in volume
numerose opere. Recentemente ha pubblicato “Sensibile
alle forme – Che cos’è l’arte” (Mimesis Edizioni). Ha ideato “Casa
d’Autore” a Capestrano (L’Aquila), casa museo dove sono in mostra foto, testi e
dipinti d’autore, che offre ospitalità gratuita ad artisti e scrittori.