Elena Galati Giordano, Book Blogger fondatrice di “Sogni di carta e
altre storie” … «i lettori sono
affamati di emozioni e uno scrittore degno di esser definito tale, deve saper
dare al pubblico quello che cerca.»
Intervista di Andrea Giostra.
Ciao Elena, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Sei una nota Book
Blogger nei vari social, fondatore e gestore di “Sogni di carta e altre
storie” che conta centinaia di migliaia di follower. Come ti vuoi
presentare ai nostri lettori?
Ciao e grazie per l’ospitalità! Mi voglio
presentare semplicemente come Elena perché questo sono: una ragazza di 32 anni,
che vive a Milano, solare, un po’ lunatica e
ribelle, che non sa stare seduta composta, che ama il calcio, la birra rossa,
la montagna - soprattutto in estate - e la musica rock e che fa delle sue passioni l’essenza della sua
vita. Disegno e dipingo per lavoro, leggo e scrivo nel tempo libero… sono
estremamente fortunata a poter fare ciò che amo per tutta la mia giornata!
Chi è Elena sui social e nel mondo
virtuale dei lettori e degli appassionati dell’arte della scrittura e della
lettura?
Una book blogger nata per caso. Circa due anni
fa, una cara amica a cui sarò eternamente grata, mi propose di fare una
recensione ad un romanzo per un blog piuttosto noto e con la quale ho poi
collaborato per più di un anno, da lì è iniziato il mio viaggio verso “Sogni di carta e altre storie”. I social in questo settore sono importantissimi
e io cerco di adoperarli al meglio. Il mio ruolo di Bookblogger, mi ha permesso
di conoscere sui social e poi anche nella vita reale molto spesso, tantissime
persone e di creare rapporti che ad oggi per me sono fondamentali!
Come nasce la tua passione per la
lettura e per la scrittura? Qual è la tua formazione?
Ho iniziato a leggere
seriamente piuttosto tardi. Da piccina spizzicavo un libro ogni tanto, i miei
preferiti erano i “Piccoli brividi”
li adoravo, ma la passione vera e propria è nata al primo anno di liceo. Per me
fu un anno molto particolare, in cui dovetti mettermi alla prova in varie
circostanze e in cui la curiosità e il bisogno di imparare mi spingevano a
intraprendere mille attività diverse. Se da un lato il caos in cui ero immersa
era assurdamente stimolante, dall’altro non mi permetteva di canalizzare le
energie nel modo corretto, cosi la mia allora professoressa di Storia dell’arte
mi consigliò di sedermi almeno mezz’ora al giorno davanti a un libro e mi
regalò quello che fu la mia prima lettura vera, un romanzo fantasy di Terry Brooks “Il magico regno di Landover”.
Da quel primo libro la strada fu tutta in discesa e iniziai a divorare un
titolo dietro l’altro, spaziando in generi sempre diversi.
La mia formazione? Liceo
artistico, accademia delle belle arti, laurea in scienze dei beni culturali e
un corso di scrittura creativa… però vi svelo un segreto, studio costantemente
per migliorarmi e per arricchire le mie conoscenze in diversi settori: sono una
che non si accontenta e che pretende molto da se stessa. Sento costantemente la
necessità di superarmi volta per volta.
Il tuo Book Blog è molto seguito ed è
davvero interessante. Ci vuoi raccontare come è nato questo progetto
editoriale/divulgativo e come hai fatto a realizzarlo?
Innanzi tutto, grazie di cuore per il
complimento! “Sogni di carta e altre storie” è nato dalla mia voglia di
esprimere un parere, di metterci la faccia e di supportare gli autori, in
particolar modo quelli sconosciuti. Dopo aver collaborato per più di un anno
con un blog molto conosciuto e che mi ha formato tantissimo, nel Marzo del 2018 ho capito di aver bisogno di uno spazio tutto
mio, così ho iniziato a studiare l’utilizzo di siti internet adatti al mio
scopo e una volta scelto il nome (con l’aiuto provvidenziale di un amico
importantissimo) ho dato il via a questa nuova avventura. In meno di un anno ho
riscontrato un successo enorme rispetto a quelle che erano le mie aspettative,
gli autori mi hanno dimostrato una fiducia inattesa e profonda stima verso il
mio “lavoro”, questo ha portato ad una costante crescita del blog che ad oggi
conta altre tre meravigliose collaboratrici: Letizia, Alessia e Sara. Sono molto fiera del mio staff… sono veramente
brave! La collaborazione con la casa editrice Dark Zone è stata fondamentale per me, poiché è stata la
prima C.E. a darmi fiducia e a propormi una collaborazione, dandomi le
anteprime dei libri in uscita in occasione del Salone del Libro di Torino. Una responsabilità enorme, che però mi ha dato
la giusta spinta per far partire il mio progetto. Ad oggi la collaborazione con
Dark Zone è oramai assodata, tanto che quest’anno ho presenziato al Salone come
loro blogger ufficiale. L’obbiettivo del mio blog è quello di stimolare il
pensiero, di divulgare la cultura e di spronare il pubblico a dare fiducia ai
nomi meno conosciuti, ad avere il coraggio di addentrarsi nel mondo degli
emergenti che spesso, nasconde perle dal talento ineguagliabile.
