Teatro, Federico Perrotta isterico in “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”. L'intervista di Fattitaliani


Fino a domenica 13 ottobre con Federico Perrotta, Alessandro Tirocchi, Salvatore Mincione, Valentina Olla e Ferdinando Smaldone. Regia di Rosario Galli.

Un cult che è nato venticinque anni fa e che ancora funziona. Quattro amici che si vedono una volta a settimana per giocare a Poker e una sera decidono di fare altro…Le risate non mancano! Per fattitaliani.it abbiamo intervistato Federico Perrotta.

Sei in scena al Teatro Sette con la Commedia “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, Cosa è successo? Di solito è un malessere che colpisce maggiormente le donne…

A furia di soffrirne loro, mandano anche i propri mariti sull’orlo di una crisi di nervi. E’ questa la verità, proprio per le vostre nevrosi e per le vostre particolarità che amiamo profondamente come io amo in maniera viscerale tutte le nevrosi, la maniacalità, le afflizioni di mia moglie. “Non la rispetto ma l’amo!” 
E’ ovvio che ad un certo punto ridi, magari dopo un weekend passato a fare il cambio stagione e dopo quindici anni, il lunedì diventa una guerra l’uno contro l’altro a rinfacciarsi quello che ha fatto o non ha fatto la moglie, solo perché lui deve andare a giocare a carte con gli amici.
Nel weekend invece di rilassarsi, si arriva al lunedì stressatissimi. 
Questo è l’incipit dello spettacolo che quest’anno compie 25 anni. 
Le nozze d’argento, come festeggiate? 
Cercando di non rovinarci la voce alla prima replica perché la scrittura e il disegno della regia di Rosario Galli vorrebbero il mio personaggio isterico fin dalla prima battuta. Abbiamo calcolato che i primi 40 minuti dello spettacolo non abbiamo neanche un momento dove respirare. Tant'è che quando ci capita di fare le doppie, arriviamo sfiniti già alla prima replica. Non sappiamo chi siamo, come ci chiamiamo, perché siamo lì. 
Tornando alla domanda… festeggeremo in scena con i colleghi e con mia moglie, Valentina Olla che fa parte del Cast.  E’ bello e impegnativo condividere il palco ma è anche stressante.
Come sei stato scelto per il ruolo? 
Il regista mi conosce da molto tempo ma non avevamo ancora avuto occasione di lavorare insieme. Poi i colleghi con i quali sono in scena, Alessandro Tirocchi, Salvatore Mincione, Ferdinando Smaldone e Giancamillo Marrone che è stato il promotore della richiesta di tornare in scena e noi abbiamo subito accettato. In realtà posso garantirti che la sorpresa per il sottoscritto è stata notevole come succede sempre anche per altre proposte ma qui è arrivata una macchina da guerra. Uno spettacolo che già in scrittura, ha illustri precedenti con cast di cui ha fatto parte anche Nicola Pistoia, Marco Simeoli e tanti altri fino ad Ammendola. Lo spettacolo è una bomba ed io non posso che fare altrimenti. Grazie all’opportunità che Rosario Galli mi ha dato, ho capito che posso essere anche altro. Passo dal bamboccione dolce e sempre sorridente ad uno scorbutico fuori di testa come Nicola, il mio personaggio che naturalmente va preso sopra le righe. 
Un quarto di secolo di vita, cast diverso. Cosa è cambiato? 
Moltissimo perché allora non c’era il cellulare e altri mezzi tecnologici. L’adattamento è stato fatto con rispetto perché nonostante sia cambiato il mondo abbiamo fatto dei piccoli cambiamenti in qualche modo giustificabili. Quando un Cult funziona, diventa immortale.
Elisabetta Ruffolo
  


Fattitaliani

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