La bellezza imperfetta è l’ultimo lavoro di
Davide Vigore, giovane talentuoso regista siciliano. Al Digital Media Fest il
festival creato e diretto da Janet De Nardis ha vinto come miglior
cortometraggio.
Come
nasce l'idea del corto "la bellezza imperfetta"?
L'idea del corto nasce da un concetto a me tanto
caro "Vivere vuol dire rischiare" e che la vera vita è quanto si ha a
che fare con l'imprevisto. Partendo da questo concetto ho iniziato a costruire
un personaggio, Girolamo Scimone, (si perchè le mie storie partono sempre da un
personaggio che sta al centro della narrazione) e poi ho aggiunto certe
suggestioni uniche e a me care come il volto della mia protagonista
Victoria e le atmosfere di una Palermo dark e sotterranea.
Nel tuo
lavoro ci sono registi dai quali prendi ispirazione?
Diciamo che non mi ispiro volutamente ad
altri registi, però chiaramente incosciamente il mio immaginario è condizionato
da film e registi che ho amato, pertanto non posso non essere debitore a
Fellini e al suo "Le Notti di Cabiria" oppure a "La Notte"
di Antonioni o a certi personaggi di Garrone o al mondo di scrivere di Paolo
Sorrentino.
Hai
lavorato con Paolo Sorrentino, ci puoi raccontare la tua esperienza sul set di
"Loro"?
E' stata molto utile e formativa, perchè Paolo mi
ha concesso la sua amicizia e questo mi ha dato l'occasione, ovviamente quanto
era possibile dato le tante ore di lavoro serrate, di avere un rapporto con lui
e un confronto sulla scrittura, il cinema e certi registi che amiamo entrambi o
libri. Abbiamo chiacchierato per giorni di un film di cui siamo debitori
e giocavamo a ricordare le battute a memoria del film, si tratta
"L'Uomo che amava le donne" di François Truffaut o ancora di
Lumet e i suoi personaggi. Insomma sono stato fortunato.
Al
Digital Media Fest “la bellezza imperfetta” ha vinto come miglior
cortometraggio, a chi dedichi la
vittoria?
La dedico ai miei amici che sono anche i miei
produttori Giovanni Rosa e Rocco Pascale,, a Silvia La Porta che senza la sua
musica non avrei alcuna bussola, al mio attore Melino Imparato e al suo volto
unico, a Victoria Pisotska per l'ispirazioni. A Palermo che mi ha
fatto scoprire certe sere l'imprevisto, alla mia città Enna che con la sua
nebbia che porta alla cecità mi ha fatto sviluppare una fantasia e una
insaziabile curiosità. Ai mie genitori che non mi hanno mai detto di lasciar
perdere.
Secondo
te, qual è il ruolo del cinema per le nuove generazioni?
Qual'è non lo so, ma cose dovrebbe essere o a
cosa dovrebbe servire, si. Il cinema è il modo migliore per avere un educazione
all'immagine e al racconto. E' lo strumento più adeguato per frequentare la
bellezza e le emozioni. Tutto questo porta a formare le coscienze delle future
generazioni che troppo spesso vengono distratte da un bombardamento di immagini
provenienti dai social che allontanano i ragazzi da suggestioni
necessarie per la formazione dell'individuo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Questa estate ho scritto un romanzo e in questo
momento è al vaglio di un importante casa di produzione cinematografica. C'è
l'idea di poterne fare un film questa volta lungometraggio. Ed io mi sento
pronto. Aspetto, nel frattempo vivo.