Ci descrivi questa nuova figura del
cosiddetto Book Blogger? Una sorta di Influencer del mondo letterario. Chi è,
cosa fa e come si diventa Book Blogger?
Per quanto mi riguarda credo che il book blogger
abbia il compito di raccontare ai lettori quello che ogni libro nasconde tra le
righe, il messaggio, le emozioni, gli stimoli che ogni storia può dare. Io non
mi ritengo influencer sinceramente, non penso che il mio parere sia
tanto autorevole da poter influenzare le scelte altrui, spero però, che la
passione e l’impegno che metto in ogni recensione, articolo o intervista, possa
incuriosire il pubblico e spingerlo ad approfondire e ad informarsi
maggiormente sul romanzo, l’autore o il tema trattato.
Qual è il percorso che tu hai seguito
per arrivare ad avere così tanti lettori virtuali?
Devo essere
sincera? Non ho seguito nessun percorso specifico… ci ho messo impegno,
determinazione e passione, i lettori sono arrivati da soli!
Due estati fa ho scritto un breve
articolo sulla nuova figura professionale dell’Influencer del Ventunesimo
secolo. Secondo me, l’aspetto più interessante e originale di questa nuova
figura professionale è quello che ho descritto con queste parole: «L’Influencer
di successo, non si limita a scrivere e postare le sue foto e i suoi scritti.
Intrattiene con i suoi follower un vero e proprio confronto virtuale fatto di
consigli, di scambi di opinioni, di recensioni sul prodotto acquistato e
provato, di tutti quelli che sono e sono stati i vantaggi e gli svantaggi
dell’esperienza commerciale, professionale, amatoriale del prodotto acquistato
o da acquistare (per prodotto si intende sia quello materiale che quello immateriale).
Questo interessante elemento di confronto diretto, in realtà, è la componente
che fa la differenza con la pubblicità tradizionale unidirezionale: “ti dico io cosa acquistare perché quello
che promuovo è il meglio per te che esiste sul mercato!” Nell’incontro
virtuale tra l’Influencer e il suo follower, il rapporto evolve in: “decidiamo insieme cosa devi acquistare in
base ai tuoi peculiari bisogni perché quello di cui discuteremo alla fine sarà
il meglio che potrai trovare sul mercato!”». Qual è la tua
posizione quale “Influencer-Book Blogger” rispetto a quello che descrivo a
proposito del mondo della letteratura? Come ci si relazione con i propri
follower che vogliono essere consigliati su quali libri acquistare e su quali
autori sconosciuti al grande pubblico leggere?
Io credo che sia
necessaria una sola cosa per rapportarsi ai propri follower: il rispetto!
Quando approccio alla recensione di un libro, lo faccio in primis da lettrice,
pensando a che tipo di recensione mi piacerebbe leggere, cosa vorrei trovare in
essa, per questo motivo il mio “stile” è spesso definito “di pancia”. Credo che
chi legge le recensioni, allo scopo di trovare il prodotto giusto, il libro
adatto alle proprie esigenze, non voglia trovare un allungamento della quarta
di copertina o lo spoiler della storia. Credo che i lettori vogliano sapere se
l’autore è stato capace di strutturare una buona trama senza buchi, narrare la
storia in maniera coinvolgente, se ha saputo emozionare e lasciare il segno e
soprattutto: se è stato in grado di farlo secondo il loro gusto. È necessaria
tanta onestà per scrivere una buona recensione e per conquistare la fiducia dei
lettori.
Quali sono secondo te le
caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere
definito un vero scrittore? E perché proprio quelle?
Talento e
tecnica. Scrivere non è per tutti, scrivere è un dono, che va alimentato e
nutrito con la tecnica e la conoscenza. Un bravo scrittore deve saper mettere
cuore e testa in quello che scrive per poi donargli infine un’anima. Un bravo
scrittore deve smuovere il lettore. Perché? Beh perché i lettori sono affamati
di emozioni e uno scrittore degno di esser definito tale, deve saper dare al
pubblico quello che cerca.
Charles Bukowski,
grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto
dissacratore, a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori
solitari. Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e …
emerge sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba
tra loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva
che altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche
parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno
detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and
Josette Bryson, Looking for the Giants:
An Interview with charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”,
Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Cosa pensi dei corsi di
scrittura assai alla moda in questi anni? Pensi che servano davvero per
imparare a scrivere e diventare scrittori di successo?
Non voglio e non posso mettermi sul piedistallo del
giudizio. Ho frequentato un corso di scrittura creativa durante gli anni
dell’università e per esperienza personale posso dire, che molto dell’utilità
di questi corsi, dipende da come essi vengono strutturati e svolti. Secondo me
non sono necessari, ma la scelta spetta all’autore e qualunque essa sia va
rispettata. In ogni caso, Charles Bukowski con la sua folle e
dissacrante genialità, ha detto tante, tantissime verità.
Perché secondo te oggi è importante
scrivere, raccontare con la scrittura?
