Compagnia
Molière - Il Teatro di Tato Russo al
Teatro Quirino fino al 25 marzo, Alla
Faccia Vostra di Pierre Chesnot con Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio affiancati
da Antonella Piccolo (la Governante), Roberto D’Alessandro (il banchiere),
Antonio Rampino (il medico), Paola Lavini, Antonio Fulfaro. Scene di Andrea Bianchi. Light Designer, Mirko Oteri. Costumi di Valentina De
Merulis. Traduzione, adattamento e Regia di Patrick Rossi Gastaldi.
Un Cast d’eccellenza e la scrittura felice ha decretato il successo di questa
Commedia in cui tutto fila alla perfezione e in cui viene messo a nudo l’animo
umano e tutti i suoi aspetti negativi, il cinismo, la sete di denaro e l’avidità
che spesso superano gli affetti. Quattro poveri disgraziati che sperano di
afferrare qualcosa dall’eredità del defunto per dare una svota alla loro
“misera” vita. I quattro però hanno fatto i conti senza l’Oste.
Si ride tantissimo ma alla fine dello spettacolo, il monologo di uno dei personaggi
fa riflettere sull’uso del denaro che non deve condizionarci fino al punto di
diventare aridi. Bisogna avere il distacco necessario considerandolo un mezzo e
non un fine. Dopo Roma saranno in tournée a Taranto (Teatro Orfeo, 27 marzo), ad Agrigento (Teatro Pirandello, 7-8 aprile) e in Sardegna (Teatro Civico di Alghero, 12 aprile). L'intervista di Fattitaliani a Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio.
Chi sono
Angela e Lucio Sesto?
Angela è la moglie del compianto
Stefano Bosco, compianto si fa per dire perché non si sa se sia morto o meno.
Il plot della commedia è proprio questo. Una serie di parenti si riuniscono al
capezzale di un ricco scrittore che pare sia morto, per accaparrarsi ciascuno
una fetta di eredità. Ad un certo punto durante questa “riunione familiare” si
ode uno starnuto che proviene dalla stanza del defunto e da lì si capisce che
qualcosa non sta andando per il verso giusto. Angela è più giovane del marito
di almeno una ventina d’anni. Il defunto ne ha più di settanta e quindi c’è una
notevole differenza d’età tra i due. Lei aveva usato la sua velleità fisica per
farsi sposare da Stefano che a volte viene simpaticamente definito dagli altri
come un vecchio porco. Non è una commedia buonista. Al centro c’è il difetto
della natura umana che viene spesso messo in risalto nelle commedie. In questa
viene particolarmente messa in risalto la sete di denaro e l’avidità che spesso
fa passare sopra agli affetti. Tutti i personaggi sono molto cinici tranne la
governante ma anche lì ci sarà un finale a sorpresa. Tuttavia questi personaggi
sono simpatici perché sono quattro poveri disgraziati che cercano chi per un
verso chi per l’altro di racimolare un po’ di spicci per vivere meglio. Lucio Sesto
è un Paperino che si muove all’interno di questa eredità perché è pieno di
debiti e spera di poter placare questa sua situazione finanziaria con il
funerale del suocero. Mi diverto molto a fare Angela perché mi prendo in giro,
sono vestita in abiti succinti giocando con la sua fisicità ed esuberanza.
Lucio Sesto è un avventuriero, uno che sposa una ragazza molto ricca, figlia di
uno stra-miliardario molto anziano, nella speranza che prima o poi diventerà
ricco anche lui e potrà appendere il cappello al chiodo. Fa parte di una serie
di parenti che si precipitano a casa del morto che non si capisce se è morto o
non è morto. Tutti i personaggi si presentano a casa del defunto per capire
quanto diventeranno ricchi. Non sono affatto affranti per la perdita del
defunto e finiscono per dare ognuno il peggio di sé. Sono avidi, aridi, cinici, addirittura due si
alleano tra di loro. Angela è una bellissima donna di cui lo stesso Lucio Sesto
subirebbe il fascino ma non si permette di farsi irretire. La vuole solo dalla
sua parte per cercare di sfruttare al meglio la situazione. Lei sta al gioco ma
usa le sue armi di seduzione per il medico e gioca molto ironicamente sulla sua
fisicità con grande intelligenza di donna e di attrice. Gli altri personaggi
sono: un banchiere che deve prestarmi dei soldi altrimenti vado in galera e lui
spera in una grossa provvigione. Il medico che molto frettolosamente redige un
certificato di morte perché ha delle mire sull’appartamento del defunto che gli
serve per allargare il suo studio. L’unica che sembrerebbe dispiaciuta è la
Governante ma anche lei si rivela un personaggio negativo anche se meno degli
altri. C’è mia moglie figlia del defunto, è un po’ scemotta, ingenua, un po’
bambina che piange sempre appena sente nominare il padre. Il bello della
commedia è questo, si ride moltissimo anche se i personaggi sono cattivi ma
riescono ad essere simpatici al pubblico perché non sono degli assassini ma
delle canaglie. Tutti i personaggi sono come Paperino a cui non va bene nulla.
Tutti i programmi che ognuno di loro si era fatto non vanno a buon fine.
Il lutto come transazione finanziaria.
Debora, quanto c’è di vero?
Purtroppo c’è molto di vero perché spesso si
sentono notizie simili. Parenti serpenti fu scritto moltissimi anni fa da cui
fu poi tratto il Film per la Regia di Mario Monicelli. Sicuramente il denaro ci
rende peggiori e anticamente veniva chiamato lo sterco del demonio. Di fronte
alle difficoltà della vita spesso il denaro sembra l’unica risorsa possibile
per poter vivere meglio. È tutto molto soggettivo perché c’è chi conserva un animo puro e c’è
chi per la sete di denaro fa le guerre e tante altre bruttissime cose. Quello
che noi rappresentiamo è il minimo di quello che poi avviene nella vita.
Per te Gianfranco?
Al di là del
cinismo specifico di questa Commedia, alla fine tutti noi abbiamo sognato nella
vita, lo zio d’America che improvvisamente ci risolve tutti i problemi. Con il
denaro guadagnato con fatica, si possono fare delle cose meravigliose come la
beneficenza, comprare uno sfizio. Nello stesso tempo si fanno anche le guerre,
si corrompono gli altri…
Alla fine l’Autore ha voluto che uno dei personaggi parlasse con la bocca di
tutti dicendo “non sono mica ciò che abbiamo rappresentato, da bambino portavo
i pacchi ai vecchi dell’Ospizio, sognavo un mondo migliore e per questo andavo
alle manifestazioni. Perché mi sono inaridito così?” Ognuno di noi, in fondo,
cercava di far avverare i propri sogni.
Elisabetta Ruffolo
Leggi qui gli articoli di Elisabetta Ruffolo