di Laura Gorini - È una delle esperte
di grafologia più amate del piccolo schermo Candida Livatino. Donna
dolce e affettuosa, ci spiega come è nata questa sua grande
passione.
Candida,
una vita per la scrittura la tua... Ma se dovessi scrivere la storia
della tua vita, come inizieresti?
Inizierei
con l’immagine di una bambina che trotterella tra i vicoli di
Canicattì e si ferma ad ammirare la laboriosità delle formiche, le
forme delle nuvole o la bellezza di un cielo stellato, come ormai non
mi capita più di vedere a Milano, una città che però mi ha
consentito di realizzare i sogni della mia infanzia.
Ami
leggere? Qual è il romanzo che in qualche maniera ti può calzare a
pennello con la tua personalità?
Mi
piace leggere, anche se ho poco tempo per farlo.
Non
mi viene in mente un romanzo che risponda a queste caratteristiche,
ma mi ha molto affascinato un libro di Tiziana Viganò: “Come le
donne”.
Racconta
“storie vere di donne vere”, come l’autrice dice
nell’introduzione, che perseguono i loro sogni e si appropriano o
riappropriano della loro vita, magari dopo fallimenti e delusioni.
Sono
donne che trovano la forza di guardare al futuro con ottimismo o
comunque con determinazione.
È
un libro che dovrebbero leggere non solo le donne ma anche gli
uomini.
con Claudio Brachino alla presentazione del libro il 13 aprile alla Mondadori |
Tu
analizzi la grafia delle altre persone, ma la tua non la analizzi
mai?
Non
c’è mattina che, dopo aver preso qualche appunto, anche solo la
lista della spesa, non mi soffermi ad osservare la mia scrittura. A
volte è dalla grafia che capisco l’umore che mi accompagnerà
nelle ore successive.
Come
ti sei avvicinata alla grafologia?
Io
sono la riprova di come da un problema possa nascere un’opportunità.
Mio
figlio scriveva in modo incomprensibile, al punto che alle elementari
si era abituato a farlo in stampatello.
Alle
medie non gli è più stato consentito e così i suoi scritti
risultavano illeggibili per gli insegnanti.
Uno
di loro, quello di lettere, dicendomi che i temi di Matteo sembravano
“scritti in arabo”, mi consigliò di consultare una grafologa.
E
così che ho conosciuto questa meravigliosa scienza, alla quale ho
dedicato molti anni di studio.
Mio
figlio ancor oggi non ha una grafia molto più leggibile, tranne,
ironia della sorte, quando scrive in arabo, lingua che ha imparato
negli anni.
Ma
perché sono ancora tante le persone che non considerano ancora oggi
un vero e proprio lavoro quello del grafologo?
A
differenza di quanto succede in altri Paesi, soprattutto in Francia,
la grafologia da noi è poco utilizzata, in particolare nella
selezione - mobilità del personale.
Si
ricorre ad essa in caso di dispute giudiziarie per accertare
l’autenticità o meno di uno scritto o di una firma, oppure in sede
penale per verificare se uno scritto è opera dell’imputato.
Qualche
rivista, come quelle per le quali scrivo, tiene una rubrica dedicata
ai lettori, curiosi di avere un loro profilo di personalità, ma ci
si ferma lì.
Con
i miei tre libri
(I segreti della scrittura - Le sfumature della scrittura -
Scrivere con il cuore)
e le molte presentazioni in giro per l’Italia cerco di diffondere
la conoscenza di questa scienza presso un pubblico più vasto,
utilizzando un linguaggio semplice ed accessibile a tutti.
Leggi qui gli articoli di Laura Gorini.