Non solo oggi…
è sempre importante scrivere, perché ci sono tantissime storie che aspettano di
esser raccontate e tantissime emozioni che attendono di esser trasformate in
inchiostro. Leggere rende l’essere umano migliore, lo fa crescere, lo aiuta a
comprendersi e ad affrontare i propri mostri… per questo è necessario che
qualcuno scriva.
Quali sono
gli autori che ami di più, che hai letto da ragazza, che ti hanno formato e che
leggi ancora oggi?
Terry Brooks e John Ronald Reuel Tolkien
sono stati i miei pilastri durante l’adolescenza, divoravo tomi fantasy come
caramelle. Jane Austen, Italo Calvino, George Orwell, Alessandro Manzoni,
sono solo alcuni dei nomi che si sono alternati nella mia formazione. Ci sono
libri che hanno cambiato la mia percezione del mondo e hanno dato una svolta
alla mia vita che con cadenza regolare rileggo, ogni anno… è un rito. Tra
questi sicuramente spiccano: “On the Road” di Jack Kerouac
e “Alice in wonderland” di Lewis Carroll.
Vuoi
segnalare ai nostri lettori qualcuno degli autori contemporanei che vale la
pena di leggere?
Non leggo molti libri scritti da grandi nomi, preferisco leggere autori
emergenti, ma sicuramente consiglierei la lettura delle opere di Antonio
Manzini e Niccolò Ammaniti.
Chi sono secondo
te tre autori ancora sconosciuti al grande pubblico di cui sentiremo parlare
nei prossimi anni?
Questa è una domanda difficilissima.
Leggo molti emergenti e tantissimi sono dotati di straordinario talento.
Purtroppo non ho la sfera di cristallo e non posso sapere se nei prossimi
anni questi nomi otterranno il successo che meritano. Posso citarne uno in
particolare, poiché la sua opera è entrata di diritto nella lista dei libri che
hanno cambiato la mia vita: il romanzo in questione è “Waiting” e
l’autore è Daniel Di Benedetto.
Penna delicata la sua, un narratore di
emozioni dalle grandi capacità. Se volete conoscere altri nomi (ne ho in mente
almeno otto o nove) che secondo il mio umilissimo - e dettato da mero gusto
personale - parere meriterebbero di esser letti e conosciuti da un vasto
pubblico, vi basterà leggere le mie recensioni e seguire il blog: quando un
autore è capace e meritevole, mi metto in gioco al 100% per poterlo promuovere
a dovere.
In Italia si pubblicano ogni anno circa
70 mila nuovi titoli, la media ponderata di vendita di ogni nuovo titolo è di
circa 50 copie, mentre chi legge effettivamente l’opera letteraria acquistata
non supera il 10%, il che vuol dire che delle 50 copia vendute solo 5 copie
vengono effettivamente lette da chi acquista in libreria o nei distributori
online. Partendo da questo dato numerico, che per certi versi fa impressione e
ci dice chiaramente che in Italia non si legge o si legge pochissimo, secondo
te cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Cosa dovrebbero fare
gli editori, gli autori e le nuove figure quali quelle dei Book Blogger come te
per far aumentare il numero dei lettori e degli appassionati ai racconti e alle
storie da leggere?
Investire di
più sulle novità. Cambiare faccia all’editoria, svecchiare le librerie che
oramai da anni espongono gli stessi nomi che sfornano spesso libri vuoti e
banali. Dare maggior voce al merito piuttosto che alle vendite e avere il
coraggio di metterci la faccia.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e i
tuoi prossimi appuntamenti? Dove potranno seguirti i nostri lettori?
Oltre a potermi seguire sul blog e sulla pagina
Facebook collegata, probabilmente potranno venire a trovarmi in quasi tutti gli
eventi a cui
prende parte la DZ Edizioni della
quale sono blogger ufficiale e che seguo nelle fiere di settore con immenso
piacere.
Un’ultima domanda Elena. Immaginiamo che
tu sia stata inviata in una scuola media superiore a tenere una conferenza
sulla scrittura e sulla narrativa in generale, alla quale partecipano tutti gli
alunni di quella scuola. Lo scopo è quello di interessare e intrigare quegli
adolescenti all’arte dello scrivere e alla lettura. Cosa diresti loro per
appassionarli a quest’arte e catturare la loro attenzione? E quali le tre cose
più importanti che secondo te andrebbero dette ai ragazzi di oggi sulla lettura
e sulla scrittura?
La casualità vuole che proprio qualche giorno fa
questa situazione che tu mi chiedi di immaginare, mi sia capitata veramente.
Sono stata ospitata nei plessi scolastici della mia città in occasione della
Settimana della Lettura. Ho parlato con alunni dagli otto ai dieci anni e
chiacchierare con loro è stato molto istruttivo e stimolante. “Leggere è
vivere mille vite in una vita sola… un giorno puoi essere un pirata, il giorno
dopo un astronauta e quello dopo ancora un contadino” devo ammettere che
davanti a questa affermazione, sono rimasti tutti affascinati… missione
compiuta!
Elena
Galati Giordano
Book Blog “Sogni di carta e altre storie”
Dark Zone
Andrea Giostra
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